| 25 Marzo 542 Bastione Sud di Camarilla
Durotan Dagarkin, grande armatura pesante e un gigante scudo con intarsiato al centro il simbolo di Moradin suo credo e sua divinità. Era li, in piedi su una torre, che guardava l'estesa pianura che si stagliava innanzi a lui. Il consiglio di guerra per la difesa della città era gia finito da qualche ora, ma il nano non andò a dormire, si voleva godere gli ultimi sospiri di pace, il suo sguardo era assorto mentre si sorseggiava un birra, e rimuginava su quanto volesse tornare a casa dai suoi cari. Ma un giuramento doveva essere portato a termine. Difendere il portatore di questo oggetto di sventura, chi mai al mondo poteva infondere tanta crudeltà in una collana, tanto da lacerare il cuore e l'animo di colui che se ne assume il fardello. Tante domande vi erano nella testa di Durotan, e a nessuna di queste si poteva dare una risposta. Poi gli venne in mente quali sarebbero stati i suoi compagni di viaggio, li aveva visti durante la firma del patto ma aveva ricevuto altri ordini che non gli permisero una fusione imminente nel loro gruppo. Sembravano uomini fieri e dai saldi ideali, gli avrebbe fatto piacere viaggiare con loro anche se non vide nessun altro esponete del suo popolo, ma in fondo perche non dare anche ad altre razze la possibilità di dimostrare quanto valgano, tanto in combattimento quanto in rapporti di amicizia. Il suo popolo, la sua razza, non sono mai stati molto in buoni rapporti con le altre specie di viventi e vari erano i motivi di questa poca fiducia, ma il suo clan prima di lui, I Cuor D'Oro, ha provato la via della comunicazione senza scatenare un disastro. Il suo clan erano molti anni che ormai aveva rapporti con gli uomini di Camarilla, ormai piu di tre generazioni... Anche perche essa era una città molto ricca e la ricchezza, fa gola a qualsiasi nano della terra...
2 Aprile 542 Cinta Muraria Sud-Ovest
L'esercito avanzava impetuoso, un mare sulla terra si estendeva a vista d'occhio, soldati e creature giganti marciavano impetuosamente e da lontano si sentivano gli echi dei loro passi. Affranto, nel cuore nobile del nano, mentre si voltava vide quella che una volta era una rigogliosa citta commerciale, era una fortezza barricata ovunque, armi da assedio su quasi ogni tetto e migliaia di soldati che dagli occhi riflettevano esclusivamente paura, paura di non poter salvaguardare la loro famiglia, i loro cari, la loro casa. Lo sguardo di chi si chiedeva cosa aveva fatto per dover fronteggiare un nemico fino ad allora sconosciuto, il quale unico scopo fosse distruggere la dimora altrui. Durotan fece tutto il giorno a girovagare per la citta, dando una mano a chiunque potesse averne bisogno, finchè non incontrò Durantor, dopo una breve ma concisa chiaccherata, il nano scopri che un piccolo contingente era stato inviato da Orzammar. Orzammar......... il nano rimase assorto qualche secondo nel ripensare alla sua bellissima dimora, cavità scavata nella roccia, solenni colonne in spazi cosi immensi da sembrare quasi innaturali per essere sotto la terra, all'interno delle montagne. Birra a fiumi e bellissime femmine, gioiosità e festa. Nostalgia aveva nel cuore per aver lasciato la sua dimora, ma quella era la sua reale forza. Ogni vittoria avesse compiuto sarebbe stato un punto a favore della purezza con cui ricordava la sua casa, ogni sconfitta, un punto a favore al decadimento e alla distruzione che fin li sarebbero giunte. Non poteva permettere questo. Non lo avrebbe permesso a nessun costo.
4 Aprile Porto di Camarilla
La battaglia imperversava sulle mura ma Durotan venne mandato al porto dove avrebbe incontrato finalmente i suoi compagni di viaggio, i Rendir. Giunse al porto, un immensa flotta aveva invaso il golfo della città, e nelle acque vide muoversi rovinosamente un Kraken, immondo mostro marino evocato da qualche mago dell'esercito dell'impero. La creatura immonda aveva lunghi tentacoli con i quali distruggeva qualsiasi cosa si trovasse alla sua portata. Stava dando una mano ai suoi fratelli addetti alle armi d'assedio quando gli balzò all'occhio Fen, capitano che con lui aveva firmato il patto dei Rendir, insieme ad un gruppo misto di persone. Si avvicinò ad esso che gli disse essere loro le Ombre del Crepuscolo, i portatori della collana, i Rendir... Avevano facce molto scosse, varie ferite riportate nei violenti scontri che dovevano aver affrontato, e in quel momento il nano si senti particolarmente affranto per non essergli stato vicino quando avrebbero potuto avere bisogno di lui. Dopo averli conosciuti brevemente, anche perchè il tempo stringeva notò una buona organizzazione del gruppo, basato su saldi ideali, compagni che avrebbero dato la vita per la causa che stavano seguendo. Si senti molto sollevato ad aver trovato esseri cosi. La sua stima verso il gruppo venne subito fondata, e rafforzata nel vedere loro organizzare un piano che poi è risultato essere fatale per il mostro. Finito al porto capì il motivo di tutte le loro ferite, non fecero neanche in tempo a riposare un attimo che vennero mandati a difendere i bastioni che generavano la cupola scudo dagli attacchi aerei e di armi d'assedio. Morirono diversi compagni e vidi la tristezza negli occhi di ognuno di loro per ogni perdita subita, non erano un gruppo di mercenari, erano una famiglia. La difesa non fu delle migliori, ma riuscirono comunque tutti insieme a fare tutto cio che era nelle loro possibilità. la giornata continuò e si rivelò essere molto lunga tra un drago ed esseri malvagi generati dalla sofferenza delle povere persone, finche non ripiegarono al centro della città, l'unica vera roccaforte ormai rimasta a Camarilla. Calò la notte e il paesaggio era spettrale, finchè il silenzio glaciale non venne spezzato da onde di non morti che invasero completamente la città. Quei bastardi avevano riportato in vita i cadaveri di tutti i caduti della guerra. Durante la battaglia, Durotan vide suo zio, Durantor, solo per pochi secondi prima che l'immonda ondata di non morti lo travolgesse nell'oscurità. La rabbia nel cuore del nano. La battaglia era cruenta e ormai le forze incominciavano a mancargli, finche non vide la fine, un enorme essere si scaglio su di lui con forza inimmaginabile, prima dell'impatto Durotan, chiuse gli occhi, sapeva che era il traguardo per lui, gli si rifletterono i momenti piu importanti della sua vita, gli anni ad addestrarsi alla guerra, e i successivi anni che visse nel nome di Moradin come suo paladino. I motivi che lo spinsero a diventare una guardia scelta del suo popolo, abbandonando, anche se non del tutto, la parte ecclesiastica del suo cammino e intrapendendo quella militare. Troppe erano le scuse che voleva fare per la mancanza che ha dimostrato, ma il tempo non gliele concesse, venne colpito violentemente e il suo corpo cadde a terra senza vita....
|