[Ombre del Crepuscolo] La Tomba d'Oro (7)

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Nardu
view post Posted on 20/9/2006, 18:36




Giorno Trentunesimo dell'Ottavo mese.

I primi raggi del mattino rischiaravano la città de La Curonne ancora avvolta dal sonno ristoratore di ogni notte; in queste ore solo pochi bottegai e i padroni dei forni, che ogni mattina all'alba si preparavano per la lunga giornata di lavoro, davano segno ad un qualsiasi viaggiatore che fosse finito per caso tra le mura della capitale di Bretonnia che in quella città c'erano forme di vita scacciando il più ovvio e immediato pensiero di una città fantasma.
Le grandissime vie principali era sgombre e quasi completamente deserte ad esclusione di qualche garzone che correva solitario immerso nel silenzio e le vie secondarie, ancora buie e visitate esclusivamente da animali randagi o al massimo qualche ubriaco che tentava ancora di smaltire l'eccessivo alcol assunto durante la notte, suggerivano l'immagine di una buia città morte esercitando un inquietante senso di pericolo.

Camminando tra le vie ancora addormentate un gruppo di individui era la perfetta incarnazione di ogni paura che la mente di un povero sventurato, tutto solo in queste ore perso in una città sconosciuta e dall'aspetto inospitale, avrebbe potuto creare.
Erano cinque le figure che camminavano silenziosamente con passo sicuro.
Tre di loro, avvolte dai loro lunghi mantelli neri e con i cappucci gettati sulle spalle, avanzavano con fare sicuro con i volti, su cui era dipinta un'espressione di soddisfazione, scoperti. I loro passi lenti ma decisi indicavano una determinazione degna di nota nel raggiungere il proprio obbiettivo senza perdersi in distrazioni.
Con loro un quarto individuo, prestante e dal modo di fare decisamente carismatico, era l'unico dell'assortito gruppo a non portare un mantello, nè un armatura, nè altro. Indossava dei semplici vestiti assumendo così l'aspetto di un povero mendicante se non fosse stato per un particolare che solo da vicino si sarebbe potuto notare: nella mano destra il grande uomo stringeva un cilindro di discrete dimensioni in avorio decorato con oro e cristallo. L'oggetto dall'innegabile valore era la rpova tangibile che il proprietario doveva essere tutt'altro che un mendicante.
Al seguito dei quattro uomini una quanti ed ultima figura li seguiva cob fare circospetto. Era di statura decisamente più bassa rispetto a quelli che dovevano essere suoi compagni o almeno conoscenti e di corporatura indubbiamente ridotta. La figura misteriosa avanzava con passo felino, guardandosi intorno, avvolta da un mantello nero come la tenebra compreso di un cappuccio che le arrivava a coprire gran parte del volto: era impossbili identificare, se non da una notevole vicinanza, che la figura altro non era che un'aggrazziata fanciulla e anche in questo caso definirne con precisione i lineamenti sarebbe stata un'impresa a dir poco ardua.
Al fianco della donna un'insolito gatto seguiva quella che dava proprio l'impressione di essere la sua padrona come un'ombra silenziosa.

I membri della gilda delle Ombre del Crepuscolo, reduci da poco dalla loro grande impresa, ma gia stufi del riposo e assetanti di avventura, si stavano dirigendo verso il luogo da dove avrebbe preso inizio la loro nuova missione. Con loro due nuovi, inaspettati, compagni li spalleggiavano spinti, più che da un senso di avventura vero e proprio, dal desiderio di racimolare qualche moneta d'oro.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 20/9/2006, 18:59




(...continua)

Gli avventurieri professionisti furono accolti con un certo rispetto nell'edificio, grazie anche alla loro discreta fama e alla reputazione di eroi che li precedeva ovunque andassero per la capitale.
Il compito dei cinque compagni sarebbe stato quello di recuperare un prezioso manufatto, una statuetta sacra, celata all'interno di una tomba sicuramente irta di trappole ed ostacoli.
"Potete tenere per voi ogni cosa che doveste trovare nella tomba, a noi interessa solo recuperare la statuetta. Ciò che troverete sarà la vostra ricompensa."

I cinque, spinti da un'irrefrenabile voglia di esplorare la tomba in cerca di ricchezze, erano gia pronti a partire quando il loro mandante li fermò prensentando loro un individuo dall'aspetto nobile e allo stesso tempo umile.
Zartas era il nome del paladino che li avrebbe accompagnati aiutandoli nella loro ricerca e garantendo il ritorno della statuetta, in caso fosse stata trovata, al ritrovo della sua confraternita. Sicuramente il paladino-chierico sarebbe stato un membro indispensabile al gruppo grazie ai suoi innumerevoli poteri di guarigione e protezione.

Dopo pochi attimi gli avventuerieri erano fuori dall'edificio e Durlach stringeva tra le mani la mappa dove era indicata la locazione della tomba. Subito il ladro si mise due dita in bocca e lanciò un fischio, un istante dopo il suo fedele destriero stava arrivando al galoppo per servire il padrone. Durlach montò in groppa al suo fedelissimo compagno e senza grandi convenevoli iniziò a marciare nella direzione indicata dalla mappa lasciando indietro i compagni occupati a discutere di argomenti inutili. Darna, che grazie ai suoi riflessi aveva notato questa mossa dell'amico, ebbe la brillante idea di effettuare uno spettacolare ed acrobatico salto in direzione del cavallo in modo da sedersi esattamente dietro al suo cavaliere e aggrappata come meglio poteva al ranger si fece trasporatare comodamente seduta.

Passata poco più di un'oretta di viaggio la spedizione di recupero si era lasciata alle spalle le porte della città diretta all'entrata segreta della tomba.

(continua...)

Edited by Nardu - 24/9/2006, 13:13
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 15:43




(...continua)

Il viaggio non fu molto lungo e il gruppo di esploratori raggiunse un piccola foresta che sulla mappa era indicata come la zona dove l'ingresso segreto alla tomba si celava.
Da quel momento il gruppo di affidò all'inegualiabile esperienza di Darna come predatrice di tombe affidandole la mappa e la guida del gruppo.
La maga-ladra non perdette tempo per prendere l'iniziativa e iniziò subito a guardarsi in torno consultando la mappa in cerca di indizi o riferimenti a dove si sarebbe potuta collocare l'entrata nascosta.
Non passarono molti minuti che l'abile umana aveva gia individuato delle antiche iscrizioni su una parete rocciosa e dopo averle tradotte aveva indicato ai suoi compagni di viaggio il luogo approssimativo dove presumeva si nascondesse l'entrata segreta alla tomba.
Darna non si sbagliava e nel giro di poco tempo il gruppo di esploratori si trovava a poca distanza da una porta scolpita nella viva roccia, avvolta dall'edera e il muschio che con il tempo l'avevano quasi interamente ricoperta.

