[Ombre del Crepuscolo] Il Cavaliere Misterioso (5)

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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 18:52




Giorno Sedicesimo dell'Ottavo mese.

Il gruppo di avventurieri giuse alla città di Malinburg che stava calando la sera perciò decise di dirigersi verso una locanda per poter rifocillarsi, trovare un alloggio e magari qualche informazione.
Il lupo di Drazius restò al di fuori delle mura cittadine continuando il suo compito di controllo sommario di coloro che uscivano dal borgo.
Dopo aver chiesto informazioni gli avventurieri si diressero verso la locanda loro indicata: la più grande locanda della città.

I cinque compagni entrarono e subito si divisero; ognuno aveva adocchiato il proprio gruppo di persone da cui cercare di strappare informazioni utili.

Durlach si diresse verso un tavolo dove sedevano degli individui alquanto loschi, sicuramente briganti i comunque malviventi, e cercò di unirsi a loro. Stavano giocando a carte, un gioco che l'umano nn conosceva, e puntavano denaro. Dopo aver parlato un po il ranger riuscì a guadagnarsi almeno in parte la fiducia dei presenti che gli offrono una birra e si mise a giocare anch'egli scommentendo. Dopo una serie di mani sfortunate riuscì a vincere alcune partire racimolando una certa somma di denaro e guadagnando così la simpatia del capotavola.
"Mi sei simpatico, domani verso le due del pomeriggio viene alla sede segreta dei ladri, magari posso aiutarti nella tua ricerca."
Durlach si fece spiegare la locazione della gilda e promise di presentarsi da solo.

Contemporaneamente il fratello si diresse verso un gruppo di uomini abbastanza corpulenti che giocavano a dadi. Nardu ruppe il ghiaccio offrendo una birra a tutti coloro che erano seduti al tavolo e si inserì nei giochi. Fu sfidato da colui che era definito "il più fortunato di Malinburg" ed accettò senza timore pagando la posta iniaziale. Dopo varie partite e poste sempre più alte Nardu aveva perso quasi tutto il suo denaro, ma aveva conquistato la fiducia del suo avversario che gli spiegò la struttura delle cabale nell'impero e gli indicò dove avrebbe potuto trovare quella dei guerrieri.
"Ma come fai ad essere così bravo nel gioco dei dadi, insegnami i trucchi..."
L'uomo guidò il compagno in un angolo e gli mostrò il suo dado truccato. Nardu appena capì di essere stato ingannato afferrò il braccio del suo interlocutore e lo intimidì di restituirli tutto il suo denaro; quest'ultimo gli offrì invece di regalargli il dado truccato ma senza successo.
Visto che il truffatore si rifiutava di pagare Nardu richiamò il suo potere e la mano che stringeva il braccio del'altro individuo iniziò ad ardere sempre più.
"Ridammi il mio denaro!"
Con uno scatto il gicatore d'azzardo riuscì a liberarsi dalla presa urlando e attirando l'attenzione della gente; Nardu in risposta dichiarò a gran voce "Mi voleva derubare, è un ladro!"
Dopo vari discorsi a voce molto alta buona parte della taverna era attratta dal litigio e appogiando il truffatore intimava Nardu di dare i suoi soldi all'altro uomo. Si avvicinivana minacciosamente ed alcuni estrassero i pugnali, ma il guerriero poco indimidito estrasse il suo enorme spadone con fare minaccioso.
Spaventati i presenti tornaro ai loro affari ignorando i due. Alla fine Nardu, momentaneamente rassegnato, dato che l'avversario non cedeva, rinfoderò l'arma e fece per andarsene.

Contemporaneamente a ciò Murtagh si era diretto verso un gruppo di gente raffinata e cercando di dimostrare il suo alto livello culturale tentò di inserirsi nella discussione. Purtroppo gli uomini parlavano di complicati argomenti di politica interna dell'impero e in particolare trattavano dell'elezione dell'imperatore perciò il mago-stregone del tuto ignorante in materia non riuscì a ottenre grandi risultati ma anzi fu implicitamente invitato ad andarsene.

Finchè i suoi compagni cercavano di recuperare informazioni Drazius riuscì a litigare con un uomo che gli incollerito gli sferrò un mancino: il colpo di scarso effetto fece infuriare il monaco che sferrò un pugno a sua volta. Il colpo del druido-monaco centrò in pieno l'individuo che cadde a terra privo di sensi.
Un istante dopo una cameriera stava uscendo dalla porta urlando e chiamando i gendarme per ristabilire l'ordine.
Drazius, sentendo il rumore dei passi dei soldati avvicinarsi e avendo pochissimo tempo si lanciò fuori da una finestra, unica via d'uscita. Per sua sfortuna il monaco incappò in una guardia che lo colpì alla gamba ferendolo e impedengogli un'agevole fuga.
Dopo pochi attimi un gruppo di armati puntava le alabarde sul druido straiato a terra.
Fortunatamente Nardu che aveva da poco finito di litgare con il truffatore si diresse alla finestra rotta da cui il compagno era saltato fuori e senza farsi notare da nessuno usò la magia per emanare un'improvviso bagliore dalle mani che interdette i gendarme per qualche secondo dando la possibilità a Drazius di fuggire a gran velocità.
Purtroppo anche Murtagh era intervenuto a favore del monaco cercando di depistare gli inseguitori con rumori fantasmi ma fu scoperto da un paio di guardie che iniziarono ad inseguirlo.
Il mago grazie ad una fuga rapidissima e ad un pizzico di fortuna riuscì a seminare gli inseguitori facendo perdere le sue tracce.

