[La Nuova Alba] L'Inizio della Fine (1)

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Nardu
view post Posted on 24/12/2006, 12:09




12713° Ciclo Lunare dalla Venuta dell'Imperatore (V.I.) - Luna Nuova

Era una notte senza luna e le ombre avvolgevano la terra e il cielo nel loro fatale abbraccio. Ogni pianta, animale o roccia incuteva timore in quell'oscurità innaturale.
Una piccola radura prendeva forma tra gli alberi morenti di una foresta fantasma in una zona indefinita lungo il vecchio confine tra Bretonnia e l'Impero.

Veloce come il vento, silenziosa come la morte. Una gigantesca figura, più nera della notte stessa, attraversò le cupe nubi per andare a posarsi nella radura deserta: l'erba e le fronde degli alberi furono pesantemente scossi dal massiccio spostamento d'aria.
Un'esile individuo smontò dalla groppa della creatura oscura. Una splendida armatura decorata con lo stemma della nera signora Lolth lasciava dedurre le forme perfette di quel fisico atletico.
Uno sguardo rosso sangue scrutava le ombre in direzione del vuoto quando ad un trattò i suoi sensi allenati lo avvertirono: qualcuno si stava avvicinando da entrambi i lati.

Si muoveva con passi misurati in quella tenebra per lui impenetrabile accompagnato da un misterioso guerriero dal volto candido che esprimeva fierezza ma che non nascondeva una marcata nota di crudeltà.
(non ricordo nome di ano >_<) ripassava mentalmente tutte le arcane formule stringendo tanto il suo pensate tomo da sbaincarsi le nocche: non sapeva cosa l'attendeva in quella misteriosa radura ma era un elfo molto curioso e negli anni aveva imparato a non temere avversari.

Irish camminava silenzioso al fianco di quel bizzarro mago. Lo trovava molto loquace e vitale, caratteristica rara tra i riservati elfi, ma nonostante ciò le sue doti magiche e la sua abilità nell'affrontare ogni situazione cn l'ausilio dell'antica arte non passavano inosservate.
Ma in quel momento l'aasimar non stava concentrando la propria attenzione sul mistico compagno ma su ciò che lo aspettava: grazie alla propria acuta vista in grado di fendere la notte aveva notato una possente ombra posarsi proprio al centro dello spiazzo erboso.

"Elessin...c'è anche lui! Sempre più strana questa situazione. Cosa ne pensi Seizan?" disse l'enorme figura, ricoperta da una possente armatura copleta, mentre si faceva strada tra la fitta vegetazione del sottobosco.
"Aspettiamo e...sapremo..." rispose con noncuranza l'interlocurore dell'orco. Questi avanzava con delicatezza al fianco dell'irrascibile Thrall senza produrre rumore alcuno. Il nerissimo mantello in raso che lo ricopriva interamente era perfettamente mimetizzato nella cupa notte senza stelle.

Non passò molto che i cinque individui si ritrovarono faccia a faccia al centro della radura sotto lo sguardo intimidatorio del drago nero.

(continua...)

Edited by Nardu - 26/12/2006, 16:46
 
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Nardu
view post Posted on 24/12/2006, 13:18




(...continua)

Cinque individui si osservavano con circospezione. Non una parola. Non un gesto improvviso. I nervi saldi, le armi pronte ad essere sguainate. Una tensione palpabile nell'aria.
Esclusi Thrall, Seizan ed Elessin nessuno conosceva i restanti membri di quel bizzarro quanto pericoloso gruppo.
Ma l'atmosfera si ruppe con l'arrivo di un'aspettata presenza: un possente basilisco.

