[Ombre del Crepuscolo] Le Terre Oscure (9)

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Nardu
view post Posted on 13/10/2006, 15:51




Giorno Nono del Nono mese.

All’alba i componenti della gilda delle Ombre del Crepuscolo si destarono dal loro sonno ristoratore nella loro splendida sede nel cuore della città della Curonne.
Brothor fu, per qualche misterioso motivo, ospitato per la notte all’interno della sede delle Ombre, mentre Zartas ed Eronor trovarono alloggio in due celle al convento dell’Ordine di Kord.

Draugnim, nonostante il riposo, non aveva recuperato la propria pace interiore: da quando aveva bevuto dal Sacro Calice e il suo animo era mutato, il suo legame con la Natura si era spezzato e il povero druido sentiva un estremo bisogno di redenzione.

Darna si stava dirigendo pigramente alla sala da pranzo, ancora molto assonnata, per consumare la prima colazione quando sentì bussare; estremamente pigra, come ogni donna d’altronde, la ladra strillò “Dyred! Bussano alla porta, va ad aprire!”
Il caro amico della perfida fanciulla, il quale non rifiutava mai un favore senza una degna motivazione, si diresse allegramente in direzione dell’ingresso ed aprì il pensante portone in frassino decorato.

“Buon giorno nobile cavaliere, cosa cercate a quest’ora del mattino nella nostra dimora?” chiese lo stregone-chierico.
“Buon giorno a te Dyred. L’alba è passata da molte ore e io, come avevo promesso, sono venuto a offrire i miei servigi per la vostra prossima missione.” rispose Zartas con un tono che tradiva la sua nostalgia per le calde coperte del suo giaciglio.
“Prossima missione? Io no ne so nulla!” esclamò Dyred sgranando gli occhi.
“Non so di cosa si tratta precisamente, sono sicuro che ha qualcosa a che vedere con l’elfo e se mi fate entrare potremmo parlarne direttamente con lui.” Propose il paladino.
Il chierico notando la logica del discorso si scostò facendo passare Zartas, subito seguito da Eronor, che fino a quel momento era stato alle spalle del paladino.

“Cosa fate voi qui?” chiese Darna allarmata.
“Sono venuto come mi hai fatto promettere prima di partire per ricerca del Graal. Io mantengo SEMPRE la parola data.” rispose cortesemente Zartas.
“Ora ricordo! Dobbiamo recarci dagli elfi in modo da poter ricavare un’armatura dalla scaglia del drago blu, che abbiamo ucciso, per Draugnim.” confermò la giovane maga.
“Dimenticate questa missione! Non mi interessa più avere l’armatura!” disse l’elfo che era entrato nella stanza senza essere scorto da nessuno.
“Cosa succede, mio buon amico? E’ da quando abbiamo recuperato il Sacro Calice che sei malinconico.” esordì Dyred.
“Ho perso il mio legame con la Natura e il mio animo è tormentato! Al momento non ho alcun interesse per l’armatura e comunque sarebbe un’impresa impossibile.” rispose in tono laconico Draugnim.
“Suvvia! Lanciamoci in quest’avventura e vedrai che ne usciremo vittoriosi come sempre! Come ai vecchi tempi quando mio fratello era con noi, ricordi Draug?” esultò il solare Durlach, che nonostante il tono vispo mostrava di essersi destato da pochi minuti.
“Solo in memoria dei vecchi tempi e del defunto Nardu…e perché in fondo mi manca il brivido che solo una missione con scarse possibilità di riuscita riesce a darti.” concesse il rincuorato elfo guerriero.
“Le terre degli elfi ci aspettano allora!” confermò il chierico-stregone con un sorriso.
“Frena l’entusiasmo umano! Come pensi di raggiungere l’isola dei terribili elfi neri e soprattutto come pensi di sopravvivere una volta che ci sarai arrivato?” si intromise Brothor, che fino a quel momento era rimasto in silenzio in un angolo.
“Ha ragione, ma non scoraggiamoci. Io e Durlach andremo in giro per la città in cerca di informazioni e nella migliore delle ipotesi potremmo rintracciare un Drow che per qualche motivo non si trova nei propri confini…” decise Darna “…tu Zartas parla con il capo del tuo Ordine, magari ha qualche informazione utile da condividere e tu Draugnim va a parlare con il sovrano, che in fondo è in debito verso la Gilda, e chiedigli una mano!” concluse la ladra con un tono che non permetteva obiezioni.

Zartas fu introdotto nella cella dove il suo mentore era intento a trascrivere lunghissime pergamene. Senza una parola il paladino si inchinò attendendo il permesso di alzare il capo.
Il responsabile dell’Ordine di Kord era un uomo decisamente anziano, ma nonostante ciò potente e determinato, come aveva dimostrato nel mandare i membri della Gilda delle Ombre in un lontano piano dimensionale per recuperare la Statuetta. Oltre che determinato e potente, l’anziano uomo vantava una discreta saggezza e una notevole conoscenza della storia e degli eventi.
“…quindi la ringrazierei infinitamente se fosse in grado di fornirmi informazioni sugli elfi scuri in quanto…” stava ancora spiegando Zartas quando fu interrotto bruscamente.
“Non troverete elfi maledetti in Bretonnia dato che non hanno motivo di abbandonare il loro regno e soprattutto perché se venissero qui sarebbero perseguitati e giustiziati; inoltre non saprei che altro dirvi oltre a ciò che è di dominio comune, solo di una cosa sono certo e spero vene rendiate conto: se vi dirigete ad Ovest, nell’Isola Nera, non tornerete in dietro sani e salvi!” le ultime parole furono pronunciate con una sincera apprensione da parte del Maestro dell’Ordine.

Era ormai calata la sera quando Darna si fermò in un angolo a parlare con il compagno Durlach.
“E’ tutto il giorno che giriamo in lungo e in largo ma nessuno sa nulla di elfi scuri che abbiano lasciato le loro e terre e che siano ancora in vita per testimoniarlo!”
“Dannazione! Sei almeno riuscita a procurare una mappa? Io ho contattato tutti i miei informatori inutilmente.” rispose Durlach.
“Purtroppo no! Nessuno dei cartografi che ho contattato possiede tali carte, nemmeno i contrabbandieri!” sospirò Darna con frustrazione.
“Torniamo in gilda.” propose Durlach riscuotendo il consenso dell’interlocutrice.