Solo Nardu il fratello e il druido-guerriero erano rimasti nella locanda.
I due fratelli si accordarono per ricambiare della stessa moneta il truffatore ancora nella taverna e riuscirono così a sottrargli tuto il suo denaro ed anche il dado truffato dopo di che, seguiti da Draugnim, si diressero in un altra locanda per passare la notte.

Nardu e Drazius si contattarono tramite Osiride: i tre avrbbero dormito in una locanda mentre il mezz'elfo sarebbe rimasto nascosto tutta la notte.
Dello stregone i compagni persero le tracce, ma questi grazie alla magia era riuscito a cambiare il suo aspetto e a nascondersi in un altra taverna ove trascorse la notte.

Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:43
 
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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 19:43




Giorno Diciasettesimo dell'Ottavo mese.

Il mattino seguente Drazius si diresse fuori dalla città dove attese la sera, infatti era d'accordo con i compagni di trovarsi dopo il tramonto nei pressi del cancello ad ovest.

Lo stregone prima visitò alcuni negozi di magia ove acquistò l'equipaggiamento perso e soprattutto un nuovo libro degli incantesimi dopodichè si diresse verso la cabala dei maghi. Nella struttura era presente una reception dove un mago smistava i visitatori in base alle loro esigenze. Purtroppo Murtagh non riuscì a trovare ciò che cercava ma anzi si trovò coinvolto in un grosso problema.
"Scusi mi fa vedere la sua carta di adesione alla cabala."
"Io non sono iscritto alla vostra cabala."
"Beh, se vuole esrcitare la magia nei territori dell'impero deve esserlo, per forza."
"D'accordo allora, mi iscrivo."
"Mi dia le seicento monete d'oro prego..."
"Cosa?Io non dispongo di tale somma."
"Allora non può esercitare la magia nei nostri confini..." e detto questo prununciò alcune parole arcane ed un aura azzurra avvolse Murtagh prima di sparire un attimo dopo. Lo stregone si rese conto di essere stato privato de isuoi poteri magici e perciò assecondò il volere del mago della cabala e si iscrisse versando la quota ed ottenendo il permesso di esercitare il proprio potere legalmente.

Nardu e l'elfo si diressero invece alla cabala dei guerrieri indicata loro la sera precedente. Dopo essere entrati pagarono la la quota che permetteva loro di esercitarsi seguiti da un'istruttore. L'allenamento fu poco profiquo per entrambi e perciò prima di abbandonare l'edificio esprimettero il loro malcontento, in particolare lo stregone che esclamò "E questi sono i migliori istruttori?Cambiateli prima possibile, ve lo consiglio..."
A queste parole l'istrutore si sentì offeso e sfidò il guerriero in un duello.
Draugnim escluso dalla lotta utilizzò il suo potere per aumentare le prestazioni fisiche del compagno, ma non fu una saggia mossa.
"Barate dunque, d'accordo!" e l'istruttore convocò un compagno dai grandi poteri il quale lanciò un gran numero di incantesimi sull'amico.
Il duello iniziò e dopo alcuni colpi ben assestati da Nardu lo stregone iniziò ad avere la peggio fino ad assere asconfitto e a cadere a terra privo di sensi.
L'elfo preoccupato subito si lanciò sul corpo dell'amico ma fu fermato "Lo rimetteremo noi in sesto, ma ditegli di essere meno superbo".

Dopo alcune ore I due guerrieri andarono in un'osteria dove mangiarono e si riposarono in modo che l'umano recuperò tutte le forze; aveva parlato con l'istruttore del problema dei briganti ed erano stati invitati a raggiungerli dopo il tramonto per dare un mano alle squadre notturne che cacciavano i malviventi.

Mentre il fratello e l'elfo mangiavano Durlach si diresse alla sede della gilda dei ladri come gli era stato indicato la sera precendete. Doveva entrare nel palazzo di giustizia, dirigersi nell'ala a destre ed entrare nella botola segreta.
Il ladro seguì le istruzioni senza alcun problema ed entrò; di fronte a sè un uomo lo scrutò con un viso minaccioso.
"Ieri mi è stato detto di venire qui, devo parlare con un amico."
"Chi era?Ditemi il nome."
"Io non so il suo nome."
"Allora sei pregato di andartene."
"No, resto qui ad aspettare."
Il ladro prese per un braccio il ranger e lo cacciò fuori. Un'istante dopo Durlach era nuovamente nel sotterraneo di fronte al ladro che ormai stufo lo minacciò.
Durlach persistette perciò la lotta iniziò, ma il ladro era nettamente più potente del suo avversario e perciò dopo alcuni colpi ben assestati il corpo di Durlach cadde al suolo privo di vita.

Nel pomeriggio Nardu e Draugnim si diressero a visitare la cabala dei chierici dove l'elfo inaspettatamente chiese se i suoi occhi sarebbero potuti essere guariti. Ovviamente il chierico rispose che bastava pagare la quota di mille monete d'oro e sarebbe tornato a vedere. Nardu prestò il suo denaro e iniziò ad accompagnare l'amico verso la stanza dove sarebbe stato ricoverato.
Camminando intravide il corpo del fratello su un lettino e chiese informazioni.
"Quello è mio fratello, cosa ci fa lì?"
"E' morto."
"Come morto?"
"No nsi preoccupi, è stata pagata la quota per la resurrezione da chi l'ha portato qui, domani potrà stare in piedi sulle sue gambe, ora lo lasci riposare."

Nardu perciò si mise a girovagare per la città di Malinburg senza meta, ma caso volle che incontrò Murtagh in una via.
"Trovato informazioni?"
"No nulla, ma dove sono gli altri?"
"L'elfo e mio fratello ricoverati alla cabala dei chierici."
"Cosa..."
"Lascia stare, storia lunga te la spiegheranno loro domani."
Il mago e il guerriero si accordarono per la sera: Nardu avrebbe dovuto dirigersi alla cabala dei guerrieri mentre Murtagh sarebbe andato alla porta ovest a trovare il monaco.