"Tutti voi avete ricevuto il mio invito a recarvi in questo luogo la prima notte senza luna..." iniziò a dire l'enorme serpente e il silenziò calò nella radura. L'attenzione di tutti i presenti si concentrò su quell'insolita creatura che aveva invitato i cinque individui senza rivelarsi loro. Anche la tensione calò. la curiosità ebbe il sopravvento. Il basilisco continuò "...e a quanto vedo avete accettato."
"Chi sei tu e perchè ci hai chiamati?" quasi urlò il possente orco.
"Vi ho convocati perchè ho una missione di vitale importanza da affidarvi. So che siete dei potentissimi ed affidabili combattenti e perciò a voi chiedo aiuto." aggiunse il mostro senza curare di uno sguardo Thrall.
"L'imperatore, come voi ben sapete, dopo aver annesso a Bretonnia le terre dell'Impero ad est, sta muovendo guerra ad elfi e orchi. In diecimila anni di regno non ha fatto altro che portare morte e distruzione tra tutti gli abitanti del mondo conosciuto. Io chiedo il vostro aiuto per eliminarlo e detronizzarlo."
"E come credi sia possibile eliminare l'imperatore?" chiese con cautela Irish.
"Il primo giorno a seguire la Luna Piena vi sarà una sorta di celebrazione per festeggiare i diecimila anni di dominio del tiranno e le porte del palazzo imperiale si apriranno: quella sarà la vostra occasione per intrufolarvi, trovare la rosa e distruggerla. Come ben sapete il sovrano di Bretonnia lega la propria vita alla magica rosa che lo tiene in vita. Distruggete il fiore e l'impero di terrore cadrà." rispose senza modificare il tono della propria voce il serpente come si fosse aspettato quella domanda.
"Sarà rischioso. Cosa ne guadagno a partecipare a quest'impresa folle?" s'intromise Aramil.
"Il vostro onore e l'amore per le vostre patrie dovrebbe spingervi ad accettare: l'imperatore significa solo morte e dolore per tutti!" Un fulmineo sorriso ruppe la monotona e piatta espressione del lich Seizan all'udire di quelle parole, ma nessuno lo vide. "Non vi credevo dei tali codardi da antemporre le vostre vite a quelle dei vostri popoli. Ad ogni modo vi sarà una ricompensa se riuscirete nell'impresa." concluse con rancore la magica creatura.

"Accetto! E non si dica che Thrall, signore tra gli orchi, è un codardo!" urlò la possente figura battendo con violenza la propria ascia al suolo.
"Anche noi siamo dalla tua parte, basilisco." annunciò Elessin esprimendo ciò che tutti pensavano.
"Perfetto! Seguitemi nella vostra nuova momentanea dimora."

(continua...)

Edited by Nardu - 31/12/2006, 17:06
 
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Nardu
view post Posted on 24/12/2006, 22:13




(...continua)

Un nero castello, contornato da possenti mura, era vestigia di tempi gloriosi ormai tramontati. La notte calava all'orizzonte e l'effetto che le ombre producevano allungando le proprie mani sull'edificio era decisamente inquietante ma nessun dei cinque avventurieri ne rimase impressionato.
I colossali mattoni in spessa roccia avevano retto l'effetto del tempo per secoli, dopo che i precedenti padroni smisero di frequentarlo, e ora il basilisco se ne era impossessato.
"Ci troviamo a meno di un'ora di cammino dal fiume che molti secoli fa delimitava i confini tra Bretonnia e l'Impero..." stava illustrando il gigantesco serpente "...potrete utilizzare questo luogo come alloggio per i prossimi giorni in modo da organizzare la vostra missione. Questa è la chiave dell'ingresso. Tornerò a farvi visita." Con queste parole la creatura si allontanò svanendo all'orizzonte.
Seizan, che aveva afferrato al volo la gigantesca chiave in oro massiccio, si avvicinò al portone principale e lo aprì producendo un rumore assordante, udibile fin nelle viscere dell'edificio.

Senza molti convenevoli ognuno iniziò la propria perlustrazione dell'edificio in cerca di ciò che più lo aggradasse.

Thrall, Elessin e Irish si diressero separatamente alle camere del piano superiore. Non ci misero molto ad accorgersi che molte camere portavano una targhetta d'orata sulla porta e su ogni targhetta era indicato il nome della persona a cui la camera era destinata: per ognuno di essi vi era una camera prestabilita ed in ogni camera vi era un "dono" ad attendere.
Coloro che si diressero nelle proprie camere rimasero piacevolmente sopresi nello scoprire che su ogni letto una coppia di stupendi esemplari femminili della propria razza attendeva desiderosa di consumare la notte.

Aramil Melianne si diresse in un grande salone, posto al centro del castello, adibito alle feste e ai cerimonieri. Le pareti erano adornate di specchi e pesanti portoni di frassino isolavano l'ambiente da mondo circostante. In quell'enorme sala l'elfo trovò la tranquillità che desiderava e passò diverse ore in meditazione. Solo dopo aver raggiunto una notevole erenità spirituale ed aver adempiuto ai propri esercizi mentali il mago si diresse al piano superiore dove anch'egli, nella propria camera, fu caldamente accolto da una provocante coppia di sensuali elfe.

