| Giorno Nono del Nono mese.
All’alba i componenti della gilda delle Ombre del Crepuscolo si destarono dal loro sonno ristoratore nella loro splendida sede nel cuore della città della Curonne. Brothor fu, per qualche misterioso motivo, ospitato per la notte all’interno della sede delle Ombre, mentre Zartas ed Eronor trovarono alloggio in due celle al convento dell’Ordine di Kord.
Draugnim, nonostante il riposo, non aveva recuperato la propria pace interiore: da quando aveva bevuto dal Sacro Calice e il suo animo era mutato, il suo legame con la Natura si era spezzato e il povero druido sentiva un estremo bisogno di redenzione.
Darna si stava dirigendo pigramente alla sala da pranzo, ancora molto assonnata, per consumare la prima colazione quando sentì bussare; estremamente pigra, come ogni donna d’altronde, la ladra strillò “Dyred! Bussano alla porta, va ad aprire!” Il caro amico della perfida fanciulla, il quale non rifiutava mai un favore senza una degna motivazione, si diresse allegramente in direzione dell’ingresso ed aprì il pensante portone in frassino decorato.
“Buon giorno nobile cavaliere, cosa cercate a quest’ora del mattino nella nostra dimora?” chiese lo stregone-chierico. “Buon giorno a te Dyred. L’alba è passata da molte ore e io, come avevo promesso, sono venuto a offrire i miei servigi per la vostra prossima missione.” rispose Zartas con un tono che tradiva la sua nostalgia per le calde coperte del suo giaciglio. “Prossima missione? Io no ne so nulla!” esclamò Dyred sgranando gli occhi. “Non so di cosa si tratta precisamente, sono sicuro che ha qualcosa a che vedere con l’elfo e se mi fate entrare potremmo parlarne direttamente con lui.” Propose il paladino. Il chierico notando la logica del discorso si scostò facendo passare Zartas, subito seguito da Eronor, che fino a quel momento era stato alle spalle del paladino.
“Cosa fate voi qui?” chiese Darna allarmata. “Sono venuto come mi hai fatto promettere prima di partire per ricerca del Graal. Io mantengo SEMPRE la parola data.” rispose cortesemente Zartas. “Ora ricordo! Dobbiamo recarci dagli elfi in modo da poter ricavare un’armatura dalla scaglia del drago blu, che abbiamo ucciso, per Draugnim.” confermò la giovane maga. “Dimenticate questa missione! Non mi interessa più avere l’armatura!” disse l’elfo che era entrato nella stanza senza essere scorto da nessuno. “Cosa succede, mio buon amico? E’ da quando abbiamo recuperato il Sacro Calice che sei malinconico.” esordì Dyred. “Ho perso il mio legame con la Natura e il mio animo è tormentato! Al momento non ho alcun interesse per l’armatura e comunque sarebbe un’impresa impossibile.” rispose in tono laconico Draugnim. “Suvvia! Lanciamoci in quest’avventura e vedrai che ne usciremo vittoriosi come sempre! Come ai vecchi tempi quando mio fratello era con noi, ricordi Draug?” esultò il solare Durlach, che nonostante il tono vispo mostrava di essersi destato da pochi minuti. “Solo in memoria dei vecchi tempi e del defunto Nardu…e perché in fondo mi manca il brivido che solo una missione con scarse possibilità di riuscita riesce a darti.” concesse il rincuorato elfo guerriero. “Le terre degli elfi ci aspettano allora!” confermò il chierico-stregone con un sorriso. “Frena l’entusiasmo umano! Come pensi di raggiungere l’isola dei terribili elfi neri e soprattutto come pensi di sopravvivere una volta che ci sarai arrivato?” si intromise Brothor, che fino a quel momento era rimasto in silenzio in un angolo. “Ha ragione, ma non scoraggiamoci. Io e Durlach andremo in giro per la città in cerca di informazioni e nella migliore delle ipotesi potremmo rintracciare un Drow che per qualche motivo non si trova nei propri confini…” decise Darna “…tu Zartas parla con il capo del tuo Ordine, magari ha qualche informazione utile da condividere e tu Draugnim va a parlare con il sovrano, che in fondo è in debito verso la Gilda, e chiedigli una mano!” concluse la ladra con un tono che non permetteva obiezioni.