Lungo il corridoio, limitato da due imponenti colonnati, un lungo tappeto rosso indicava la via verso il trono, dove il sovrano di Bretonnia attendeva il suo ospite.
Draugnim, il cui proprio signore lo reputava un valorosissimo guerriero degno di stima, come ogni vota che si recava al palazzo reale, richiese udienza umilmente.
“Vi porgo i miei saluti, mio sire.” salutò l’elfo inchinandosi ai piedi del trono.
“Alzati Draugnim! Sei sempre il benvenuto qui al palazzo. Ora dimmi, cosa ti porta al mio cospetto?” chiese l’affabile sovrano.
“Io e miei compagni dovremmo recarci nelle terre degli elfi maledetti per…” stava spiegando il guerriero, ma all’udire le parole “elfi neri” il sovrano lo interruppe.
“Elfi neri? Siete impazziti? Ammesso che riusciate a toccare le sponde di quell’isola maledetta non tornerete mai indietro per raccontarlo!” lo avvertì il nobile uomo.
“Ne siamo al corrente, mio sire, ma non vi preoccupate, siamo intenzionati a non fare delle Terre Oscure la nostra tomba e per questo sono qui al vostro cospetto, per chiedervi aiuto.” spiegò Draugnim.
“Spero di tutto cuore che le vostre parole possano rivelarsi veritiere, ma in ogni caso non posso aiutarvi molto. Tutto ciò che posso fare è concedervi di utilizzare un nave appartenente ad un gruppo di pirati drow, è attraccata nel porto della città.” e detto ciò consegnò all’Ombra un documento ufficiale che garantiva al portatore il permesso di lasciare La Curonne a bordo dell’imbarcazione.
 
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Nardu
view post Posted on 13/10/2006, 15:56




Giorno Decimo del Nono mese.

Al mattino del giorno seguente Draugnim, Zartas, Dyred, Brothor ed Eronor salparono a bordo della nave pirata dal porto reale de La Curonne; la meta sarebbe stata la città portuale di L’Anguille e il viaggio sarebbe durato all’incirca un giorno, seguendo il corso del fiume fino alla foce.
L’imbarcazione, lunga oltre venti metri e munita sia di remi che di un’unica vela, avrebbe potuto trasportare otto persone e le relative scorte di viveri per un lungo viaggio.

Darna e Durlach invece partirono in direzione della stessa città a bordo dei propri destrieri magici. Il loro obbiettivo sarebbe stato quello di cercare informazioni sulle terre oscure e procurare qualsiasi cosa si sarebbe potuta rivelare utile.

I due ladri giunsero alla splendida e popolosa città di L’Anguille in poche ore di viaggio in sella ai propri animali magici.
Il borgo si presentava come un tipica città romana: tutte le vie parallele che si incrociavano a scacchiera in modo da fluire facilmente la folla e i carri dei mercanti.
La piazza ospitava il giornaliero mercato, in cui una quantità spropositata di merci veniva venduta e acquistata in gran numero. Il commercio di tessuti, oltre che ogni sorta di oggetto per avventurieri, prosperava rigoglioso.
Le mura della città erano basse, ma spesse e solide quasi quanto quelle delle città reale; facilmente la città sarebbe potuta essere difesa a lungo da un discreto contingente ben addestrato.


Le due Ombre del Crepuscolo iniziarono a vagare per il mercato in cerca di informazioni riguardanti le Terre Nere e di qualche mappa che avrebbe potuto guidarli, facendo così spargere involontariamente la voce di due individui disposti a pagare notevoli somme di denaro per informazioni concerni ai propri interessi.
Durlach aveva appena finito di parlare con un cartografo non lontano dal porto, accompagnato dalla compagna, quando la ladra vide al fianco del bancone un bigliettino di carta e senza farsi notare lo raccolse.
Il piccolo foglio di carta portava il messaggio “A mezzogiorno alla piazza.” Scritto con una calligrafia minuta, ma curata.
I due compagni incuriositi si diressero alla piazza della città ed attesero vicino ad una statua che
simboleggiava probabilmente qualche individuo importante del borgo.

“E’ mezzogiorno, ma non si vede nessuno di sospetto, che facciamo Durlach?”
“Aspettiamo ancora. Se poi non accade nulla lasciamo perdere…”
Ma non finì mai la frase perché la maga gli bloccò la bocca con un gesto della mano: ai loro piedi un altro bigliettino li attendeva.
“Nella casa di fronte a voi. Ho le informazioni che cercate, ma dovrete pagare.” recitava il bigliettino e i due furfanti si avvicinarono con circospezione all’abitazione.

La porta era aperta, perciò entrarono senza esitazioni sicuri di essere attesi.
Davanti a loro un tavolo ricoperto di carte e fogli sembrava avere ogni risposta alle ricerche dei due compagni. Ai lati della stanza due rampe di scale salivano al piano superiore da dove un individuo ricoperto di mantello li attendeva senza mostrare il proprio volto.
La figura chiedeva che gli fossero consegnate le monete d’oro, dopodichè i due amici avrebbero potuto prendere i fogli con le informazioni ricercate, ma Darna non si fidava e convinse Durlach a gettare a terra il sacchetto con le monete d’oro.
“Prima controlleremo che le informazioni non siano un truffa e dopo potrai prendere le monete d’oro!” disse la maga con tono di sfida.
“D’accordo, ma i documenti che cercate non sono quelli davanti a voi…” e spiegò un nascondiglio all’interno di una parete da un’altra parte della città.
“Tu resta qui e tienilo d’occhio. Io ti contatto appena trovo i fogli. Stai attento!” propose Darna trovando il consenso del ranger.

Darna era uscita da poco quando l’atmosfera di silenzio che si era creata tra i due individui nella stanza, durante la quale si erano reciprocamente osservati senza tregua, si ruppe.
La figura avvolta dal mantello scagliò una serie di dardi che sfiorarono il ladro-ranger, mancando di molto poco il bersaglio, ma Durlach non ebbe il tempo di reagire che un ennesimo dardo gli si conficcò nella spalla.
Dalla figura incappucciata una macabra risata avvolse la stanza e l’Ombra del Crepuscolo rimase interdetta nell’accorgersi che il colpo, anche se andato a segno, non gli aveva provocato gravi ferite, anche grazie alla favolosa armatura.
Durlach estrasse il piccolo dardo e lo gettò a terra e solo in quel momento si accorse che dalla ferita il sangue che ne usciva era misto ad uno strano liquido nero, ma non ebbe il tempo di analizzarlo perché la vista gli si annebbiò e cadde a terra privo di sensi.