"Prestate attenzione..." stava dicendo Durlach ai suoi compagni per metterli in guardia quando questi iniziarono ad avanzare. Il ranger infatti aveva notato le tracce di alcuni gnoll ed aveva estratto il suo arco tenendosi pronto alla lotta.
Ma a cogliere alla sprovvista i sei avventurieri non furono gli gnoll ma una strana figura alata, che dall'alto della collinetta in cui era scavata l'entrata alla tomba si era gettata su di loro colpendoli con i suoi artigli. Un attimo dopo la figura era sparita, nascosta da un gruppetto di alberi.
Gli avventurieri si prepararono al combattimento impugnado le armi: nessuno aveva ancora identificato la natura della creatura. Darna, con fare silenzioso e impugnando la sua letale arma, si mosse a debita distanza come per aggirare il nascondiglio del mostro in modo da poter avere una visuale migliore e poter capire con cosa avevano a che fare. La donna riconobbe subito la sagoma della ficura come un gargoyle di pietra, probabilmente posto a guardia della tomba d'oro.
Contemporaneamente Dyred, il chierico-stregone compagno di Darna, si era vvicinato alla figura nascosta cercando di instaurare un dialogo seguendo la sua indole poco violenta. La creatura, che non era ancora stata identificata dal gruppo per esclusione della donna, non reagì di buon grado e fece per uscire dal suo rifugio con fare minaccioso. Dyred reagì d'impulso impugnando la sua bianca lama magica e brandendola in direzione della minaccia nonostante fosse a conoscenza che in caso di un attacco la sua lama di luce candida si sarebbe rivelata completamente inutile. Nonostante ciò l'effetto intimidatorio dell'arma si rivelò più devastante dell'arma stessa dato che alla vista del cono di luce il gargoyle fuggì infiltrandosi nella foresta.
La via verso l'entrata della tomba era sgombra.

Darna, saggia di molte avventure passate, si fece passare dall'elfo del gruppo uno dei suoi spadoni e impugnandolo con cautela inizò a battere i vari mattoni, finemente lavorati e perfettamente sistemati, con la lama dell'arma in cerca di trappole o tasti nascosti. La tattica che sembrò del tutto superflua invece garantì l'assenza di trappole all'esterno ma non li aveva aiutati a scoprire il modo per aprire la misteriosa porta.
La predatrice di tesori cominciò allora a setacciare, sia con lo sguardo che con le mani, ogni millimetro della parete rocciosa in cerca di un qualche tipo di interruttore o serratura; stavolta la ragazza portò a buon fine le proprie ricerche individuando un'insenatura circolare nella parete.
Senza esitare, dopo una brevissima riflessione interiore, la ladra afferrò il proprio cilindro incantato in ebano nero e ne attivò il potere facendo scaturire la lama di luce d'ombra da un'estremità e inserendola esattamente nella fessura circolare.
La porta iniziò a scostarsi lentamente accompagnata dal rumore di pesanti blocchi di pietra che sfregano.

(continua...)

Edited by Nardu - 24/9/2006, 17:09
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 17:04




(...continua)

La porta di pura roccia si stava ancora spostando quando una coppia di dardi, scagliati da un'egual numero di balestre nascoste, sibilarono a tutta velocià in direzione di colui, o in questo cosa colei, che aveva azionato l'interrotture d'apertura. Fortunatamente per sè la ladra, addestrata a restare sempre in guardia e grazie ai sui repentini riflessi, riuscì a scostarsi giusto in tempo riportando solo dei lievi graffi. La prima di una lunga serie di trappole che li attendeva era scattata.

Darna fece per entrare nell'enorme stanza che le si prensentava davanti e il resto dei componenti del gruppo si avvicinò non senza esitare prima di oltrepassare la soglia.
La stanza, enorme, era scarsamente illuminata, anzi per la precisione l'unica luce che rischiarava l'ambiente era quella che penetrava attraverso la porta d'ingresso alle spalle degli esploratori ancora spalancata; il soffito era costituito da un'enorme cupola in roccia scavata direttamente nella collina e le pareti erano finemente scolpite, completamente lisce e dall'aspetto solidissimo anche se al momento erano per lo più avvolte dalle tenebre.

Durlach, l'unico del gruppo che al momento la ladra riteneva un valido compagno vista l'affinità nelle loro capacità e nei loro modi di pensare, si avvicinò alla ragazza attendendo istruzioni. L'uomo si affidava alla sua nuova compagna ben sapendo, come aveva dimostrato, che era lei la più adatta in quell'ostile luogo e che sarebbe stata l'unica a strovarsi a suo agio tra le trappole e i labirinti. La maga ebbe un'idea fulminea e toccando l'uomo al suo fianco con una mano recitò le semplice arcane parole che richiamavano un'incantesimo banale per un qualsiasia arcanista. L'armatura di Duralch inizò a brillare di luce propria e il ranger fu utilizzato dal gruppo come torcia umana per illuminare tutto l'ingresso.

Il ladro-ranger fece per muoversi nella stanza seguendo il perimetro con lo sguardo e cercando eventuali porte o corridoi. La risposta alle sue ricerche non si fece attendere e mentre gli altri componenti del gruppo, Darna compresa, erano ancora alle prese con le loro osservazioni l'attuale responsabile della gilda delle ombre del crepuscolo si mosse in direzione di una porta laterale.
La mossa, anche se rivelò a tutto il gruppo la posizione della porta che conduceva alla via che avrebbero dovuto seguire, non si rivelò particolarmente saggia perchè il costo di tale rivelazione non fu del tutto indolore.
Durlach era a pochi passi dalla porta in legno massiccio, rinforzata con assi in metallo, quando una freccia scoccata da un'altra balestra nascostà compì un brevissimo arco a gran velocità centrando il ladro ad una spalla. Subito il giovane si sentì mancare e i muscoli del corpo gli cedettero facendolo così cadere a terra Anche l'armatura smise di brillare e la stanza tornò ad essere avvolta dall'oscurità più cupa.

Murtagh vedendo calare nuovamente la tenebra decise di utilizzare il potere in lui racchiuso e perciò compiendo un simile ma indipensabile gesto con la mano recitò una complicatissima formula, ormai padroneggiata alla perfezione, che fece comparire quattro fiamme eteree al centro della stanza. L'effetto ottenuto fu proprio quello desiderato dallo stregone: quattro enormi fiamme, completamente innoque per qualsiasi essere, brillavano al centro della stanza riportando alla luce l'intero ambiente, compreso il corpo di Durlach immobile sul pavimento a pochi metri dalla porta che aveva individuato.

