Nardu |
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L'elfo, sotto consiglio del non-morto, aprì una porta dimensionale che permise all'incantatore, accompagnato dagli altri due elfi e dal lich, di entrare in una delle stanze del palazzo imperiale senza aver trovato una materiale via d'accesso. Il mago rimase di guardia nella spoglia stanza d'arrivo, mentre gli altri si diedero all'esplorazione: egli sarebbe stato l'unica via di fuga da quella prigione.
L'interno dell'edificio era infinite volte più terrificante di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Attraversarono diverse lunghissime stanze. L'odore di morte era insopportabile. Grida, lamenti di dolore e pianti disperati rieccheggivano tra quelle mura nere come la pece. Un numero impressionante di strumenti di tortura e prigioni orribili decorava paesaggio che si presentava a coloro che avanzavano in un susseguirsi di lunghi corridoi. Decine e decine d'individui supplicavano straziati o rinchiusi.
Dopo quella che sembrò un'eternità i tre raggiunsero il salone principale e si avvicinarono. In cima ad un'immensa scalinata l'Imperatore sedeva sul suo nero trono. Le sue numerose braccia frustavano con parsimonia un gruppo di fanciulli nudi mentre un notevole gruppo di servi e concubine attendeva in un silenzio reverenziale: tutti temevano quella misteriosa e minacciosa figura. Elessin e Draugnim non riuscirono a controllare il proprio istinto di sopravvivenza e in preda ad un'incotrollata crisi di panico si dileguarono lungo i corridoi appena percorsi. Solo Seizan rimase al cospetto dell'Imperatore Nero e si avvicinò con cautela.
Un giovane donna dall'aspetto molto gradevole e dall'aria sensuale si avvicinò al lich. Indossava solo un cumulo di straccia che scarsamente le ricopriva le forme sinuose e provocanti. Tutto in lei stuzzicava i più primordiali appetiti maschili e qualsiasi uomo le si sarebbe gettato addosso in pochi secondi; chiunque tranne Seizan che da tempo non provava più alcuna emozione o desiderio comune tra i viventi. "Cosa desiderate?" chiese la fanciulla con un tono inaspettatamente accondiscendente, ma non ricevette risposta alcuna.
Il non-morto si avvicinò scrupolosamente al trono imperiale e si accorse di essere del tutto ignorato, fatta eccezzione per la graziosa fanciulla semi-nuda. "Salve, mio imperatore. Il mio nome è Seizan e sono stato mandato qui per uccidervi, ma..." annunciò il githzerai con poco tatto. "Potete tentare ma non riuscire..."rispose la giovane alle spalle del monaco, ma per l'ennesima volta fu ignorata. "...ma sono qui per offrire i miei servigi in cambio...in cambio della sua collaborazione mio signore." proseguì imperterrito l'individuo coperto dal mantello. "I vostri servigi non sono rischiesti." rispose la giovane. Seizan si voltò si scatto adirato. "Sto parlando all'imperatore! Taci!" "Io sono l'Imperatore. Parlate a me e parlerete a Lui. Le mie parole sono le Sue parole." esplicò la ragazza. "Posso dare importanti informazioni all'imperatore su chi mi ha mandato ad eliminarlo." si rassegnò a comunicare il lich. "Il basilisco! Ha inviato molti, ma tutti hanno fallito. Inetti per lo più." con queste parole la giovane spiazzò il non-morto che però tentò di nascondere lo stupore mantenendo la calma. "Sono qui per divenire un fedele e potente alleato del signore." rispose il monaco. "Non abbiamo alcun bisogno dei vostri servigi. Potete andarvene." troncò l'interlocutrice. "Preferite avermi come alleato o come nemico?" chiese minaccioso Seizan. "E' indifferente..." fu la risposta.
In quel momento Elessin e Draugnim, recuperate le proprie facoltà dopo lo shock iniziale, giunsero al cospetto del sovrano. Al fianco del lich. "L'imperatore non vuole collaborare. Non ci presta attenzione e ci ritiene degli incampaci!" illustrò Seizan decisamente fuori di sè per la rabbia e per l'offesa subita. Nel giro di pochi attimi la situazione si movimentò. I bambini torturati furono eliminati senza pietà dagli ospiti per attirare l'attenzione. Numerosi attacchi partirtono in direzione dell'insopportabile fanciulla che però evitò ogni minaccia con maestria. Ma l'imperatore non mutò atteggiamento.
Nel frattempo Seizan utilizzò le capacità magiche delle carte donategli dal basilisco alcuni giorni prima. Leffetto che si otteneva era puramente dettato dal caso e stavolta il non-morto ebbe la possibilità di riceve risposta ad un quesito. La domanda fu "Dove si trova la rosa dell'Imperatore?" Un attimo dopo il monaco stava gridando a gran voce ai compagni occupati a tentar di metter fuori combattimento l'inafferrabile fanciulla: "La rosa è sopra al trono! prendetela!" Il susseguirsi d'eventi che seguì fu rapido in un modo inaudito. La donna si lanciò a difesa del fiore mentre i tre compagni l'assediavano. Dopo numerosi scambi e mezze collutazzioni Seizan riuscì ad afferrare il fiore e ad allontanarsi dall'avversaria, ma l'Imperatore stesso fu più rapido e gli rubò il manufatto dalle mani. Il lich non si diede per vinto e si lanciò repentinamente al contrattacco riuscendo a sottrare la rosa dalle grinfie del sovrano ed ad ingoiarla.
Mentre la masticava, la rosa veniva distrutta, il sovrano periva e tutto all'interno del castello svaniva. Solo i tre compagni rimasero nell'edificio.
Edited by Nardu - 26/12/2006, 16:54
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