Darna raggiunse con il fiatone il luogo indicatogli dalla figura avvolta dal mantello nero e avvicinandosi alla parete iniziò a dubitare del proprio piano, temeva una truffa e temeva di aver condannato il proprio compagno, ma quando notò che i mattoni nella parete si spostavano come le era stato spiegato ogni timore svanì dal suo cuore.
Purtroppo per la maga-ladra i fogli che trovò nel nascondiglio non erano altro che pezzi di carta completamente bianchi e intuendo che il compagno doveva essere in pericolo, la ragazza iniziò a correre nuovamente a perdifiato verso la casa in piazza.

Durlach era steso a terra immerso in una pozza di sangue apparentemente suo e del denaro non c’era traccia come dell’individuo misterioso d’altronde.
Darna esaminò immediatamente la ferita del compagno notando il sospetto liquido nero e riconoscendolo come un veleno, che impedendo al sangue di coagulare, portava in breve termine alla morte per dissanguamento: non c’era tempo da perdere.
La ladra-maga estrasse senza pensarci due volte il proprio cilindro in ebano nero e richiamandone i poteri fece comparire una lama di luce nera cauterizzando la ferita del ladro-ranger, che nel giro di alcuni lunghissimi minuti iniziò a stabilizzarsi e a recuperare le forze.
Era la seconda volta che la ladra salvava il compagno da un veleno potenzialmente mortale.

A sera giunsero nel porto di L’Anguille anche gli altri componenti dell’intrepido gruppo che avrebbe viaggiato verso la Terre Oscure.
Una figura benvestita si avvicinò all’imbarcazione appena attraccata “Sono cinque monete d’oro giornaliere per l’attracco.”
E Draugnim, il primo ad aver udito l’uomo, rispose “Ecco a lei buon uomo.” consegnando la somma richiesta.
La figura si allontanò appuntando qualcosa sulla propria pergamena e pensando “Un altro sciocco che si è fatto ingannare ingenuamente…”

I sette si ritrovarono non molto dopo il tramonto al molo dove la barca era attraccata e decisero che il giorno seguente avrebbero ultimato i preparativi per la partenza e avrebbero lasciato la città.
 
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Nardu
view post Posted on 13/10/2006, 16:01




Giorno Undicesimo del Nono mese.

L’alba era passata da molte ore quando i compagni iniziarono a discutere.
“Io proporrei di dirigerci al villaggio di Sorell prima di partire, visto che in ogni caso dovremmo costeggiarlo, magari potremmo trovare qualcosa di utile.” disse Zartas al resto dei compagni.
“Io vado a fare scorta di razioni, ci serviranno durante e dopo il viaggio.” comunicò l’elfo escludendosi dalla conversazione e partendo in volta del mercato.
“Anche io devo prendere un cosa che potrebbe tornare utile. Durlach vieni con me!” informò Darna.
“Secondo me perdiamo solo del tempo…” stava dicendo Dyred quando i tre compagni sopraccitati si allontanarono.

“Buon giorno signorina! Come posso esserle utile?” chiese il sarto con aria affabile.
“Ha presente i famosi Elfi Neri dell’Occidente? Vorrei degli abiti simili a quelli che indossano loro.” richiese la maga-ladra.
“Ora ho capito le tue intenzioni! Sei furba!” sussurrò Durlach all’orecchio della compagna.
“Certamente! Ecco a voi! Sono degli abiti completi e a mio parere bizzarri, quelli indossati dai Drow insomma.” Dichiarò il mercante.
“Perfetti! Ma come se li è procurati? Ha per caso contatti con le Terre dell’Ovest?” chiese Darna con curiosità.
“Nessun contatto. Mi vengono semplicemente procurati, ma non saprei esattamente dirle da chi e neppure come fa a possederli.” rispose il mercante con aria agitata.
Darna e Durlach intuirono che il sarto o voleva nascondere i propri traffici o veramente era un ingenuo, in ogni caso acquistarono degli abiti e presero in considerazione l’idea di spiare il mercante per qualche notte.

(continua...)

Edited by Nardu - 18/10/2006, 16:55
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 15:57




(...continua)

Durlach e Darna tornarono all’imbarcazione proprio mentre un gruppo di garzoni finiva di caricare le ultime riserve di cibo, acquistate da Draugnim, nella stiva.
I sette membri del gruppo si riunirono e discussero del piano d’azione: i due ladri sarebbero rimasti per un’altra notte nella città di L’Anguille per osservare il mercante e magari scoprire qualcosa di utile mentre gli altri cinque si sarebbero salpati immediatamente a bordo della nave degli elfi neri. Il gruppo d’esplorazione si sarebbe riunito il giorno seguente al villaggio di Sorell, che sorgeva lungo la costa occidentale di Bretonnia, come ultimo baluardo del Regno.

Darna e Durlach, dopo aver salutato i compagni, si diressero verso una semplice taverna che sorgeva dal lato opposto del negozio e noleggiando una stanza, la cui finestra permetteva di osservare la bottega, attesero.
La notte calò senza che nulla di insolito accadesse e i due ladri decisero di perpetuare la propria missione di osservazione: se qualcosa doveva accadere quasi sicuramente sarebbe avvenuta con il favore delle tenebre.