Darna, chinandosi e camminando con fare circospetto e prudente, si avvicinò al compagno caduto. Subito notò il dardo conficcato nella spalla dell'uomo e riconobbe, grazie al vivace colore violaceo, il veleno con cui era stata intrisa l'arma.Senza un momento d'esitazione la donna estrasse il con forza il dardo dal corpo dell'amico gettandolo a terra; un attimo dopo la ladra stava frugando nello zaino del giovane ancora paralizzato in cerca di qualcosa. Passati pochissimi attimi la ragazza stringeva nella mano le mire dell sua ricerca: un affilatissimo shuriken che utilizzò come arma da taglio per incidere un taglio decisamente profondo nella spalla del compagno proprio dove era stato compito. Il sangue dell'umano iniziò a scorrere copiosamente e con esso anche il veleno stava fuoriuscendo dalla ferita: Darna stava salvando la vita a Durlach.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 17:54




(...continua)

Le cure al ladro caduto non tardarono ad arrivare grazie all'intervento del paladino di nome Zartas. Pochi istanti dopo Durlach avanzava impavido in direzione della porta che aveva trovato, sicuro dell'assenza di ulteriori trappole. Tale sicerezza gli era stata fornita dal lancio di un paio di shuriken che erano andati a conficcarsi nel legno massiccio senza al tipo di intoppo.

Il ragazzo aprì la porta e fece segno alla sua compagna, fino ad ora sempre più indispensabile, di procedere in prima fila.
Darna, riluttante all'idea di dover rishciare per il bene del gruppo, non ebbe il coraggio di rifiutare ed avanzò al fianco del ladro lungop il corridoio che si inerpicava nella tenebra.
Attraversarono diversi bivi fino a giungere in prossimità di un'altra piccola porta in legno. Stavolta la prudenza la fece da padrona. La donna si appiattì ad una parete ed iniziò ad avanzare con cautela mentre l'uomo la seguiva strisciando a terra. Purtroppo la prudenza non fu sufficente dato che il ranger dopo pochi metri si accorse di aver premuto con un gomito una mattonella che per colpa della pressione era sprofondata di acuni centrimenti nel pavimento: probabilmente si trattava di una trappola. Darna fece per avvicinarsi in modo da capire su cosa il ladro avesse poggiato il suo gomito quando anch'ella si accorse di aver posato il piede su un'altra mattonella che scese di pochi centimentri incassandosi nel pavimento.
Durlach ebbe allora la fenomenale idea di utilizzare uno dei proprio shuriken in moda da incastralo nella fessura tra il pavimento e la mattonella-trappola e così bloccarla. Il tentativo riuscì e un secondo dopo il ranger stava ripetendo l'operazione vicino al piede dell'amica.
Oltrepassato anche quest'ostacolo il gruppo raggiunse la porta che si rivelò aperta e l'attraversò.

La stanza in cui finirono era decisamente di piccole dimensioni e le pareti, completamente spoglie, rivelavano alla luce-ombra della lama magica scaturita dal cilindro in ebano la loro età: ricoperte in parte da muffa e con gli evidenti segni del tempo, anche se avevano mantenuto bona parte della loro solidità, le pareti tradivano il fatto di essere lì da un tempo immemorabile.
Draugnim, l'elfo, avvertì per la seconda volta da quan'era entrato nella tomba uno stranissimo odore che non riusciva a riconoscere e stavolta decise di avvertire i compagni e metterli in guardia verso un probabile imminente pericolo.
Zartas allora utilizzando i poteri concessigli dalla sua divinità tentò di captare l'origine dell'aura maligna che li avvolgeva, ma riuscì solo a rendersi conto che era più vicina di quanto avrebbre creduto in un primo momento.

Avanzaraono per un ennesimo corridoio che partiva proprio da quella stanzina, Darna in testa alla fila.
Dopo non molti metri i riflessi della ladra vennero duramente messi alla prova: un enorme braccio rosso comparve improvvisamente da un svincolo che stavano per imboccare brandendo una mazza pesantissima. Fortunatamente la ladra si scostò in tempo per uscire incolume dall'assalto ma il mostro li attendeva senza pietà.

Iniziò una durissima lotta in uno spazio angustissimo, decisamente a favore del mostro dato che le pareti bloccavano i movimenti del gruppo e solo Darna era libera di colpire sostenuta dai fianchi da Durlach e Draugnim. Zartas, Dyred e Murtagh non erano in grado di prendere parte allo scontro e si limitavano a spalleggiare gli amici.
Il mostro inoltre era talmente potente che bastava incrociare il suo sguardo per rimanere completamente paralizzati per diversi minuti, ogni tipo di incantesimo si rifletteva sull'aggressore provocando gravi ferite tra il gruppo di avventurieri e i colpi, sempre precisi e rapidissimi, colpivano nel profondo dell'animo i malcapitati.

La lotta infuriò per molti minuti ma al termine dello scontro il gruppo in cerca della statuetta coqnuistò la vittoria. Darna era caduta a terra priva di sensi per colpa di un colpo maldestra dell'amico Dyred che l'aveva ferita alla schiena. Duralch e Draugnim erano profondamente lacerati nel profono del loro animo e faticavano a recuperare lo spirito di prima.
Fortunatamente nel giro di pochi minuti, anche grazie all'ausilio della magia, il gruppo era di nuovo in grado di camminare ed eventualmente lottare ma la strada da affrontare non era ancora molta.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 19:05




(...continua)

Ai piedi del piccolo diavolo un piccolo bottino, che fu spartito tra i vari membri del gruppo, era la ricompensa per l'ambita lotta ma solo Murtagh si accorse di un manufatto importantissimo. Il diavolo portava al dito quello che sembrava essere un anello di fattura eccezzionale e senza esitazioni lo stregone lo indossò.
All'istante il mondo agli occhi del mago stregone mutò radicalmente e un nuovo potere lo pervase: quello splendido oggetto dai poteri inegualiabili forniva al possessore il potere di vedere attraverso gli oggetti.
Darna scorgendo i movimenti e le espressioni del mago intuì, malamente, il potere che l'anello forniva al possessore ma decise che per il momento avrebbe assecondato la volontà di Murtagh nel tenere celato il suo potere.

Avanzarono lungo un corridoio fino a trovarsi in una grandissima stanza. Due colonnati delimitavano un egual numero di ale laterali e in fondo alla navata centrale si poteva scorgere quello che sembrava un piccolo altare. Sopra all'altare un oggetto molto simile alla statuetta sacra li attendeva.

Durlach stava gia per lanciarsi in direzione dell'altare quando lo stegone, che con l'anello indossato era riuscito a scorgere che alcune mattonelle nascondevano una trappola, lo mise in guardia.
Sotto suggerimento del gruppo Murtagh fu costretto ad avanzare per primo subito seguito da Durlach e Dyred che tentavano di seguire i passi dello stregone-mago per evitare di attivare involontariamente un chissà quale marchingegno di morte.
Fortunatamente i tre giunsero all'altare senza toccare le pietre fantocce. Il mago, senza pensarci due volte, fece per allungare la mano per afferrare la statuetta ma la sua mano si fermò contro uno scudo invisibile.