A sera il guerriero-stregone andò alla cabala dei guerrieri e quando si presentò gli chiesero dove fosse il suo compagno, purtroppo bisognava essere in due per quel compito. Velocememte Nardu incaricò Osiride di rintracciare il Druido e di portarlo alla cabala e appena arrivo entrambi ricevettero le loro istruzioni.
Dovevano attendere svegli alla gilda che la spedizione di guerrieri tornasse, se ci fossero stati problemi sarebbero stati chiamati.
Nella gilda Nardu scoprì che li venivano custoditi i bottini dei briganti che venivano eliminati e perciò andò a controllare il magazzino, purtroppo nessuna traccia dei loro averi.
Per tutta la notte non accadde altro.

Murtagh, vedendo di essere solo alla porta ovest andò in una locanda a dormire.

Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:43
 
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Nardu
view post Posted on 23/5/2006, 20:55




Giorno Diciottesimo dell'Ottavo mese.

Al mattino Nardu e Drazius attesero il ritorno della spedizione di guerrieri: non c'erano stati problemi durante la notte perchè nessun brigante era stato scovato e quindi gli armati tornarono alla sede della loro cabala a mani vuote.

Durante il mattino il guerriero e il monaco che erano stati svegli tutta la notte riposarono ma prima di prenzo si diressero al centro dove erano ricoverati iloro compagni e dove si sarebbero ricongiunti anche con Murtagh.

Alla cabala dei chierici l'umano e il mezz'elfo incontrarono subito il ladro che era stato sottoposto alla resurrezione. Era in ottima salute e si era ripreso completamente.
Si diressero verso la stanza dove Draugnim era ricoverato. L'elfo aveva il volto coperto da bende che nascondevano gli occhi.
Il dottore stava per rimuovere la fasciatura quando correndo irruppe nella stanza anche Murtagh: c'erano tutti ora.
Le bende vennero tolte e Draugnim aprì gli occhi vedendo per la prima volta in vita sua.

Di fronte a lui quattro figure lo gurdava con volti curiosi.
Tre di loro erano molto diverse da lui, sia per stazza sia per colore della pelle che per la forma delle orecchie molto più piccole, dedusse perciò che dovevano essere umani; la quarta invece era più mingerlina anche se dall'aspetto vigoroso e le orecchie erano più lunghe e appuntite di quelle degli umani, ma non come le sue.
La figura diversa da tutti indossava un lungo saio scuro compreso di cappuccio e non portava armi; Draugnim dedusse subito che si doveva trattare del monaco Drazius.
Degli uomini il primo a destra aveva un volto severo e austero, portava in mano un grande libro e indossava una tunica bellissima, dal collo pendevano un paio di occhiali e dalla cintura si intravedeva una bacchetta; l'elfo capì che quello doveva essere senza obra di dubbio Murtagh.
Un altro degli umani portava allacciato dietro la schiena un lunghissimo arco e indossava un armatura spettrale sotto un mantello nero notte, il volto del giovane era bello e ben curato ma lo sguardo trasmetteva una serietà spaventosa; soprattutto dall'equipaggiamento che dall'atteggiamento il vecchio cieco capì che quello era Durlach.
Per esclusione l'ultimo rimasto doveva essere il fratello dell'arciere Nardu; le braccia possenti e il fisico atletico portavano un'armatura d'orata in buona parte copoerta da i tipici vestiti di un avventuriero semplice e da un mantello scuro, il volto minaccioso era reso ancora più agghiacciante dalla bruttissima cicatrice che ne solcava il lato sinistro, nonostante ciò però l'espressione era amichevole e confortante.

Il gruppo uscì dalla cabala dei chierici sperando di non doverci fare mai più ritorno.

(continua...)




Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:44
 
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Nardu
view post Posted on 24/5/2006, 19:45




(...continua)

La gilda delle Ombre si diresse alla locanda dove Durlach aveva conosciuto il presunto membro della cabala dei ladri in modo da capire come fare ad ottenere il permesso per entrare.
Purtroppo non lo trovarono e chiedendo informazioni scoprirono che nessuno lo conosceva.

Decisero comunque di tornare in gruppo e pronti al combattimento all'ingresso del covo segreto, ma l'ora era ormai tarda e il palazzo di giustizia, dove il nascondiglio aveva il suo ingresso, stava per chiudere.

I cinque si diressero perciò alla cabala dei guerrieri. Nardu aveva raccontato ai compagni del deposito dove venivano portati i bottini dei furfanti recuperati e perciò grazie all'inganno e a varie tecniche di camuffamento ogni membro della gilda recuperò uno zaino e i contenuti vennero spartiti in base alle varie esigenze.

La notte prestarono servizio come guardie alla cabala Nardu e Draugnim mentre gli altri dormirono in una locanda.

Nulla accadde.
 
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Nardu
view post Posted on 24/5/2006, 21:09




Giorno Diciannovesimo dell'Ottavo mese.

Nel pomeriggio, poco dopo il mezzo giorno, la gilda delle Ombre decise di risolvere una volta per tutte il problema con la cabala dei ladri ed eventualmente vendicare il torto subito da Durlach.
Si diressero al palazzo di giustizia, svoltarono a destra e il ranger, da solo, attraversò la botola segreta, accompagnato da Osiride, mentre gli altri attendevano.

Durlach trovò lo stesso furfante di due giorni prima il quale lo accolse con una minaccia "Ancora qui? Ma allora non tieni alla vita, sparisci!"
Litigarono inutilmente e il ladro-ranger stava per essere aggredito nuovamente perciò Drazius insistesse per entrare da solo e tentare un dialogo.

