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La porta di pura roccia si stava ancora spostando quando una coppia di dardi, scagliati da un'egual numero di balestre nascoste, sibilarono a tutta velocià in direzione di colui, o in questo cosa colei, che aveva azionato l'interrotture d'apertura. Fortunatamente per sè la ladra, addestrata a restare sempre in guardia e grazie ai sui repentini riflessi, riuscì a scostarsi giusto in tempo riportando solo dei lievi graffi. La prima di una lunga serie di trappole che li attendeva era scattata.
Darna fece per entrare nell'enorme stanza che le si prensentava davanti e il resto dei componenti del gruppo si avvicinò non senza esitare prima di oltrepassare la soglia. La stanza, enorme, era scarsamente illuminata, anzi per la precisione l'unica luce che rischiarava l'ambiente era quella che penetrava attraverso la porta d'ingresso alle spalle degli esploratori ancora spalancata; il soffito era costituito da un'enorme cupola in roccia scavata direttamente nella collina e le pareti erano finemente scolpite, completamente lisce e dall'aspetto solidissimo anche se al momento erano per lo più avvolte dalle tenebre.
Durlach, l'unico del gruppo che al momento la ladra riteneva un valido compagno vista l'affinità nelle loro capacità e nei loro modi di pensare, si avvicinò alla ragazza attendendo istruzioni. L'uomo si affidava alla sua nuova compagna ben sapendo, come aveva dimostrato, che era lei la più adatta in quell'ostile luogo e che sarebbe stata l'unica a strovarsi a suo agio tra le trappole e i labirinti. La maga ebbe un'idea fulminea e toccando l'uomo al suo fianco con una mano recitò le semplice arcane parole che richiamavano un'incantesimo banale per un qualsiasia arcanista. L'armatura di Duralch inizò a brillare di luce propria e il ranger fu utilizzato dal gruppo come torcia umana per illuminare tutto l'ingresso.
Il ladro-ranger fece per muoversi nella stanza seguendo il perimetro con lo sguardo e cercando eventuali porte o corridoi. La risposta alle sue ricerche non si fece attendere e mentre gli altri componenti del gruppo, Darna compresa, erano ancora alle prese con le loro osservazioni l'attuale responsabile della gilda delle ombre del crepuscolo si mosse in direzione di una porta laterale. La mossa, anche se rivelò a tutto il gruppo la posizione della porta che conduceva alla via che avrebbero dovuto seguire, non si rivelò particolarmente saggia perchè il costo di tale rivelazione non fu del tutto indolore. Durlach era a pochi passi dalla porta in legno massiccio, rinforzata con assi in metallo, quando una freccia scoccata da un'altra balestra nascostà compì un brevissimo arco a gran velocità centrando il ladro ad una spalla. Subito il giovane si sentì mancare e i muscoli del corpo gli cedettero facendolo così cadere a terra Anche l'armatura smise di brillare e la stanza tornò ad essere avvolta dall'oscurità più cupa.
Murtagh vedendo calare nuovamente la tenebra decise di utilizzare il potere in lui racchiuso e perciò compiendo un simile ma indipensabile gesto con la mano recitò una complicatissima formula, ormai padroneggiata alla perfezione, che fece comparire quattro fiamme eteree al centro della stanza. L'effetto ottenuto fu proprio quello desiderato dallo stregone: quattro enormi fiamme, completamente innoque per qualsiasi essere, brillavano al centro della stanza riportando alla luce l'intero ambiente, compreso il corpo di Durlach immobile sul pavimento a pochi metri dalla porta che aveva individuato.
Darna, chinandosi e camminando con fare circospetto e prudente, si avvicinò al compagno caduto. Subito notò il dardo conficcato nella spalla dell'uomo e riconobbe, grazie al vivace colore violaceo, il veleno con cui era stata intrisa l'arma.Senza un momento d'esitazione la donna estrasse il con forza il dardo dal corpo dell'amico gettandolo a terra; un attimo dopo la ladra stava frugando nello zaino del giovane ancora paralizzato in cerca di qualcosa. Passati pochissimi attimi la ragazza stringeva nella mano le mire dell sua ricerca: un affilatissimo shuriken che utilizzò come arma da taglio per incidere un taglio decisamente profondo nella spalla del compagno proprio dove era stato compito. Il sangue dell'umano iniziò a scorrere copiosamente e con esso anche il veleno stava fuoriuscendo dalla ferita: Darna stava salvando la vita a Durlach.
(continua...)
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