Mancavano poche ore all’alba e nulla di insolito aveva catturato l’attenzione dei ladri quando Darna parlò “Io vado a dare un’occhiata. Resta qui!”
La giovane ragazza uscì di soppiatto dalla taverna in cui alloggiava e attraversò la strada senza farsi notare, sfruttando l’occultamento offerto dalla tenebra. La ladra si avvicinò ad un lato dell’edificio: delle decorose vetrate permettevano alla luce di illuminare l’ambiente interno durante le ore di luce.
Darna rifletté un solo istante prima di attuare un piano d’azione. Impugnò il proprio cilindro magico in ebano nero e richiamandone il potere racchiuso evocò la lama di luce oscura sfruttandola per aprire una piccola fessura nella vetrata. Con una rapidità di mano sorprendente afferrò a mezz’aria il pezzo di vetro che si era staccato poggiandolo a terra senza il minimo rumore. Da quel momento sarebbe entrata in azione Shiba.
La gatta balzò all’interno dell’edificio con una leggiadria senza pari e avvolta dal più assoluto silenzio si avvicinò al bancone e vi saltò sopra. L’animale, seguendo i comandi della padrona, osservò l’ambiente ma non c’era traccia né di altri indumenti drow e né di oggetti di valore. La maga allora ordinò al proprio famiglio di aprire la cassa guidando, grazie al proprio legame empatico, i movimenti dell’animale. Il gatto senza troppe difficoltà riuscì ad oltrepassare l’ostacolo rappresentato dalla cassa e ne osservò il contenuto: non vi erano monete d’oro ma solo uno strano foglio rovinato in più punti.
La giovane ragazza ordinò al proprio compagno animale di riportarle il foglio e poi si diresse nuovamente alla stanza dove Durlach l’aspettava.

Il foglio, apparentemente una mappa molto vaga delle Terre Oscure, era particolarmente rovinato e un’intera porzione era andata persa; nonostante ciò forniva un valido elemento per il proprio viaggio.

I due ladri sfruttarono ultime ore che li separavano dall’alba per riposare: il mattino seguente avrebbero raggiunto i compagni al villaggio di Sorell a cavallo dei propri destrieri magici.

(...continua)
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 15:59




Giorno Dodicesimo del Nono mese.

I sette si ritrovarono al molo del piccolo villaggio di pescatori e mercanti quando il sole aveva gia oltrepassato lo zenit da alcune ore.
Durlach mostrò ai curiosi compagni di viaggio la mappa che la compagna ladra aveva recuperato: alcuni riferimenti non lasciavano dubbi, si trattava di una mappa della terra dei Drow.

I sette membri stavano animatamente discutendo sul piano d’azione quando, prima che chiunque potesse accorgersene, un dardo tagliò l’aria colpendo in pieno la spalla dalla giovane ragazza a bordo della nave e una voce cupa risuonò alle loro spalle.
“Ladri! Come avete osato privarmi della mia mappa?”

Un uomo, armato d’arco e ricoperto da un lungo mantello nero, ribadiva la proprietà della mappa.
Nonostante il primo minaccioso colpo sortito alle spalle il misterioso individuo non mostrò un particolare odio verso i sette compagni ma invece si offrì di guidarli verso l’Isola Oscura.
Dopo una breve discussione l’uomo fu costretto a rivelare la propria identità: si trattava di un elfo nero, di nome Malleus Callegar, costretto, per motivi che ai sette compagni restarono ignoti, ad abbandonare la propria terra natale, ma ora l’individuo era deciso a ritornare alla propria casa per “risolvere i propri affari” e aveva bisogno di un mezzo di trasporto, in cambio offriva la propria guida durante il viaggio marittimo.

A parte Darna che diffidava dalla misteriosa figura gli altri membri del gruppo optarono per accettare il misterioso drow, dai tratti inspiegabilmente umani, a bordo durante il viaggio.
La partenza fu fissata per l’alba del giorno successivo.
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 16:00




Giorno Sedicesimo del Nono mese.

Dopo tre lunghi giorni di viaggio attraverso una distesa color blu intenso che si spandeva senza limiti in ogni direzione l’inaspettata guida, che svolgeva il compito di vedetta appostata sull’albero maestro della nave, urlò “Terra a dritta! Ora virate verso sud, non possiamo attraccare vicino ai porti drow se vogliamo sopravvivere!”

Draugnim, l’unico esperto marinaio della compagnia, seguì le indicazioni del malfidato drow seguendo la volontà degli altri compagni che vedevano nel misterioso uomo l’unica possibilità di toccare quelle terre sani e salvi.

Il viaggio li portò ad aggirare l’estremo promontorio meridionale del continente per poi circumnavigare l’isola e raggiungere così le sponde occidentali.
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 16:04




Giorno Diciassettesimo del Nono mese.

La nave attraccò, seguendo le indicazioni dell’oscura guida, in un piccolo promontorio non molto lontano da una bizzarra torre.
“Qui le nostre vie si dividono. Dubito riusciate a sopravvivere a lungo ma in ogni caso il mio accordo con voi ora giunge al termine.”
E con queste parole Malleus si passò una mano sul voltò che magicamente mutò: le orecchie dell’individuo acquistarono la tipica forma appuntita degli elfi, gli occhi assunsero il consueto colore rosso fuoco, come i capelli che divennero canuti e la pelle che cadde nel buio infinito della maledizione che avvolgeva quella razza tanto odiata dal resto delle razze del mondo.
Senza attendere risposta il drow saltò a terra e si diresse verso la torre entrando.

Le quattro Ombre e il paladino, che si erano procurati degli abiti drow, si travestirono tentando di nascondere il proprio aspetto in modo egregio.
Subito i sette si guardarono intorno scrutando la mappa: si trovavano in prossimità di una torre indicata sulla carta proprio lungo il confine della zona non rappresentata. Malleus aveva spiegato loro che la parte vuota era la zona dove gli elfi neri vivevano, ma a nessun membro della razza drow veniva insegnata la giusta locazione dei vari insediamenti e questa non veniva segnata sulle cartine in modo da impedire alle altre razze di svelare gli infiniti misteri che avvolgevano la razza oscura e misteriosa per definizione.
Il luogo dove avevano attraccato si trovava in prossimità di una grande pianura: ad oriente gli insediamenti drow, a sud si delineava il confine settentrionale dell’estesa pianura dei Ghoul e a nord solo il mare attendeva gli esploratori.

“Il primo obbiettivo è stato raggiunto: siamo nelle famigerate Terre Oscure. Ma ora qual’è il prossimo obbiettivo?” chiese Darna con una nota di apprensione nel tono della voce.
“Io propongo di entrare nella torre qui vicino e iniziare a raccogliere qualche utile informazione.” sussurrò Zartas, come se la risposta fosse più una riflessione personale che una vera e propria comunicazione ai compagni.
Tutti assentirono, tranne la giovane ladra che dubitava della saggezza di tale proposta degli amici, ma che comunque non avrebbe abbandonato, non ora almeno.