Il monaco fu accolto con uno sguardo allibito da parte del ladro che era convinto di presidiare un ingresso segreto.
Entrambi furono minacciati e alla fine il brigante, che aveva perso la pazienza, afferrò Drazius con forza impedendogli di liberarsi.

Venendo a conoscienza di ciò che accadeva, grazie al legame telepatico tra Osiride e Nardu, anche gli ultimi tra componenti del gruppo entrarono attraverso la botola nascosta.

Il guardiano della gilda dei ladri vedendo arrivare altri individui sconosciuti estrasse con una velocità impressionante il suo pugnale e lo conficcò con forza nella schiena del monaco ancora immobbilizzato che stramazzò al suolo privo di sensi.
Ora il brigante si preparava alla lotta e la gilda delle Ombre era pronta a controattaccare.

Draugnim, impugnado il suo spadone a due mani, affilato e letale, si scaraventò sull'avversario colpendo senza pietà con un affondo pericolossisimo.

L'uomo, in risposta, si scostò attaccando con furia Durlach che non riuscì ad evitare i colpi del pugnale maneggiato con un'abilità unica. La piccola lama sfrecciava con una velocità ed una precisione impressionanti. Gli attacchi andavano sempre a segno provocando pronfondi tagli.

Il ranger per difendersi dai numerosi attacchi estrasse le sua coppia di spade bastarde e si tuffò in una lotta senza esclusione di colpi. Purtroppo il ladro era dotato di un'agilità senza pari ed evitava con facilità la maggior parte dei colpi dell'avversario.

Murtagh utilizzando il potere speciale della sua bacchetta magica rimarginò le ferite del monaco che era straiato al suolo; quest'ultimo aprì gli occhi ed iniziò a rialzarsi pronto a combattere per vendicarsi.

Nardu, mentre i compagni occupavano il brigante, raccolse il proprio potere tra le mani che iniziarono ad ardere di un fuoco intenso. Nessuna parola venne pronuncita, ma un gesto preciso diede il via a due raggi di fuoco che colpirono in pieno petto l'avversario del guerriero-stregone causandogli gravissime ferite. Stranamente l'uomo era di una tempra resistentissima e continuò a dar battaglia anche se ferito.

Draugnim senza sosta continuva a sferrare colpi su colpi appoggiato da Duralch che al momento non era più occupato a difendersi, infatti l'assassino aveva cambiato obbiettivo.

Dopo aver subito il colpo infuocato di Nardu il guardiano si era accorto che Drazius stava riacquistando le forze perciò lo aggredì con un colpo che gli avrebbe reciso la gola. Fortunatamente il mezz'elfo, grazie ai suoi riflessi sviluppatissimi, si scostò in tempo per evitare la morte ma non abbastanza per evitare l'attacco. Cadde a terra nuovamente sopraffatto dal dolore con il petto solcato da un lungo e profondo taglio.

Murtagh questa volta tentò di emulare l'incantesimo utilizzato da Nardu, ma non riusc' a concentrarsi a sufficienza e perse il controllo della propria energia ottendo solo una vamapata di calore che si consumò contro una parete.

Ora sia Nardu che Draugnim attaccavano in simbiosi con le loro lame enormi mentre Durlach tentava disperatamente di correre ai ripari per difendersi dai nuovi attacchi.

Dopo molti minuti di lotta Durlach stava per cedere, vistosamente ferito in molti punti perdeva copiosamente sangue. Murtagh non riusciva a scagliare i lsuo enorme potere sull'avversario e i due spadaccini mandavano a vuoto pù colpi di quanti ne andassero a segno anche se comunque aveva provocato lacerazioni notevoli sul corpo del loro avversario.

Improvvisamente il mago-stregone acquistò la concentrazione necessaria, grazie ad un enorme sforzo di volontà, focalizzò il bersaglio e compiendo arcani gesti scagliò una coppia di raggi fiammanti sul nemico che incassò il colpo lasciando sperare in una vittoria per i suoi avversari, ma invece restò in piedi e continuò con gli attacchi.

Nardu era deciso a termianare la lotta per difendere il fratello quindi da una distanza ravvicinatissima ripetè l'attacco che prima aveva provocato degli effetti devastanti. Nuovamente un raggio, seguito subito da un altro gemello, si abbatterono sull'umano che senza vita cadde al suolo.

I vincitori improvvisarono delle cure grazie all'uso della magia ed esplorarono il covo che a loro malgrado trovarono completamente vuoto.

Ormai il giorno volgeva alla sera e perciò Nardu, stavolta accompagnato dal fratello, dopo aver recuperato le forze si diresse alla cabala dei guerrieri per il suo compito notturno di guardia.

Erano passate molte ore e la luna spledeva in un cielo stellato quando ad un tratto un messaggio da parte del mago che accompagnava la spedizione dei guerrieri arrivò chiedendo aiuto.

(continua...)



Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:44
 
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Nardu
view post Posted on 5/8/2006, 15:28




(...continua)

Il novizio della gilda dei guerrieri che riferì la richiesta di aiuto a Nardu e Durlach era alquanto scosso e non sapeva bene come comportarsi. I novizi non potevano abbandonare la gilda e ed era stato richiesto un aiuto in forze. Il più robusto dei due fratelli lo rassicurò immediatamente affermando che avrebbe potuto chiamare un gruppo di compagni ben armati ed aggueriti.

Osiride sfrecciò nell'aria alla ricerca della taverna ove i druidi e gli il mago riposavano riferendo il messaggio: dovevano trovarsi al più presto alla porta nord della città per andare a soccorrere la spedizione dei guerrieri.