Zartas fu introdotto nella cella dove il suo mentore era intento a trascrivere lunghissime pergamene. Senza una parola il paladino si inchinò attendendo il permesso di alzare il capo. Il responsabile dell’Ordine di Kord era un uomo decisamente anziano, ma nonostante ciò potente e determinato, come aveva dimostrato nel mandare i membri della Gilda delle Ombre in un lontano piano dimensionale per recuperare la Statuetta. Oltre che determinato e potente, l’anziano uomo vantava una discreta saggezza e una notevole conoscenza della storia e degli eventi. “…quindi la ringrazierei infinitamente se fosse in grado di fornirmi informazioni sugli elfi scuri in quanto…” stava ancora spiegando Zartas quando fu interrotto bruscamente. “Non troverete elfi maledetti in Bretonnia dato che non hanno motivo di abbandonare il loro regno e soprattutto perché se venissero qui sarebbero perseguitati e giustiziati; inoltre non saprei che altro dirvi oltre a ciò che è di dominio comune, solo di una cosa sono certo e spero vene rendiate conto: se vi dirigete ad Ovest, nell’Isola Nera, non tornerete in dietro sani e salvi!” le ultime parole furono pronunciate con una sincera apprensione da parte del Maestro dell’Ordine.
Era ormai calata la sera quando Darna si fermò in un angolo a parlare con il compagno Durlach. “E’ tutto il giorno che giriamo in lungo e in largo ma nessuno sa nulla di elfi scuri che abbiano lasciato le loro e terre e che siano ancora in vita per testimoniarlo!” “Dannazione! Sei almeno riuscita a procurare una mappa? Io ho contattato tutti i miei informatori inutilmente.” rispose Durlach. “Purtroppo no! Nessuno dei cartografi che ho contattato possiede tali carte, nemmeno i contrabbandieri!” sospirò Darna con frustrazione. “Torniamo in gilda.” propose Durlach riscuotendo il consenso dell’interlocutrice.
Lungo il corridoio, limitato da due imponenti colonnati, un lungo tappeto rosso indicava la via verso il trono, dove il sovrano di Bretonnia attendeva il suo ospite. Draugnim, il cui proprio signore lo reputava un valorosissimo guerriero degno di stima, come ogni vota che si recava al palazzo reale, richiese udienza umilmente. “Vi porgo i miei saluti, mio sire.” salutò l’elfo inchinandosi ai piedi del trono. “Alzati Draugnim! Sei sempre il benvenuto qui al palazzo. Ora dimmi, cosa ti porta al mio cospetto?” chiese l’affabile sovrano. “Io e miei compagni dovremmo recarci nelle terre degli elfi maledetti per…” stava spiegando il guerriero, ma all’udire le parole “elfi neri” il sovrano lo interruppe. “Elfi neri? Siete impazziti? Ammesso che riusciate a toccare le sponde di quell’isola maledetta non tornerete mai indietro per raccontarlo!” lo avvertì il nobile uomo. “Ne siamo al corrente, mio sire, ma non vi preoccupate, siamo intenzionati a non fare delle Terre Oscure la nostra tomba e per questo sono qui al vostro cospetto, per chiedervi aiuto.” spiegò Draugnim. “Spero di tutto cuore che le vostre parole possano rivelarsi veritiere, ma in ogni caso non posso aiutarvi molto. Tutto ciò che posso fare è concedervi di utilizzare un nave appartenente ad un gruppo di pirati drow, è attraccata nel porto della città.” e detto ciò consegnò all’Ombra un documento ufficiale che garantiva al portatore il permesso di lasciare La Curonne a bordo dell’imbarcazione.
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