Il gruppo allora pensò che solo un seguace del dei rappresentato dalla statuetta poteva abbattee la barriera invisibile e perciò chiamarono Zartas, che era rimasto indietro per evitare i pericoli delle trappole, e lo guidarono con la voce in modo da evitare il rischio che attivasse qualche letale effetto a catena. Purtroppo neppure il paladino riuscì a superare la barriera invisibile. Subito Durlach iniziò ad esaminare il piedistallo in cerca di un qualche tipo di meccanismo ma trovò solo un strano foro a forma circolare che indicò al resto dei compagni.

Darna, che era rimasta indietro per sua scelta, toccata nella curiosità, si fece avanti, evitando abilmente le trappole disseminate lungo il percorso, e raggiunse l'altro ladro. Dopo aver esaminato il foro proclamò che quella sicuramente era la forma dell'anello che prima Murtagh aveva recuperato all'ormai defunto guardiano della statuetta. Lo stegone-mago notando l'inconfutabilità di tali affermazioni si tolse l'anello del desideri oe con riluttanza lo inserì nel foro. Un secondo dopo le persone lì vicine udirono il sonoro flagore di meccanismi che entravano in funzione all'interno della colonnina e fu il segno lampante che lo scudo invisibile era caduto.

Subito lo stregone tentò nuovamente di afferrare la statuetta ma fu preceduto dal ladro che si fiondò con le sue rapidissime mani. Purtroppo per lui appena toccò la statuetta il suo corpo fu colpito da un fremito e la sua mente si annebbiò. Il ladro cadde a peso morto all'indietro finendo su una delle pietre che attivavano la trappola e istantaneamente un'enorme blocco di pietra cadde sui compagni vicini all'altare. Fortunatamente il masso colpì solo di striscio i malcapitati ma ferì ugualmente molti di loro.
A turno uno dopo l'altro, eccetto Darna e Draugnim, tentarono di raccogliere la statuetta che era caduta a terra subito dopo che il masso aveva colpito il suolo e uno dopo l'altro caddero a terra colpiti da fremiti e convulsioni un attimo prima di svenire proprio come era accaduto al ranger-ladro.

Rimasti in piedi solo l'elfo e la ragazza umana il primo ebbe un'idea. Prese il suo mantello lo avvolse o mo di fagotto intorno al manufatto sacro stando ben attento a non toccarlo, dopodichè se lo infilò nello zaino. La geniale idea si concluse in modo catastrofico e anche l'elfo cadde come i suoi compagni.
Rimasta sola Darna frugò nelle tasche e negli zaini dei suoi compagni in cerca di qualsiasi oggetto di valore che le sarebbe potuto interessare, in fondo quello era il momento migliore per arrotondare la sua paga. Alla fine della ricerca intascò un potente anello magico di proprietà del paladino.

Conclusa l'azione di depredaggio la ladra afferrò il fagotto contenente la statuetta prestando molta attenzione e tenendonolo il più distante possbile da sè e poi attese.
Dopo alcuni minuti i componenti del gruppo si rialzarono visibilmente provati e Darna diede il fagotto contenente la statuetta al paladino scrollandosi di dosso quella responsabilità.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 19:35




(...continua)

Il gruppo si rimise subito in marcia: dovevano abbandonare quella tomba e tornare a La Curonne dove il copo dell'ordine di Zartas li attendeva per ricevere la statuetta sacra.

Appena fuori dalla tomba d'oro il gruppetto di abili esploratori si trovò faccia a faccia con il gruppo di gnoll di cui avevano individuato le tracce prima di entrare: erano in tre.
"Consegnateci la statuetta ed andate via!" urlò in un comune molte stentato quello che doveva essere il più intelligente dei tre. Murtagh sistava gia preparando a concentrare la propria energia per eliminare la minaccia mentre Durlach aveva gia preso mano all'arco quando Draugnim si avvicinò con fare sicuro ai tre mostri.

L'elfo li osservò attentamente e sembrò catturare la loro attenzione in un modo talmente efficace da sembrare innaturale. Dopo alcuni minuti Draugnim ordinò al gruppetto di gnoll, usando un tono molto calmo e suadente che però non permetteva discussioni, di eliminarsi a vicenda.
I tre gnoll senza esitare un solo istante iniziarono a lottare per compiacere il loro nuovo padrone e dopo molti colpi violentissimi e senza pietà due di essi caddero a terra privi di vita. Il terzo gnoll guardò perplesso la figura che tanto adorava, anche se non ne capiva bene il motivo, ma era certo che sarebbe morto volentieri per renderla felice e sembrò che Draugnim leggesse nel pensiero del mostro dato che dopo averlo osservato gli ordinò di suicidarsi.
Lo gnoll senza neppure chiedersi perchè impungò la sua stessa arma e si sventrò felice di seguire gli ordini del suo padrone.

Draugnim aveva dimostrato come un druido nasconde qualità che difficilmente si possono immaginare.

Senza nemmeno aspettare che il cadavere del terzo gnoll spirasse Durlach stava gia deprendando i corpi in cerca di oggetti di valore e infatti vi trovò un paio di gemme preziose, oltre alle armi di scarsa fattura e le armature in pelle.
Dyred, anch'esso occupato a depredare i cadevere dei poveri animali, recuperò quella che sembrava essere una pergamena. Iniziò a leggerela incuriosito ma fu subito notato da Murtagh, avido di conoscenza e potere, che si lanciò su di lui per tentare di strappargliela di mano. Ci fu una breve colluttazione tra i due stregoni che si contendevano il manufatto di pergamena ma proprio durante la lotta il papiro si strappò rompendosi in due parti.

Nell'istante preciso in cui la pergamena si ruppe Zartas volò al suolo perdendo i sensi per un'istante. Quando si rialzò il suo sguardo traspariva un'evidente stato di collera pura.
"Chi ha osato strappare la sacra pergamena in cui erano racchiuse alcune tra le più importanti preghiere?"
Sia Dyred che Murtagh mentirono accusandosi a vicenda ma, chissà per quale motivo, il paladino credette al chierico-stregone dando la colpa invece allo stregone-mago. Si avvicinò a Murtagh con un gesto di sfida e gli intimò di chiedere ammenda. Purtroppo per lui l'ostinato mago si rifiutò di chiedere perdono e mantenne lo sguardo fisso. Senza esitare Zartas lo sfiorò brevemente recitando una litania rivolta alla sua divinità: il corpo dello stregone volò in aria per ricadere alcuni metri più avanti a peso morto. Murtagh aveva perso i sensi ed era bastato un solo colpo del paladino.
"Ma non finisce qui. Il mio mentore ti punirà come meriti" disse più come avvertimento verso gli altri membri del gruppo, in particolare verso Darna, che in direzione del mago ormai svenuto.