Passarono poco più di una decina di minuti e tutto il gruppo era armato e pronto a dar mano forte contro i briganti; purtroppo non avevano informazioni precise sull'esatta posizione del gruppo di soldati e dovettere usare i falchi e il lupo per cercare tracce.
Passarono dei lunghi e ansiosi minuti allo scadare dei quali gli animali riferirono che non c'era traccia dei membri della gilda o di briganti, ma che più a nord si estendeva una foresta.

Il gruppo prese la sua decisione: si sarebbero avventurati nella foresta alla ricerca dei briganti e dei loro averi perduti ormai da giorni.
L'ambiente era molto buio e un silenzio inquietante avvolgeva la zona boscosa. Il gruppo avanzava lentamente cercando di non fare rumore in modo da potere aver la possibilità di sfruttare l'effetto sorpresa.
Dopo pochi passi Drazius si accorse che su un albero c'erano delle tracce fresche, bava di lupo, e avvertì il gruppo del probabile imminente pericolo. Tutti estrassero le proprie armi e si prepararono alla battaglia anche se non c'era traccia di avversari nei paraggi.
Durlach ebbe un'idea: si sarebbe avvicinato furtivamente per fornire una specie di avanscoperta per poi poter avvertire il resto del gruppo di ciò che li apsettava; Drazius lo avrebbe accompagnato, visto che ben sapeva come muoversi tra i boschi.

Ladro e druido si divisero dal resto del gruppo che restò fermo attendendo un segnale per avanzare. Dopo non molti metri il mezz'elfo, grazie al suo buon udito, si accorse che dietro di loro qualcosa si stava avvicinando e mise in allerta il cacciatore. Dall'aspetto sembrava un lupo ma era ancora in parte nascosto da alcuni arbusti del sottobosco. Drazius notò che la creatura non sapeva della loro presenza e perciò se avessero attaccato avrebbero avuto il vantaggio dell'effetto sorpresa, ma un istante dopo Durlach gli fece segno di girarsi: alle loro spalle una figura altissima e ricopeta da un mantello nero si stav avvicinando. Erano circondati dalle due strane figure.

Dopo pochi istanti il lupo si accorse della presenza dei due compagni e soprattutto della figura con mantello e si lanciò alla carica di quest'ultima. I due individui iniziarono una lotta senza esclusione di colpi durante la quale finirono sotto un cono di luce lunare che filtrava attraverso la volta alberosa rivelando così agli increduli osservatori le loro vere sembianze.
Un lupo mannaro e un vampiro lottavano l'uno contro l'altro per la supremazia e la sopravvivenza ignorando completamente Drazius e Durlach.

(continua...)

Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:25
 
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Nardu
view post Posted on 12/8/2006, 19:03




(...continua)

La lotta tra le due creature della notte infuriava: i due avversari si laceravano e si ferivano a colpi di morsi e graffi ignorando del tutto i loro allibiti spettatori.
Durlach e Drazius non avevano idea di come comportarsi, se intervenire o meno e soprattutto se avrebbero potuto affrontare da soli la minaccia rappresentata da queste due fenomenali creature.

Durlach perciò prese l'iniziativa e voltandosi nella direzione da cui erano venuti estrasse il suo arco composito. Incoccò una freccia puntando verso l'alto e scoccò con quanta più energia poteva.
Il dardo sorvolò il gruppo costituito da Nardu, Draugnim e Murtagh che lo avvistarono sortendo così l'effetto desiderato: i rimanenti membri della Gilda delle Ombre del Crepuscolo interpretarono il segnale come una richiesta d'aiuto dei compagni e si precipitarono verso il luogo da cui il lancio aveva avuto origine.

Quando anche gli ultimi tre membri della gilda giunsero al fianco dei loro amici rimasero a bocche aperte di fronte alla tremenda scena che si presentava loro: vampiro e mannaro era al culmine della loro collera e si colpivano senza esclusione di colpi.
I presenti erano alquanto sconcertati e occorsero diversi momenti prima che si decidessero ad intervenire, chi contro il mannaro, chi contro il vampiro.

Ma proprio quando il gruppo di armati si stava per avventare sulle bestie della notte ecco apparire una mano a dir poco colossale che afferrando le creature le stritolò uccidendole e ponendo fine alla loro guerra.
Il nuovo avversario era enorme anche se non ben definito a causa del buio persistente. Questi si avvicinò loro accogliendoli con un ghigno "E così siete voi i valorosi guerrieri a cui Bretonnia ha affidato il suo futuro? Sarà un'impresa facile allora portare il Caos in queste terre!"
Il paladino del caos che erano stati mandati dal sovrano di Bretonnia in persona ad eliminare era di fronte a loro e li sfidava deridendoli.

Prima che gli armati ebbero il tempo di lanciarsi alla carica il loro avversario puntò con lo sguardo Murtagh che tentò di sostenerlo ma senza successo. Il mago-stregone restò paralizzato dai poteri psionici del paladino corrotto.
Subito dopo colpi di spada, d'arti marziali e dardi tentarono di ferire il mostro ma senza ottenere effetti tangibili: anche mandando a segno i tentativi i danni inferti sembravano nullità per il loro avversario che li ignorava completamente.

Improvvisamente, per qualche oscuro motivo, Drazius venne fulminato da una bizzarra ma, come si rivelò in seguito, efficace idea. Schivando come meglio poteva i colpi dell'enorme avversario il druido iniziò ad intonare una litania dalle parole contorte si cui probabilmente solo Draugnim riuscì ad afferrare il senso. L'effetto lo si ottenne pochi istanti dopo quando il corpo del monaco iniziò ad ardere sprigionando una luce talmente intensa da essere quasi in grado di abbagliare. La creatura dell'Oscurità sembrò accusare gravemente il colpo e perciò tutti dedussero che non tollerava la luce.