L’ingresso della torre era costituito da un portone in legno di notevoli dimensioni. Lungo tutta la superficie incomprensibili simboli erano incisi in profondità nel robusto manufatto.
Durlach, alla testa del gruppo, spinse con forza il portale che si aprì senza difficoltà.
Di fronte agli attoniti spettatori si stendeva un grandissimo locale avvolto dall’oscurità: sui due lati due rampe di scale parallele salivano lungo la torre, per poi biforcarsi in due direzioni opposte.
Brothor prese una torcia e l’accese passandola all’amico ladro, mentre Zartas e Dyred sfruttarono le proprietà magiche delle proprie armi per illuminarsi il percorso.
Gli esploratori optarono per il percorso di destra e iniziarono la scalata della rampa in fila indiana: l’ordine era Durlach, Brothor, Draugnim, Eronor, Zartas, Dyred e Darna riluttante in coda.

Dopo numerosi minuti di cammino nel silenzio più assoluto il gruppo raggiunse la sommità della scalinata ed entrò in uno strettissimo corridoio che limitava i movimenti: la formazione a fila indiana divenne una scelta obbligata.
La lenta avanzata nelle tenebra più assoluta, che veniva sfidata solo dalla debole energia delle armi illuminate e della torcia, terminò in prossimità di una porta chiusa.
Durlach e i due compagni alla testa del gruppo si avvicinarono con cautela temendo la presenza di trappole.

Fintanto che l’attenzione degli esploratori si concentrava sulla porta che sbarrava la loro avanzata Dyred fu scosso da un brivido che gli percorse il collo: un brivido freddo.
Darna, di pochi passi dietro al compagno stregone, notò una cosa che non riuscì a definire immediatamente: una misteriosa ombra longilinea si frapponeva fra lei e il suo amico.
La ladra indietreggiando di un’ulteriore passo estrasse con rapidità mai vista il proprio cilindro magico, ma il movimento fu intercettato dalla figura avvolta dalle tenebre che abbandonò il proprio bersaglio per voltarsi in direzione della nuova minaccia.
Darna aveva appena fatto in tempo ad evocare la coppia di lame magiche che uno stocco gli minacciava la gola a pochi centimetri di distanza.
Esitando un’instante la giovane ragazza notò, grazie alla luce della lama, i tipici lineamenti di un elfo maledetto nel proprio avversario e ciò la spinse alla prudenza: se avesse urlato per chiedere aiuto ai compagni distratti avrebbe sicuramente perso la vita.

La maga con un rapidissimo scambio di mani tentò di disarmare l’avversario indietreggiando, ma questi fu più rapido e mise a segno un primo colpo nella spalla della giovane.
Nonostante il danno subito Darna si era liberata dalla posizione di svantaggio e si decise che quello era il momento di passare al contrattacco. Per sua fortuna in quel momento Dyred si voltò, incuriosito dalla sensazione di brivido di alcuni istanti prima, scorgendo così la nuova minaccia.
I due fendenti dell’abile spadaccina sferzarono l’aria mancando di molti centimetri il bersaglio, che nonostante lo spazio ristretto, si spostava con un’abilità impareggiabile.

Lo stregone-chierico non esitò un istante nell’accorrere in aiuto dell’amica e tentò di colpire il drow con la propria lama magica, ma questi accorgendosi dell’attacco alle spalle si voltò in tempo per scartare la minaccia.
Purtroppo per l’oscuro quel movimento improvviso diede occasione alla giovane avversaria di trovare uno spiraglio in cui affondare le proprie lame magiche. La luce nera attraversò la carne maledetta ferendola in diversi punti.

La figura, per nulla intimorita dal fatto di trovarsi tra due fuochi, iniziò a scagliare colpi in entrambe le direzione con una rapidità e una precisione ammirevoli: lo stocco non falliva mai portando sempre a segno i propri affondi.

Dopo diversi secondi di lotta sia Darna che Dyred erano feriti in diversi punti e sanguinavano vistosamente, mentre l’avversario oscuro, nonostante avesse incassato anch’egli diversi colpi, non sembrava accusarne gli effetti.
Il chierico, notando quella situazione di svantaggio per sé e l’amica, decise di utilizzare i propri divini poteri per paralizzare l’avversario. Quando il drow si voltò per anticipare un affondo di Darna con un colpo improvviso, Dyred vide la propria occasione di colpire e strinse con forza un lembo del vestito dell’avversario intonando una sommessa cantilena. Un’instante dopo la mano dello stregone si illuminò per un frangente di una candida luce e i muscoli dell’elfo della notte s’indurirono bloccandone i movimenti.

La ladra, vedendo il proprio bersaglio paralizzato, lo finì, senza ombra di rimorso, con un ultimo colpo che gli recise la gola.

Durlach aprì la porta ed entrò in una piccola stanza circolare e spoglia. L’unico elemento che catturò l’attenzione dell’individuo fu un gruppo di fogli su una scrivania lungo la parete. Il ladro subito raccolse la pira di carte e la porse agli altri membri del gruppo. Darna, sicuramente la più colta del gruppo, decifrò le scritture: si trattavano di semplice annotazioni di contabilità, per nulla pertinenti con ogni tipo di interesse che il gruppo avrebbe potuto nutrire in quella terra.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 16:05




(...continua)

Senza indugiare i sette ricomposero la formazione iniziale e, tornando sui propri passi, raggiunsero l’ingresso per poi imboccare la scalinata di sinistra in precedenza scartata.
La marcia durò diversi minuti fino a che si giunse ad un bivio e il capo gruppo, senza ascoltare pareri, puntò nella direzione secondo lui più consona.
La marcia si concluse in prossimità di un’altra porta chiusa che fu aperta senza troppe esitazioni.
La stanza, oltre la soglia, aveva il tipico aspetto di una sala delle torture, molto simile a quelle che comunemente si potevano trovare nei sotterrai dei castelli in Bretonnia.

Gli esploratori optarono all’unanimità di abbandonare quella tetra stanza per dirigersi nella direzione opposta.
Nuovamente la marcia li portò ad una porta chiusa, ma stavolta si udirono distintamente dei rumori provenire dall’interno dell’ambiente occultato alla vista: sommessi lamenti di dolore oltrepassavano la soglia per raggiungere i sette compagni.