Da quella frase e soprattutto dallo sguardo che gli rivolse la ladra pensò che forse il paladino si era accorto del furto dell'anello e che probabilmente la sospettava. Infatti le sue deduzioni non erano errate.
Mentre continuavano la camminata verso la città la giovane fanciulla si avvicinò al possente paladino e rivolgendosi a lui con una vocina indifesa "Ho notato il tuo atteggiamento nei miei confronti. Cosa ho fatto di tanto male da non meritare il tuo rispetto?"
"Mi è stato sottratto un mio anello e sono quasi pronto a mettere la mano sul fuoco che sei tu la responsabile di questo furto!" rispose Zartas con uno schicco della lingua.
Darna frugò un istante nello zaino fingendo di cercare qualcosa ed estraette l'anello del paladino "E' per caso questo? L'ho trovato a terra a fianco alla statuetta e pensandolo di proprietà del guardiano l'ho raccolto e tenuto per me, non sapevo fosse tuo! Ecco prendi!"
Il paladino credette alla menzogna della ladra e oltre a perdonarla per tutto stava rivalutando le sue considerazioni sulla ragazza che sembrava dimostrare un lato altruistico fino a quel momento nascosto.
"Tienilo pure se ne hai bisogno!" concesse l'uomo dal cuore nobile.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 24/9/2006, 19:51




(...continua)

I sei partiti al mattino alla ricerca della statuetta tornarono alla capitale del regno di Bretonnia molto prima del tramonto. Draugnim portava in spalla il mago ancora privo di sensi a causa del colpo ricevuto dal paladino che lo aveva punito per la sua azione sacrilega.

Gli avventurieri si diressero immediatamente alla sede della confraternita di Zartas dove il capo li attendeva con trepidazione.
Dopo essere entrati furono condotti alla stanza delle udienze dove il grande maestro era impazientemente seduto ad attendere. Zartas si avvicinò di qualche mentro dopodichè si inginocchiò levandosi le scarpe, come era usanza fare secondo le loro regole di comportamento, e nuovamente iniziò a cammianare verso il suo padrone.
Raccontò del recupero della statuetta, che subito fu consegnata ad un paio di uomini che la portarono in una stanza sul retro, e dell'azione sacrilega compiuta da Murtagh.
"Dovrò punire il vostro compagno per l'oltraggio commesso!" setenziò con voce solenne dopo alcuni istanti di pure silenzio l'uomo dall'aspetto anziano ma autoritario.

Senza attendere oltre un gruppo di paladini afferrarono lo stregnone che stava iniziando a recuperare i sensi e lo trascinarono nella stanza nel retro.
"Dobbiamo fare altro per lei o possiamo andarcene?" chiese senza mezzi termini la ladra ma non ricevette una risposta immediata.

Era calato il silenzio e i quattro avventurieri osservavano il loro anziano mandante senza sapere bene come comportarsi.
Un attimo dopo ci fu un grido: una tremenda e crudele risata di gioia.

Zartas uscì dalla porta nel retro e si avvicinò al suo padrone per riferirgli qualcosa in privato, ma Darna, incuriosita dalla risata di un attimo prima si avvicinò senza farsi sentire origliando tratti della discussione.
"...è riuscito ad entrare in un portale dimensionale ed ha la statuetta con sè..."

Darna, incuriosita ancora più di prima, chiese per stuzzicare il suo interlocutore una seconda volta "Dobbiamo fare altro o possiamo andarcene?"
"Oh, certo che dovete fare altro. Il vostro compagno ha rubato la statuetta e voi la recupererete!"
Le parole erano appena uscite dalla bocca di colui che le aveva pronunciate quando Darna, Dyred, Durlach e Draugnim si accorsero che il mondo intorno a loro era cambiato come per magia. In un istante non erano più a La Curonne e probabilmente non erano nemmeno più nel Piano Materiale.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 5/10/2006, 15:10




(...continua)

Il mondo intorno gruppo aveva assunto una strana sfumatura rossastra: il cielo era dipinto di rosso, l’orizzonte era di una arancione intenso e la terra che li circondava, un enorme deserto di roccia, era completamente color terra bruciata. L’unica cosa che in lontananza interrompeva la continuità del monotono orizzonte infinito era una qualche specie di collina che si poteva scorgere senza però dedurne precisamente i tratti; l’unica cosa sicura era che la zona nei pressi della collina era decisamente più scura rispetto al resto del mondo circostante.
Gli avventurieri rimasero a bocca aperta per alcuni istanti cercando di riordinare le idee e trovare una soluzione al problema che era sorto in modo tanto improvviso da coglierli del tutto impreparati.
Sicuramente il signore dell’ordine che venerava e proteggeva la statuetta sacra li aveva spediti in quel lontano piano dimensionale utilizzando i propri poteri e senza ombra di dubbio il loro compito al momento consisteva nel ritrovare Murtagh e recuperare il manufatto, l’unica via che forse gli avrebbe riportati a casa.

Durlach e gli altri, probabilmente ancora intenti a discutere animatamente per organizzare un piano d’azione non si accorsero di nulla quando entrò nella scena una figura del tutto insolita.
Un silenzioso individuo si avvicinò alle spalle del gruppo e quando si fu avvicinato abbastanza parlò con voce ferma e minacciosa, come se tutto per lui fosse nei limiti della normalità in quello strano luogo e in quella strana situazione, facendo sobbalzare l’elfo Draugnim e Dyred.
“Eccovi finalmente! Non abbiamo molto tempo per cercare il vostro amico Murtagh…”
Ma fu interrotto dall’aggressiva Darna che aveva gia impugnato la sua oscura arma “Chi sei tu? Cosa vuoi da noi? Ma soprattutto dove ci troviamo ora?”
Dyred, seguendo la scia della compagna si affrettò ad aggiungere “E come fai a sapere il motivo per cui noi siamo qui?”

Lo strano individuo indossava una semplice veste dall’aspetto non particolarmente resistente ma sicuramente di un discreto valore, non portava con sé armi ne altri strumenti offensivi, sulle spalle dell’uomo, che si trattava di un essere umano, scendeva un lungo mantello scuro che gli arrivava fin quasi ai piedi. La cosa più particolare della strana figura era costituita del suo volto: era privo di un occhio al posto del quale era stata inserita una strana pietra verde smeraldo; l’aspetto più inquietante di ciò era costituito dal fatto che l’uomo sembrava osservare il gruppo di avventurieri proprio attraverso quella strana pietra posta nella proprio cavità oculare.
Senza cambiare espressione del volto o tonalità della voce il nuovo arrivato rispose alle aggressioni nel modo più enigmatico e inquietante possibile voltandosi verso il chierico-stregone “Dyred, io sono qui perché mi ci ha mandato la stessa persona che ha invitato voi e so benissimo che dobbiamo recuperare la statuetta che lo stregone ha rubato…” poi rivolgendosi alla ladra-maga “…e tu Darna segui ciò che ti dirò e raggiungeremo presto il nostro obbiettivo. Io so dove probabilmente si sta nascondendo il nostro bersaglio e dobbiamo sbrigarci; il resto non vi deve interessare.”
Detto ciò la figura si voltò verso la strana collina che si prospettava in lontananza “Quello è il nostro obbiettivo!” e magicamente il suo mantello assunse l’aspetto di una coppia di nere ali ma prima di spiccare il volto si volse con un terrificante sorriso verso gli attoniti e riluttanti visitatori di quel luogo “E smettete di lamentarvi: vi è stata data la grandiosa opportunità di visitare questo fantastico mondo. Io adoro questa dimensione, è così densamente popolata di demoni da eliminare!”
Le ultime parole furono accompagnate dal rumore provocato dalle ali che sferzavano l’aria intente a conferire lo slancio iniziale allo psionico.