Draugnim imitò la mossa del compagno druido sfruttando lo stesso potere sprigionando la stessa esplosione di luce.

Nardu, non essendo in grado di ricorrere al medesimo incantesimo, sfruttò ciò che più vi si avvicinava. Con una rapido gesto delle mani accompagnato da un simultaneo sussurrare di parole arcane lo stregone-guerriero infuse nella sua armatura un'energia magica tale da farla brillare come una torcia e ferendo paurosamente il temibile nemico.

Murtagh ebbe un lampo di genio e decise che sfruttare il proprio amico Nardu era la via migliore verso la vittoria. Ricorrendo al grande potere di cui era dotato lo stregone-mago iniziò a recitare la complicatissima formula richiesta dall'incantesimo prescelto. Dopo alcuni istanti un ultimo urlo di rabbia da parte dell'incantatore segnò che l'effetto stava per compiersi. Murtagh toccò Nardu che si sdoppiò in sei figure tutte uguali e tutti egualmente equipaggiate di armature brillanti come torce. Il colpo al paladino nero fu durissimo.

Il devoto del caos però non si lasciò sopraffare così facilmente e lanciando un urlo agghiacciante fece scendere il buio perenne sui suoi avversari. La notte non era mai sta così nera: nessuna forma d'illuminazione trapelava e si faticava a vedere ad un palmo dal proprio naso a causa dell'oscurità fittissima che dava una netta sensazione di essere in trappola.

Subito dopo il cavaliere paralizzò con i suoi poteri psionici buona parte della compagnia neutralizzando molte possibilità d'offensiva. E non limitandosi a questo passò al contrattacco colpendo violentemente chiunque gli capitasse a tiro soprattutto il povero Durlach che vide fare in pezzi il suo arco elfico proprio di fronte ai suoi occhi.

Nardu allora non perse la speranza e decise che avrebbe dovuto tentare una mossa disperata. Si lanciò in direzione del nero paladino schivando miracolosamente diversi colpi e quando giunse a stretta vicinanza dell'individuo richiamò tutta la sua energia nelle proprio mani ripetendo delle parole magiche che ormai aveva utilizzato un numero infinito di volte e ben conosceva. Come previsto i palmi iniziarono ad ardere ed all'ultimo gesto dello stregone diedero vita ad una coppia di raggi infuocati che centrarono il bersaglio gia indebolito carbonizzandolo.

Il colpo di grazia era stato inferto con violenza e la minaccia del caos era stata sedata. Dei membri della gilda dei guerrieri non c'era traccia come non c'era traccia di briganti o dei loro zaini perduti. In compenso Durlach si avvicinò ai cadaveri stritolati del vampiro e del lupo mannaro e, utilizzando il suo pugnale da caccia, ne ottenne degli ottimi trofei da esporre nella sede della gilda delle Ombre del Crepuscolo. Inoltre i due fratelli, Nardu e Durlach, riempirono i loro otri con il sangue rispettivamente di vampiro e mannaro: il loro desiderio era quello di poter ottenere, con l'ausilio dell'alchimia o della magia, il potere delle due creature.
Anche Drazius riempì il proprio otre con il sangue delle due bestie in modo da poterlo analizzare con calma e poterlo sfruttare con le proprie conoscenze alchemiche in modo da ottenere potenti pozioni dagli effetti ancora incerti.

La Gilda delle Ombre del Crepuscolo aveva adempiuto al suo compito e Bretonnia era salva grazie a quel ristretto gruppo di valorosi che indeciso sul dafarsi probabilmente si sarebbe preparato a tornare nella propria nuova casa sicuro di ottenere un meritato ringraziamento.

Edited by Nardu - 13/9/2006, 21:49
 
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Nardu
view post Posted on 12/9/2006, 20:04




Giorno Ventesimo dell'Ottavo mese.

L'Ombra era caduta davanti agli occhi degli eroi stupiti loro stessi da ciò che erano stati in grado di compiere: l'impresa più grande che avessero potuto mai neppure immaginare.
Draugnim vedeva per la prima volta nella vita, a causa della cecità, i volti dei compagni soddisfatti e contenti.
Ormai la notte volgeva al termine e una sottile linea rossa attraversava il cielo squarciandolo nonostante il sottobosco ove i cinque compagni si trovavano era ancora avvolto da cupe tenebre.

Il gruppo decise di raggiungere la città per poter riferire l'accaduto alla gilda dei guerrieri.
Abbandonarono la radura che il sole era gia alto sul Mara dell'Artiglio: la mente Murtagh, alla vista di quello spettacolo, tornò a Bretonnia, alla sua casa e ai suoi genitori trucidati inspiegabilmente accompagnata da una nota di malinconia.
La solita radura in prossimità delle porte della città suscita diverse sensazioni negli animi dei compagni che sembrano veramente cambiati.