Durlach aprì la porta esitando e stringendo con forza il proprio arco si addentrò nella stanza subito seguito dai compagni, anch’essi armati e pronti a difendersi.
La stanza, non molto grande, presentava sul fondo una specie di arena dove due elfi scuri stavano lottando in un duello all’ultimo sangue. I duellanti si scontravano alla pari, ignorando completamente i nuovi arrivati, e subito le Ombre con gli amici riconobbero una delle due scure figure: Malleus, l’elfo che aveva fatto loro da guida.

Darna senza attendere i compagni impugnò il proprio cilindro magico spezzandolo in due parti uguali: da ogni semi-cilindro una lama di luce prese vita armando la ladra di due letali spade magiche.
La stupenda e spietata ragazza si lanciò in una carica assassina tentando di fiancheggiare i propri bersagli. Le lame magiche della ladra saettarono ad una velocità e forza impressionanti senza puntare ad un determinato bersaglio: qualunque fosse stato il drow a cadere sotto i suoi colpi sarebbe stato un problema in meno per gli esploratori e inoltre Darna non si era mai fidata veramente di Malleus.

La prima lama di luce nera colpì l’addome dell’avversario di Malleus mentre la seconda gli recideva i legamenti del ginocchio destro. L’elfo, colto alla sprovvista, esitò il tempo sufficiente per permettere all’avversario di finirlo con una stoccata al cuore.

La figura oscura non prestò molta attenzione ai nuovi arrivati, in fondo gli avevano solo fatto un favore aiutandolo ad eliminare il proprio avversario e momentaneamente non costituivano una minaccia.
Allo stesso modo i sette esploratori, dopo aver capito che non vi era nulla di importante nella torre decisero di incamminasi, incuranti degli obbiettivi di Malleus in quella terra.
La meta era un strano luogo che sulla cartina era indicato come “Sfera oscura” e per raggiungerlo il gruppo di avventurieri avrebbe dovuto attraversare le pianure dei Ghoul.
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 16:08




Giorno Ventesimo del Nono mese.

Dopo aver attraversato la palude che determinava l’ingresso alle pianure dei Ghoul, il gruppo iniziò ad inoltrarsi nella distesa quasi desertica di cui non si riusciva a scorgere la fine. Osservando l’orizzonte il paesaggio restava sempre uguale.

Durante la notte del terzo giorno, come durante ogni notte, si stabilirono i turni di guardia e stavolta la giovane maga-ladra dovette adempire al secondo turno.
Darna stava scrutando la tenebra che avvolgeva il piccolo accampamento, ma i suoi occhi, anche se abituati a osservare gli ambienti durante le lunghe notti delle città, non riuscivano a fendere quella nera barriera che tutto soffocava.
Ad un certo punto la giovane ragazza ebbe un sussulto nel vedere un gran numero di occhi, completamente bianchi, che si avvicinavano inesorabili.

La maga, intuendo immediatamente la natura della minaccia, iniziò ad agitare la mani recitando una lunga formula imparata molti anni prima. Dopo pochi istanti gli arti della giovane iniziarono ad ardere intensamente di un fuoco magico e con un ultimo gesto le fiamme si abbatterono come un mare in tempesta sui ghoul che avanzavano.
Un non-morto cadde a terra avvolto dalle fiamme, mente gli altri non arrestarono la loro avanzata anche se numerosi lembi della loro pelle putrefatta iniziavano ad ardere.

Darna, notando gli effetti devastanti del proprio colpo, decise di ricorrere ad un incantesimo di maggiore potenza e pronunciando le arcane formule una sfera di fiamme prese forma tra i palmi quasi congiunti della giovane. All’ultima parola dell’arcaica prassi la sfera saettò verso il gruppo di aggressori esplodendo e scaraventando i corpi all’aria, consumati dalle fiamme.
Eliminata la minaccia la giovane tornò al proprio posto d’osservazione attendendo il cambio della guardia.
 
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Nardu
view post Posted on 18/10/2006, 16:09




Giorno Ventunesimo del Nono mese.

Il gruppo di esploratori stava ancora avanzando nell’interminabile piana quando non molto lontano si stagliarono tre belle figure che avanzavano.
Dopo una migliore osservazione gli esploratori identificarono le figure come un terzetto di minacciosi ghoul.

Senza attendere un ulteriore segnale Darna recitò una delle prima formule che il suo vecchio mentore le aveva insegnato durante la sue educazione. Un gruppo di frecce d’orate si materializzarono dal nulla e librarono in direzione del primo ghoul che cadde a terra senza reagire, mortalmente trafitto.

Durlach, con una velocità impressionante, scagliò una coppia di dardi che si conficcarono in diversi punti vitali di un altro avversario e anch’esso cadde inerme al suolo ancor prima di rendersi conto della minaccia incombente.

Il terzo e ultimo mostro fu distrutto dalla carica congiunta di Dyred e Brothor che affondarono le loro armi nella carne del non-morto senza esitazione: la spada magica e la coppia di lame del samurai si mossero in una letale danza congiunta precludendo qualsiasi via di salvezza al bersaglio ormai condannato.
 
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Nardu
view post Posted on 12/11/2006, 18:59




Giorno Ventiduesimo del Nono mese.

Gli indomabili avventurieri raggiunsero il luogo che nella cartina era indicato come la sfera oscura spinti da un forte senso di curiosità.
La nera sfera si presentava agli occhi degli stranieri come una cupola d’ombra di dimensioni notevoli. Il gruppo dei sette era molto cauto: avvicinarsi troppo avrebbe potuto essere rischioso.

Darna, senza dare una spiegazione al resto del gruppo, iniziò ad agitare le mani sussurrando formule incomprensibili alla maggior parte degli astanti.
La donna completò la formula con la mano destra sospesa a mezz’aria, con il palmo rivolto verso l’alto, e improvvisamente, alcuni metri più avanti, un masso di piccole dimensioni si sollevò da terra fermandosi, come fosse sostenuto da un filo invisibile.
La ragazza voltò il palmo della mano in direzione della cupola d’ombra e il masso iniziò a fluttuare diretto verso la zona oscura penetrando completamente nell’ombra e svanendo alla vista.
Darna allora voltò il palmo verso di sé e dopo pochi istanti il masso abbandonò la zona ignota ricomparendo alla vista del gruppo: era completamente illeso.