I quattro compagni di sventura rimasero ancora più sbalorditi nell’udire quelle parole pronunciate dall’uomo che si stava allontanando all’orizzonte volando in direzione del luogo più inquietante di quello strano piano dimensionale.
In ogni caso non avevano una gran scelta e perciò iniziarono a correre senza risparmiarsi seguendo la stessa strana percorsa dalla loro insolita guida anche loro diretti a quello che, man mano che si avvicinavano, si distinse come essere un enorme cancello che delimitava chissà quali orrori.

Dopo un tempo illimitato i quattro corridori stavano arrancando nella polvere: avevano corso fino ad esaurire tutte le energie per poi rendersi conto che il cancello che era sembrato tanto vicino all’inizio non distava meno di due giorni di cammino dal loro punto di partenza.
Completamente esausti i cacciatori del manufatto si fermarono a recuperare le forze mentre Darna sfogliava il suo enorme libro magico in cerca di un qualche incantesimo che avrebbe potuto aiutarli in quel momento procurandogli un rifugio dove dormire; quand’ecco comparire nuovamente la figura inconfondibile della loro bizzarra guida che camminava tranquillamente nella loro direzione “Possiamo riposare in quella grotta laggiù. Non ci sarà bisogno di turni di guardia dato che questa zona non è battuta dai demoni, almeno per ora.”
I neo cacciatori di demoni non si fecero ripetere due volte quel consiglio, troppo esausti per replicare e dormirono di un sonno profondo.
 
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Nardu
view post Posted on 5/10/2006, 15:12




Giorno Primo del Nono mese.

In quello strano mondo non esisteva alcuna differenza tra giorno o notte e cacciatori faticavano ad abituarsi alle nuove regole a cui dovevano attenersi in quella dimensione a loro del tutto estranea.
Al risveglio trovarono la loro misteriosa e taciturna guida che li attendeva senza guardali ma che osservava in lontananza in direzione del nero cancello.
I quattro spaesati compagni quando tentarono di alzarsi dai loro giacigli si resero conto che i loro corpi si erano indeboliti durante le ore di riposo e il loro spirito lottava senza tregua per fuggire il più lontano possibile da quel piano maledetto.

“E’ normale che vi sentiate deboli…” disse, sempre senza voltarsi, lo psionico “…ogni minuto che passate in questo mondo il vostro corpo s’indebolisce per poi scomparire per sempre e abbandonare così il vostro spirito ad un destino ben peggiore: vagare per queste lande desolate senza meta fino al momento in cui i demoni decidano di divorarlo tra strazianti tormenti per porre così fine alla vostra agonia…” la voce dell’uomo nel pronunciare questa parole non fece trapelare alcuna emozione come se l’argomento di cui stesse parlando fosse un qualunque evento di ordinaria amministrazione “…ma non vi preoccupate per questo…” a queste parole si volse a guardare i quattro cacciatori con i solito sconcertante sorriso “…accade anche a me!”

Per un altro intero giorno i cacciatori di demoni corsero senza risparmiarsi minimamente in direzione del cancello spronati dal pensiero che ogni istante perso era un pezzo della loro vita che veniva sottratta a forza; preceduti dalla loro sempre più introversa guida che volava grazie ai poteri sovrannaturali del proprio mantello oscuro.

Nuovamente la figura misteriosa si rivelò utile nel procurare un rifugio in cui il gruppo potè risposare quando le loro gambe cedettero per l’eccessivo sforzo a cui erano state sottoposte.
Il cancello era a meno di un’ora di marcia da loro e gia si poteva percepire nell’aria lo strano e pericoloso potere sprigionato.
 
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Nardu
view post Posted on 5/10/2006, 15:13




Giorno Secondo del Nono mese.

Nuovamente il risveglio non fu per i quattro avventurieri una piacevole esperienza e nuovamente si resero conto che i loro corpi deperivano sempre più per ogni minuto che trascorrevano in quell’inferno e sempre più erano decisi ad affrontare ogni minaccia di petto e nel modo più veloce per poter recuperare la statuetta ma non immaginavano nemmeno gli insormontabili pericoli che li attendevano oltre il cancello.

Si avvicinarono al nero cancello che delimitava quello che la loro esperta guida aveva definito come il campo dei demoni, un luogo di ritrovo dove spesso si raccoglievano: era un posto pericolosissimo e nessuno prima di loro ne era mai uscito vivo.
“…questo significa che anche Murtagh potrebbe essere morto?” chiese Darna incuriosita più che preoccupata per lo stregone che conosceva appena.
“Quasi certamente non troveremo altro che il cadavere del vostro amico.” rispose l’interlocutore della ragazza con voce piatta aggiungendo subito dopo “Vi consiglio di prepararvi alla lotta ed estrarre le vostre armi…” anche se lui per primo non accennava ad impugnare alcun tipo di strumento da guerra.

Il cancello si aprì all’avvicinarsi dello psionico senza emettere un rumore. Il mondo intorno al gruppo di esploratori, che avanzava con passo lento e circospetto, cambiò sfumatura. Tutto fino a quel momento era stato decisamente incline al rosso ma ora il rosso veniva sostituto da un nero intenso e macabro. Urla straziate sopraggiungevano da ogni direzione e una leggera nebbiolina dava all’enorme campo deserto che si estendeva di fronte agli increduli avventurieri un aspetto decisamente spettrale, ma nulla poteva essere agghiacciante come ciò che li attendeva.

Compirono pochi metri avventurandosi nella nebbia che ovattava i suoi tenendosi alle spalle il cancello quando intravidero un’ombra gigantesca. La nebbia iniziò a disperdersi come volesse mostrare ai poveri sfortunati cosa il destino aveva preparato loro.
Di fronte ai cercatori della statuetta si stagliava l’enorme figura di un grande drago blu dall’aria decisamente minacciosa, al suo fianco un gruppo di seguaci di Khorn attendeva con trepidazione il momento per poter spargere del sangue e infine, proseguendo con lo sguardo, si poteva scorgere un demone devoto ai poteri del caos.

Prima che il gruppo avesse avuto il tempo di pensare una qualsiasi forma di offensiva il drago svanì con un infuriato battito d’ali che provocò una tale folata d’aria da spostare ogni oggetto nel raggio di alcuni metri.