Durlach decise di dirigersi come prima cosa all'armeria più vicina sperando di poter far riparare il suo arco elfico distrunno nel combattimento mentre Nardu, Drazius e Draugnim si precipitarono allla sede della cabala dei guerrieri per ricevere informazioni.
Mentre l'abile arciere rimase a bocca asciutta trovando la bottega ancora chiusa i suoi tre compagni alla gilda dei guerrieri trovarono l'ormai conosciuto responsabile delle reclute.
"Avete trovato i guerrieri della spedizione?" li aggredì il rispettabile individuo.
"No, signore. Non siamo riusciti a trovarli da nessuna parte e non abbiamo avuto neppure a disposizione molto tempo per cercarli visto che abbiamo dovuto lottare per la nostra vita!" rispose prontamente Nardu.
"Abbiamo sconfitto il Paladino del Caos che minacciava queste terre e il regno di Bretonnia." aggiunse subito dopo l'elfo Draugnim.
"Paladino del Caos? Nei confini dell'Impero?" chiese incredulo il responsabile della gilda "Ma non importa, bisogna trovare la spedizione: non abbiamo avuto più chiamate dal mago!"
"Siamo disponibili per ogni cosa, pronti a partire anche ora..." stava dicendo Nardu quando fu interrotto dalle parole dell'amico mezz'elfo alle sua spalle "Ma siamo molto stanchi e abbiamo estremo bisogno di riposare alcune ore; potremmo aiutarvi come ritenete opportuno in seguito."
Il guerriero-stregone riflettè un secondo su quelle improvvise parole e si accorse che erano più sagge di quanto avesse pesanto di primo impulso "Ha ragione! Dobbiamo obbligatoriamente riposare: la lotta con il Campione del Caos ci ha stremati."
"E sia. Andate a riposare e recatevi qui appena potete." setenziò il loro interlocutore.

I due druidi con l'umano riposarono insieme in una taverna non lontana mentre Durlach e lo stregone andarono a recuperare le forze indipendentemente l'uno dall'altro in un'altra taverna.
Il gruppo riposò più del previsto e quando il primo tra loro aprì gli occhi la tenebra già avvolgeva le terre di Mariemburg.
Il mago-stregone come primo pensiero decise di dirigersi alla gilda dei maghi della città mentre gli altri componenti della Gilda delle Ombre si diresse simultaneamente alla gilda dei guerrieri.

"Salve! Posso aiutarla." era una figura famigliare a Murtagh a parlare da dietro il bacone nella hall della sede della gilda dei maghi.
"Vorrei sapere dove posso trovare un negozio di magia in questa città."
Subito gli fu data una piccola pergamena quadrata raffigurante una cartina stilizzata della città dove erano messi in risalto i vari negozi di magia.
"Grazie e arrivederci!"
L'umano esperto della magia iniziò a visitare dei negozi senza trovare però nulla che lo interessasse.

(continua...)

Edited by Nardu - 13/9/2006, 21:49
 
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Nardu
view post Posted on 13/9/2006, 21:15




(...continua)

"Siete qui finalmente! Stavo per mandare degli uomini a cercarvi." con queste parole i membri della gilda delle Ombre furono accolti dal respinsabile della gilda dei guerrieri di Mariemburg che, come osservò Draugnim, portava un nastro di velluto nero legato al braccio.
"Sono andato in esplorazione con i miei compagni in cerca della spedizione partita ieri e con essa del nostro capo e li abbiamo trovati..." a queste parola il tono dell'uomo divenne particolarmente grave e la sua mano destra andò a toccare il braccio fasciato in sengo di rispetto "...tutti morti in una radura non molto lontano dal cadavere del Guardiano del Caos di cui mi avete raccontanto questa mattina."

"Vi ringrazio in nome di tutta la città se non perfino di tutto l'Impero per averci liberato da questa inimmaginabile minaccia e vi ammiriamo per l'impresa che solo dei valorosi eroi avrebbero potuto portare a termine!"
Il gruppo interrogò brevemente il responsabile venendo a sapere che ora era lui il nuovo capo della gilda dei guerrieri e che nella spedizione non era risultata traccia dei loro vecchi zaini. Ma l'informazione che tornò loro maggiormente utile fu che avrebbero potuto tornare a La Curonne con una delle navi mercantili che ogni giorno lasciavano Mariemburg; ricevettero dei permessi di viaggio firmati dal nuovo capo della gilda dei guerrieri in modo da poter viaggiare senza alcuna spesa e circondati da tutti gli onori e si congedarono. La prima nave sarebbe salpata allo scoccare della dodicesima ora.
"Nardu! Prima che andiate voglio che prendiate questo anche se non so che valore possa avere la mia parola non voglio che qualcuno metta in dubbio le vostre gesta." e così dicendo il capo dei guerrieri porse un foglio firmato che ringraziava la Gilda delle Ombre del Crepuscolo per gli enormi servizi resi all'Impero uccidendo il Campione del Caos.

Dopo di che il gruppo uscì.

Durlach si diresse velocemente ad un'armeria: aveva poco tempo prima che la nave che li avrebbe ricondotti a casa partisse, ma doveva far riparare il suo arco. Nell'armeria più vicina trovò un abile artigiano che ridiede la forma e la resistenza originali all'arma elfica senza troppa fatica ma proprio quando stava per uscire il ladro-ranger notò appesa ad una parete un'arma che catturò la sua attenzione. Un arco con l'impugnatura di un metallo sconosciuto al giovane elastico e resistente che man mano che si allungava verso le estremità si fondeva con del legno d'ebano perfettamente trattato. L'arma traspariva una potenza ed un'elasticità uniche nel suo genere e nonostante il costo fu elevatissimo Durlach lo acquistò spedendo tutto il denaro di cui disponeva senza batter ciglio.

Nardu, che aveva parlato grazie alla magia con il mago-stregone, raggiunse Murtagh ad un negozio di magia dove acquistò un discreto numero di agate magiche per ogni evenienza.

L'intero gruppo si ritrovò al molo principale di Mariembur pochi minuti prima della mezzanotte e si imbarcò, in quella che sembrò al curiosissimo Draugnim una nave stupenda Mostrando i permessi rilasciati dalla gilda dei guerrieri il gruppo di avventurieri fu accolto con tutti gli onori e trattato con ogni riguardo per tutto il viaggio fino a La Curonne che durò una lunga settimana.
 