Eronor, notando che la sfera oscura non aveva danneggiato la roccia, afferrò il proprio occhio di vetro e lo rimosse dalla cavità oculare poggiandolo a terra. La pietra verde, seguendo un tacito comando del padrone, utilizzò il proprio potere per far materializzare delle zampe ectoplasmatiche con le quali raggiunse la zona ignota e vi entrò.
“All’interno non sembra esserci nulla di tangibile.” dichiarò lo psionico richiamando a sé la pietra da cui aveva ricevuto il rapporto e rimettendola al suo posto nello spazio vacante dove avrebbe dovuto esserci l’occhio destro.

Il gruppo penetrò con cautela nella zona d’ombra senza incontrare ostacoli. Senza nemmeno rendersene conto il gruppo di esploratori si ritrovò a percorrere un lungo e strettissimo corridoio. Nessuno si era accorto di essere entrato nella bizzarra costruzione, ma allo stesso tempo nessuno voleva tornare indietro, curiosi di scoprire i misteri di quel luogo mistico.

Camminavano ormai da pochi minuti quando avvistarono in lontananza una piccola luce proveniente da una porta socchiusa. Darna e Dyred attivarono i poteri magici delle loro armi facendo comparire le rispettive lame di luce. Anche Draugnim prese mano ai suoi due spadoni ed gli cacciò fuori dai foderi provocando un lungo sibilo metallico che ebbe il disastroso effetto di rivelare la propria presenza ai custodi del luogo.

Non era passato che un istante da quando l’elfo guerriero aveva preso mano alle sue armi che tre figure avvolte dai mantelli più neri della notte stessa si materializzarono dalle ombre colpendo in ogni direzione senza pietà. I sette avventurieri furono colti alla sprovvista e non ebbero il tempo di contrastare con efficacia l’attacco incalzante.
Tutti, fatta eccezione per Brothor e Zartas che erano troppo lontani per essere coinvolti, furono feriti in numerosi punti e la battaglia prese immediatamente un andamento disastroso per la Gilda delle Ombre del Crepuscolo.
Fortunatamente la risposta dei sette non si fece attendere e mentre Zartas provvedeva a ristabilizzare i compagni feriti con l’ausilio dei propri poteri divini gli altri si accanirono sui fuggevoli avversari.
La lotta imperversò per diversi minuti senza che nessuna delle parti riuscisse ad ottenere un considerevole vantaggio.
Improvvisamente la figura oscura impegnata in una lotta con Draugnim abbassò la guardia per un solo istante, ma sufficiente per dare a Darna la possibilità di colpire con violenza con le proprie lame magiche. La luce oscura penetrò con vigore nella carne bruciandola e provocando un forte sfrigolio: non un suono uscì dalle labbra dell’avversario che però cadde a terra privo di vita.
Gli altri due compagni del drow che assistettero alla scena non esitarono a reagire: con movimenti rapidissimi e inaspettati si diedero alla fuga lasciando i sette compagni più perplessi che felici.

“Probabilmente ci stanno preparando una trappola. E’ nello stile di lotta dei Drow.” suggerì Draugnim.
“Iniziano ad essermi sempre più simpatici questi Drow…” sussurrò tra sé e sé Darna.
“Avanziamo!” suggerì Durlach e gli altri acconsentirono mantenendo la guardia, pronti a qualsiasi a qualsiasi attacco.
Si avvicinarono alla porta che avevano intravisto in lontananza prima dell’inizio della lotta con i guerrieri della notte e stavano per aprirla quando un inaspettato rumore catturò la loro attenzione: i rumori tipici di un combattimento presero vista per un istante nella stanza adiacente al corridoio prima di venir sostituiti ad atroci grida di dolore.
I sette compagni si fecero coraggio e spalancarono la solida porta d’ingresso in legno massiccio.

La scena che si presentò dinnanzi al gruppo di esploratori li lasciò decisamente esterrefatti: una figura avvolta da un lungo mantello li stava osservando, o almeno così sembrava dato che il volto era ricoperto da un ampio cappuccio; ai piedi della figura i corpi di tre elfi scuri giacevano a terra privi di vita.
Il misterioso individuo, senza scoprirsi il volto, disse con tono beffardo “Siete lenti. Avete impiegato un’eternità per eliminare un solo elfo scuro e tra l’altro ho dovuto eliminare io quei due che vi sono scappati.”
“Chi sei e cosa vuoi da noi?” formulò in modo secco Eronor.
“Noi siamo lenti? E chi ci dice che tu sei tanto veloce? A me non sembri minaccioso.” provocò l’elfo Draugnim.
In risposta alla provocazione dell’ex-druido le rade torce che illuminavano la stanza si spensero per poi riaccendersi un istante dopo. Nulla era mutato e la misteriosa figura giaceva ancora in piedi tra i cadaveri degli elfi scuri di fronte ai sette compagni.
“Cosa credi di aver concluso?” chiese Darna con scetticismo.
“Controllate le vostre gole…”
I sette compagni si toccarono istintivamente il collo e tutti notarono che nell’istante in cui le torce si erano spente un lama aveva aggredito le loro pelli provocando leggere lacerazioni sanguinanti.
“Vorresti ucciderci?” chiese Dyred
“E perché dovrei?” rispose con sarcasmo l’individuo scoprendosi il capo: era un elfo alto dalla pelle candida.
“Cosa ci fa un elfo chiaro nella terra degli elfi della notte?” osò chiedere Brothor.
“Viaggiavo con i miei compagni in direzione di Bretonnia quando una tempesta ci colpì all’improvviso. Sono l’unico sopravvissuto e ho bisogno di un mezzo per poter abbandonare l’isola. In questo luogo è celata un’arma potentissima, temuta da ogni drow; speravo di recuperarla per poi procurarmi un mezzo per tornare a casa.” rispose il nobile elfo.
“Noi possediamo un’imbarcazione e potremmo riaccompagnarti a casa…” stava dichiarando Zartas quando fu interrotto da Darna “Ma ci interessa quest’arma di cui stavi parlando. Sai altro?”
“So che violare questo luogo è tabù per gli elfi scuri. Qui è celata l’arma definita il flagello dei drow. Tutti la temono in queste terre. Credo sia ben difesa anche se al momento a parte qualche incapace rappresentate di questa sporca razza non ho incontrato altri ostacoli.” rispose con calma l’elfo.
“Se ti unisci a noi nella ricerca dell’arma noi poi potremmo accompagnarti alla tua terra con la nostra imbarcazione…” propose la maga-ladra.
“E sia!” acconsentì il formidabile guerriero dalla pelle chiara.