Quasi in contemporanea il demone lanciò un grido tremendo, un’evidente dimostrazione di bramosia di sangue, per poi tuffarsi sul primo seguace di Khorn che gli si parò di fronte ed ucciderlo in un modo orribile.

Gli altri seguaci, incuranti di ciò che stava accadendo al loro compagno si lanciarono in una furiosa carica verso i cercatori della statuetta. Purtroppo per loro l’azione fu decisamente avventata e non riuscì a mettere in difficoltà il gruppo dei cinque che anzi si difese in modo egregio.

Durlach scoccò due rapidissime frecce in un batter d’occhio con una tale precisione che uno degli invasati non raggiunse nemmeno il bersaglio dato che la vita lo abbondò mentre ancora correva cacciata a forza dai due dardi che gli si erano conficcati nella gola.

Dyred, con la sua spada magia di luce bianca, si rivelò un avversario temibile dato che la sua arma svelava capacità nascoste che le erano state donate proprio per combattere avversari di quel retaggio. Senza esitazione il chierico-stregone anticipò un seguace che cercava di colpirlo tranciandogli di netto una gamba per poi finirlo con un colpo secco verso il terreno. Senza concedersi un attimo di riposo la lama bianca amputò il braccio di un secondo aggressore che si era avvicinato in modo pericoloso ma senza fermalo: il guerriero assetato di sangue ignorava il dolore per l’arto mancante e continuava ad aggredire il suo bersaglio.

L’uomo con un solo occhio si difese a sua volta senza grandi difficoltà dall’attacco di uno dei seguaci schivando abilmente il colpo troppo lento anche se devastante spinto dalla carica per poi contrattaccare con una serie di colpi rapidissimi, calci e pungi, fino a quando alcune costole e la stessa spina dorsale cedettero con sonori scricchiolii.

Darna e Draugnim si difesero in una lotta congiunta dai rimanenti seguaci affidandosi alla loro innata prontezza di riflessi:schivavano i colpi per poi affondare le loro lame con una precisione e una rapidità che nella maggior parte dei casi si rivelava letale per l’avversario.

Del drago non c’era traccia ma il demone rimase per ben poco tempo occupato a straziare il corpo del malcapitato seguace di Khorn e intraprese una sanguinaria carica in direzione della sua prossima sventurata vittima: Draugnim.

L’elfo si difese come meglio potè dalla devastante aggressione della creatura del caos ma purtroppo per lui il mostro non lasciava alcuna via di scampo alla propria vittima e dopo un breve scambio di colpi il guerriero-druido cadde a terra con il petto solcato da una terribile e profonda lacerazione imbrattando il terreno con il proprio sangue che colava copiosamente.

Durlach allora si allontanò su un fianco per poter avere una visuale migliore del demoniaco bersaglio e per poter tentare di cogliere l’avversario alla sprovvista ma quando tentò di incoccare la prima freccia sentì un dolore insopportabile alla schiena che lo fece cadere in ginocchio. Un artiglio dal colore blu intenso come il mare era comparso dal nulla per affondare nella carne del ladro-ranger dopo aver attraversato la resistentissima armatura senza difficoltà. L’attuale responsabile della gilda delle ombre del crepuscolo in onore al nome che portava non si fece sopraffare da quello scorretto attacco e con uno stoicismo degno di lode si rialzò scoccando un’altra coppia di letali dardi che andarono a centrare il demone all’altezza del collo.

Il mostro devoto al caos ignorò il colpo infertogli dal ranger e sempre più mosso da un’insaziabile bramosia di morte aggredì Dyred che tentò di parare i colpi con la propria arma magica.
La lotta fu spietata e senza esclusione di colpi ed entrambi i contendenti riportarono gravissime ferite senza però riuscire ad avere la meglio uno sull’altro.

Sia Darna che la pragmatica guida stavano per aggredire il demone a sostegno del povero stregone che iniziava ad accusare la fatica dovuta alla lotta e alle ferite sanguinolenti quando improvvisamente l’enorme drago blu comparve a poca distanza da loro e spirò. Un mare di fuoco e fiamme argentate avvolse chiunque si trovasse sul campo provocando ustioni gravissime.
Sia la ladra che il suo amico chierico che la loro guida caddero a terra privi di sensi sopraffati dal dolore e dagli spasmi; anche il demone riportò delle profonde escoriazioni lungo la schiena che però ignorò come se si trattassero di innocuo graffi.

Il ranger, unico membro del gruppo ancora pronto a lottare, capì che quella era la sua ultima possibilità per eliminare il demone anche se poi non avrebbe avuto grandi possibilità da solo contro il drago che aveva eliminato i suoi compagni con un unico colpo. Ricacciando le preoccupazioni nel profondo del proprio animo strinse il suo micidiale arco tendendo la corda e prese la mira: una coppia di dardi sibilò in direzione del demone del caos con una forza veramente notevole. La prima freccia centrò il bersaglio mentre la seconda andò a colpire un occhio della sanguinaria creatura che cadde in ginocchio con un agghiacciante grido di dolore prima di svanire in un’esplosione di sangue corrosivo come il peggiore degli acidi.

Il drago blu si voltò per un istante a guardare il ranger che aveva decretato la fine del demone con quell’ultimo colpo per poi cadere a terra con un colossale tonfo esanime.

Durlach si lasciò cadere terra esausto e socchiuse gli occhi. Dopo non molto l’elfo si rialzò a fatica da terra, sotto lo sguardo incredulo dell’amico lardo, toccandosi la profonda ferita che gli attraversava il busto da spalla a fianco opposti. Il guerriero ancora faticava a mantenersi in equilibrio a causa della debolezza provocata dalla grande quantità di sangue perso ma nonostante ciò uno dei suoi sogni più ambiti stava per realizzarsi.

Draugnim impugnò il suo spadone e si diresse verso la carcassa senza vita del drago e iniziò ad incidere lo spazio tra una squama e l’altra colpendo direttamente la carne viva: dopo molti minuti di fatica, che suscitarono l’interesse dell’amico che comunque non aveva ancora la forza di rialzarsi da terra, il druido riuscì a recuperare una scaglia di drago abbastanza grande da cui avrebbe potuto ricavare la sua nuova armatura.

Finalmente Durlach riuscì a rialzarsi in piedi e si diresse verso la figura che aveva notato oltre il drago quando erano entrati nel campo attraversando il nero cancello. Quando fu abbastanza vicino il ranger riconobbe il cadavere di Murtagh orribilmente torturato e privo di ogni avere, compresi i vestiti. Non una lacrima rigò il volto del ladro che ben sapeva che lo stregone si era scelto da sé il proprio destino. A fianco del cadavere la statuetta sacra giaceva a terra e il giovane uomo la raccolse senza esitazione: tutto improvvisamente iniziò a scorrere veloce sfocando per poi divenire un ammasso indistinguibile di colori e forme e in fine cadde il buio.
 
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Nardu
view post Posted on 5/10/2006, 15:14




Giorno Terzo del Nono mese.