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Nardu
view post Posted on 13/9/2006, 21:53




Giorno Ventisettesimo dell'Ottavo mese.

Dopo una lunga settimana di viaggio il gruppo sbarcò in un villaggio costiero non distante dalla capitale del regno di Bretonnia.
Per entrare in città varcarono il grande arco in stile classico che fungeva da porta naturale per la grande capitale del regno. Si sentirono come i grandi re umani Konossol e Commodorus, che erano soliti passare sotto archi in grandi parate per festeggiare ritorni vittoriosi dopo le battaglie contro le orde barbariche o orchesche.
L’emozione era forte e anche se non stessero sfilando in una grande sfilata militare ogni persona che incontrava i componenti della Gilda delle Ombre del Crepuscolo si gettava a terra ringraziando gli Dei per aver donato pace alla città e al regno.

Ben presto le strade si riempirono, la gente correva al di fuori delle case per acclamare i suoi nuovi eroi: tutt’intorno a loro regnava il caos. Il frastuono delle urla di gioia rendeva impossibile la comunicazione anche tra i compagni stessi.
Il bagno di folla si apriva a cono davanti agli sbalorditi e increduli neo-eroi dandogli la possibilità di passare, ma offrendo però una sola strada, quella verso il palazzo reale.
Duarlach, Drazius, Draugnim, Nardu e Murtagh erano nomi acclamati a gran voce e questo non faceva che aumentare il disagio e l'imbarazzo degli avventurieri del tutto spiazzati da un'accoglienza tanto calorosa.

Per raggiungere la Rocca le Ombre passarono dalla piazza ove notarono il “Cavaliere Misterioso” riposatosi sul suo piedistallo di roccia: aveva sul viso un'espressione serena e la sua materia era mutata da pietra in un meraviglioso cristallo ricamato d’argento. Per un momento sembrò che la statua li stesse fissando e, con lo sguardo, ringraziando per avergli donato un tanto desiderato lieto riposo eterno. L'elfo del gruppo fermò brevemente il suo passo davanti alla figura del cavaliere e rincambiò lo sguardo colmo di gratitudino con un accenno del capo in sengo dirispetto.

Arrivarono davanti all’imponente entrata del palazzo reale. I due picchieri di guardia al vederli avvicinare accennarono un inchino e poi si diressero verso il centro del portone spalancandolo.
Subito si scorse la lunga scalinata ricoperta da un tappeto di seta rosso. D’un tratto le trombe iniziarono a suonare e festa per poi sfumare le ultime note proprio quando il ciambellano iniziò a professare con voce solenne:
“Ave in voi, Ombre del Crepuscolo. Bretonnia e Re Leouncore vi salutano!”

Dall’alto della scalinata comparì l’armatura risplendente di luce d’orata del Re. All'istante le gilda delle Ombre fece per accennare un inchino ma il Sovrano alzò repentinamente la mano come a voler indicare loro di restare fermi.
Scese con l’eleganza e la fierezza che solo un Re può avere e con voce ferma pronunziò “Non inchinatevi mai più davanti al mio cospetto, perché io sono solo un povero sovrano; ma voi siete degli eroi” e così dicendo flettè il busto a mo d'inchino dinanzi alle Ombre e con lui tutto il popolo. Gli sbalorditi eroi furono gli unici a restare alzati.
Il silenzio avvolse tutta la città...

Riuscirono a farsi largo tra i popolani che vi erano intorno. Erano guardati come delle divinità, si sentivano urla che chiedevano benedizioni per parenti malati o persone che offrivano la vita del loro toro più grande in cambio di pace e prosperità per la propria famiglia. Nessuno della Gilda era abituato a questo e si sentivano spaesati.

Raggiunsero la gilda ed entrarono in fila salutando a braccia giunte in segno di vittoria. L’ultimo a varcare la soglia della loro sede fu Drazius che sbattè la porta dietro di se appoggiandosi con le spalle al robusto ferro dei lunghi cardini e inspirando: un gesto come a voler chiudere questa avventura in modo definitivo. Quest'avventura che era costata molta fatica, aveva comportato enormi rischi ma che alla fine aveva portato a gloriosi risultati.

La Gilda delle Ombre del Crepuscolo aveva guadagnato stima e rispetto; la loro sede era adorna dei trofei e degli oggetti che segnavano a chiunque varcasse la soglia dell'entrata che si trovava al cospetto di un gruppo di valorosi avventurieri ruduci di infinite imprese: la testa di un Lupo Mannaro e quella di un Vampiro erano sistemate alla parete come monito, dall'altro lato il ringraziamento ufficiale di Mariemburg firmato dal Capo della Gilda dei Guerrieri era racchiuso in una sfarzosa bacheca, su una parete al centro il vecchio arco elfico, dono passato dello stesso Sovrano di Bretonnia, ammagliava chiunque vi posasse gli occhi.

Il sovrano di Bretonnia li aveva congedati con queste parole "Come posso ricompensarvi? Nulla di ciò che potrei darvi vi ringrazierà mai abbastanza per ciò che avete compiuto o Gloriose Ombre per il mio regno e per tutto il suo popolo."
“La mia gratitudine non ha limiti. Le vostre gesta saranno ricordate per i secoli avvenire dai bardi di Bretonnia. Sarete ricordati con il nome Ombre Eroiche del Crepuscolo.” Con un gesto del dito indice chiama a se un forte potere interno: “Benedicti spirite, Fortificae Corpus et Mortem vinci.
"Ora andate, raggiungete la vostra gilda e riposate. Ve lo siete meritato!"

L'Oratore.

Edited by Nardu - 14/9/2006, 22:20
 
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