Dyred attraversò la stanza in direzione dell’unica porta che si intravedeva oltre a quella da cui erano entrati. Il passaggio sembrava bloccato e lo stregone tentò di liberarlo ricorrendo alla propria arma mistica, ma non ne ebbe il tempo: il misterioso accompagnatore impugnò una spada dalle dimensioni a dir poco incredibili, maneggiandola come se non avesse alcun peso, e la scaraventò contro la porta chiusa sfondandola. Oltre la soglia bloccata un drow era in attesa della prossima vittima e mai si sarebbe aspettato di incontrare la morte trafitto da una lama gigantesca e schiacciato dai frammenti della porta stessa.
“Il percorso ora è libero!”

Percorsero un lunghissimo corridoio dall’aspetto inquietante: lungo il perimetro numerosi scheletri offrivano un macabro spettacolo di morte. L’elfo chiaro spiegò loro che quelli erano i corpi degli elfi scuri che aveva eliminato. Secondo il suo parere non vi erano più elfi in vita in quel luogo abbandonato, ma si sbagliava.
Una musica melodiosa e armonica li investì come un richiamo. Proveniva dalla fine del corridoio e non vi erano dubbi riguardo la sua origine: qualcuno stava suonando un pianoforte.
“Avevi eliminato tutti,eh?” schioccò con malizia Darna rivolta all’elfo.
Avanzarono con cautela impugnando le armi. La musica diveniva più forte ad ogni passo, come anche la tensione.
Quando raggiunsero la stanza dove un drow dalla lunghissima chioma argentata suonava con vigore sul suo piano tutto fu un rapidissimo susseguirsi d’eventi.
Immediatamente l’elfo che gli accompagnava scattò in direzione della porta attraversando con rapidità immane la stanza. I sette compagni si lanciarono anch’essi il più velocemente possibile in direzione dell’uscita sperando di non essere individuati dal possibile avversario, ma purtroppo la fortuna abbandonò il gruppo di esploratori e il pianista si accorse della loro presenza.
Senza che nessuno ebbe il tempo di vederne i movimenti il drow lanciò una seria di pugnali in direzione delle gambe dei fuggiaschi impedendogli di continuare nella loro corsa; contemporaneamente catturò Draugnim, l’elfo, puntandogli alla gola un ennesimo pugnale.
I compagni furono costretti a fermarsi per osservare la scena. Se avessero tentato di fuggire il guerriero elfico sarebbe morto e in ogni caso il pianista non avrebbe permesso loro una semplice e indolore via di scampo.

Darna senza troppa esitazione prese mano alla propria borsa degli incantesimi mentre con maestria compiva i complicati riti per il lancio dell’incantesimo, quando ebbe finito un groviglio di ragnatele appiccicose avvolse sia Draugnim che il pianista immobilizzandoli.
Il drow in tutta risposta colpì con la propria arma la schiena del proprio prigioniero che perse i sensi. Il corpo esanime penzolava a mezz’aria sostenuto solo dalle ragnatele magiche.
Dyred, ricorrendo al potere magico racchiuso nel suo sangue, mosse le mani con rapidità e precisione ed appena la parola ricca di potere arcano uscì dalla sue labbra una coppia di raggi infuocati investì in pieno petto il pianista dalla chioma argentata. Questi indietreggiò di un passo accusando il colpo ma poi si eresse nuovamente in tutta la sua statura ignorando completamente il colpo magico appena subito.
La ragnatela avvampò per un istante e poi svanì lasciando solo cenere al proprio posto. Il corpo di Draugnim cadde pesantemente a terra.
Il pianista, infuriato per l’affronto subito, si lanciò all’attacco dello stregone-chierico. Un secondo dopo lo sguardo dell’uomo divenne vacuo e indietreggiò di alcuni passi gemendo per il dolore: il ventre era stato attraversato in profondità dalla lama assassina del drow.
Eronor e Brothor si lanciarono alla carica dell’avversario dalla lunga chioma ma ogni attacco fu evitato con ammirabile maestria: il loro avversario si stava prendendo beffe di loro e le speranze di uscirne vivi per i compagni erano molto ridotte.
Il pianista con una toltale calma e tranquillità si diresse verso il suo piano e iniziò a intonare una melodia di morte. Le note risuonarono nelle orecchie dei presenti come una tortura e i timpani iniziarono a sanguinare: se non intervenivano al più presto sarebbero morti tra le altisonanti note del drow.

Il pianista arrestò per un attimo la propria opera di morte per osservare le proprie vittime con un sorriso soddisfatto dipinto sul volto e Darna colse l’occasione per acquistare la propria concentrazione e formulare l’arcano rito strettamente legato all’incantesimo della palla di fuoco. Una sfera di fiamme si materializzò a pochi centimetri di distanza dall’incantatrice per poi scagliarsi a tutta velocità in direzione del pianista, il quale osservava per nulla intimorito e sicuro di sé.
All’ultimo istante la sfera infuocata variò direzione e a posto di colpire il drow si scagliò con forza sul piano che prese fuoco.
La scena fu raccapricciante quanto incredibile: man mano che il piano bruciava anche il pianista si consumava tra strazianti grida di dolore.
Darna aveva saltato tutti eliminando quell’insormontabile minaccia con un abile colpo d’astuzia.
Zartas utilizzando le proprie conoscenze dei poteri di guarigione curò le ferite più gravi dei membri del gruppo e tutti si prepararono a raggiungere l’elfo, loro guida.

“Siete stati lenti anche questa volta…” li stava accogliendo nuovamente il guerriero dalla pelle chiara quando Darna lo anticipò con un sorriso beffardo disegnato sulle labbra “Ho dei compagni incapaci, lo so. Ma ho trovato solo questi!”
 
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10 replies since 13/10/2006, 15:51   123 views
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