I cinque reduci del viaggio extraplanare si risvegliarono in un’accogliente stanza, ognuno su un proprio letto, comodo e caldo. Le loro ferite erano medicate e le loro armi e armature giacevano ai bordi dei loro giacigli. Si trovavano in un’ala della sede dell’ordine che li aveva mandati in quel piano demoniaco.

Erano passati pochi attimi da quando primi membri del gruppo avevano ripreso i sensi che, come se li avesse osservati, il capo dell’ordine entrò nella stanza: tra le mani stringeva la statuetta sacra.
“Vi devo ringraziare per avermi riportato la nostra sacra statuetta, l’intero ordine vi è grato…”
“Maledetto! Dammi un buon motivo per cui non dovrei ucciderti i questo momento! Mi hai mandata in quel piano infernale senza nemmeno avvertirmi e ora voglio una ricompensa, se tieni alla tua vita ovviamente…” aveva urlato, senza nemmeno ascoltare le parole dell’uomo, Darna infuriata per l’oltraggio subito: aveva giurato che si sarebbe vendicata su quell’uomo ma doveva attendere il momento propizio.
“Hai gia ricevuto la tua ricompensa: sei tornata nel nostro piano! Non ti pare una giusta ricompensa?” aveva risposto l’uomo con tono di sfida un attimo dopo di abbandonare la stanza, probabilmente per paura delle conseguenze delle sue parole, chiudendosi la porta alle spalle.

Draugnim e Durlach presero le loro cose e si avviarono alla sede della loro gilda ma prima di andarsene invitarono Darna e Dyred a raggiungerli appena possibile.

La strana figura che fino a quel momento era stata la loro guida lasciò la stanza senza aggiungere null’altro.

Darna fece per uscire, seguita dall’amico Dyred, pochi minuti dopo quando incontrò nel corridoio Zartas il paladino e salutandolo chiese “Cosa farai ora che la statuetta è di nuovo nella mani del tuo ordine?”
“Ora è giunto il momento che inizi la mia cerca.” rispose educatamente l’uomo dall’animo nobile ed impavido.
“E di cosa si tratta?” chiese incuriosita la ladra. Ormai i due si consideravano quasi dei compagni e un rispetto reciproco li univa.
“Devo trovare la Dama dei Boschi!” disse l’uomo.
“Se vuoi noi e quelli che ormai sono diventati i nostri compagni potremmo aiutarti, quando intendi partire?” domandò curioso Dyred.
“Alla terza alba a partire da oggi mi incamminerò anche se non conosco la direzione. L’unica cosa che sono riuscito a scoprire è che dovrò dirigermi nelle foreste a sud: lì troverò altre informazioni.” dichiarò il paladino.
“Entro tre giorni da oggi allora dirigiti alla sede della gilda delle ombre del crepuscolo qui nella città de La Curonne e vedremo se sarà possibile darti aiuto.” concluse Dyred.
“Io non posso ricompensarvi e non sono io a chiedervi di seguirmi.” anticipò il paladino che mai avrebbe anche solo pensato di ingannare qualcuno.
“Non ti preoccupare di questo, anche il solo senso dell’avventura mi basta!” mentì Darna che puntava ad ottenere i segreti della famosa Dama dei Boschi, come tutti d’altronde.

Durlach si diresse di furia alla sede della gilda giustificando la sua impazienza dicendo che aveva questioni importantissime da sbrigare.

Draugnim invece vagò per la città in cerca di un artigiano in grado di lavorare la sua scaglia di drago in modo da dargli la forma desiderata ma scoprì che nessuno in tutta Bretonnia sarebbe stato in grado di portare a termine un lavoro del genere, nessuno in tutto il continente avrebbe potuto aiutarlo: la sua unica speranza erano gli elfi che abitavano oltre l’oceano nel lontanissimo ovest.

Darna si diresse tranquillamente alla sede della gilda: era stanca e voleva riposare.

Dyred invece camminò a lungo visitando numerosi negozi in cerca di una qualsiasi armatura da poter indossare: da quando era finito nella terza era con solo la sua spada e un mucchio di stracci si era reso conto che la vita pericolosa che seguiva richiedeva un qualche tipo di protezione.

Dopo molti tentativi raggiunse quello che sembrava il negozio più accogliente della capitale. Il negoziante aveva sottoposto lui un gran numero di articoli illustrandone le ottime qualità e le fantastiche fatture: il chierico pendeva letteralmente dalle labbra del mercante e non avrebbe messo in dubbio una singola sillaba pronunciata da quell’abile intrattenitore.

Dopo alcuni minuti lo stregone uscì indossando un’armatura, che gli era costata tutti i suoi averi. L’oggetto in questione fino ad un attimo prima era sembrato all’avventuriero un manufatto degno di lode, decorato in modo eccelso e curato fin nei dettagli, di una resistenza e leggerezza impareggiabili ma quando Dyred fu fuori dal negozio osservò perplesso il suo nuovo acquisto che si rivelò, dopo un attento studio, essere una cosuccia di ben scarsa qualità: era stato raggirato in modo ammirevole da quel mercante che usando un registro raffinatissimo lo aveva convito dell’esistenza di qualità nascoste i quella che i realtà era una semplice armatura imbottita.

Dyred si allontanò dalla bottega furioso in ugual misura sia con il mercante e sia con se stesso. Non si sarebbe fatto raggirare una seconda volta in questa era.

Al calare della sera Darna, Draugnim, Dyred e Durlach erano riuniti nella sede della gilda delle ombre del crepuscolo ove desinarono discutendo.
“Avete programmi per i prossimi giorni?” chiese Darna.
“Io desidererei recarmi nella terra dei miei avi ad ovest, oltre l’oceano. Ho scoperto che solo loro sarebbero in grado di lavorare la mia squama di drago e procurarmi un’armatura degna di questo nome!” rispose Draugnim.
“Ma sarebbe un viaggio lunghissimo e anche se mi piacerebbe moltissimo accompagnarti siamo in pochi! Io ho saputo che Zartas, il paladino che ci ha accompagnati nella tomba a recuperare la statuetta sacra sta per partire per una ricerca: se lo aiutassimo potremmo convincerlo a venire con noi nelle terre immortali, che ne pensi?” propose la ladra.
“Per me va bene!” acconsentì l’elfo.
Anche gli altri furono d’accordo e quindi dopo aver cenato andarono tutti a letto aspettando che il paladino si fosse fatto vivo.

Zartas riposò nella sua cella al centro di ritrovo del suo ordine raccogliendo le energie per l’impresa che lo aspettava.

Eronor, il misterioso psionico, passò la notte avvolto nel suo mantello sul tetto di un piccolo edificio della capitale in attesa: aveva ricevuto un messaggio da un fidato amico, un messaggio che era giunto proprio nel momento più propizio.

L'Oratore.
 
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11 replies since 20/9/2006, 18:36   94 views
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