Seizan fin da subito si diresse alla sala dove i trofei di caccia erano esposti alle pareti. Una coppia di troni, posta dinanzi al camino, che decorava un'intera parete, sormontava l'intero ambiente con aria di superiorità. Il lich sollevò e scagliò a breve distanza con malagrazia uno dei due troni e si appollaiò su quello superstite impadronendosene: lì avrebbe trascorso il proprio soggiorno al castello.
Ma mente il suo corpo era immobile la sua saggia mente galoppava frenetica ed un disegno prese forma.

Edited by Nardu - 31/12/2006, 17:07
 
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Nardu
view post Posted on 24/12/2006, 22:20




12713° Ciclo V.I. (Tredici Giorni alla Luna Piena)

La notte volse rapidamente a quello che avrebbe dovuto essere il nuovo giorno, anche se mai l'altro luminoso con il nome di sole fece capolino all'orizzonte.
Il castello fu destato dal pesante tamburellare del portone centrale: qualcuno bussava con voga.
Irish si diresse ad aprire e la sopresa che si dipinse nei suoi occhi quando vide chi attendeva alle porte del castello fu tale che avrebbe potuto sconvolgere chiunque. Un intero esercito di scheletri s'intrufolò nel palazzo, senza degnare di uno sguardo il paladino, diretto alla sala dove Seizan attendeva.
"Salve padrone. Siamo ai suoi ordini!" la voce che uscì dal cumulo d'ossa armate che rappresentavano il luogotenente dell'esercito non-morto era più simile ad un lamento d'agonia che ad una vera forma di comunicazione.
"Voglio che presidiate questo castello." rispose il lich dando disposizioni per la difesa dell'edificio. In un batter d'occhio il perimetro e le sale del castello brullicavano di instancabili guardie scheletriche pronte a colpire senza pietà o buonsenso ogni intruso.

Le ore trascorsero rapide senza che nulla d'insolito potesse disturbare la strana calma che avvolgeva il castello dei morti, fino a quando non giunse il tramonto.
"Signore, deve seguirmi..." stava dicendo uno scheletro a Seizan durante la cena. Il non-morto s'alzò contro voglia dalla tavola e seguì il soldato defunto congedandosi dai compagni.
Oltre la cinta muraria dell'edificio un gruppo di soldati aveva ingaggiato un'impari lotta contro il basilisco che come preannunciato si era ripresentato al castello: Seizan ordinò alle proprie truppe di ritirarsi.
"Salve, githzerai." salutò il serpente assumendo sembianze umane e non curandosi dell'attacco appena subito come se nulla fosse accaduto.
Seizan non rispose ma osservò con curiosità il proprio interlocutore che gli fece segno di seguirlo fino ad un campo sterrato a poca distanza dal perimetro esterno del castello. La notte stava gia avvolgendo l'edificio e il cielo rosseggiava all'orizzonte.
"Spero abbiate gradito i doni che ho lasciato nelle vostre camere, ad ogni modo la notte scorsa l'avete passata avvolti dall'oscurità ma da oggi sarà diverso." con un gesto della mano indicò una gabbia che sembrava contenere un gruppo di fulmini che saettavano all'impazzata da un ato all'altro, senza sosta. Intorno alla gabbia delle fiamme azzurro-rosse rispendevano allegramente.

Senza salutare il basilisco sparì e Seizan, che non riusciva a capire cosa avesse di fronte, fece chiamare il mago elfo.
Dopo diversi minuti Aramil raggiunse il lich e scrutando le proprie conoscenze identificò i fulmini come un'incantesimo arcano anche se non riuscì a capirne la natura. Il non-morto esitante si avvicinò alla gabbia e la spalancò: le saette schizzarono ad altissima velocità in direzione del castello ed un secondo dopo l'intero edificio rispeldeva di un'irreale luce verdastra, decisamente spettrale.
Ad illuminare il lich e l'elfo rimasero solo le misteriose fiamme, che furono identificate dal mago come fuochi fatui.
"Sono delle creature magiche che possiamo utilizzare per raggiungere qualsiasi luogo in breve tempo: sono rapidissimi e in questo caso stranamente innocui."
A quelle parole il lich rispose prontamente "Possiamo dirigerci a La Curonne oggi stesso, o domani al massimo, in modo da prepararci per il giorno del ricevimento."
"Ritengo sia meglio attendere. Prepararci e atturare un piano d'azione. In ogni caso discutiamone con gli altri." rispose l'elfo.

Edited by Nardu - 31/12/2006, 17:07
 
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Nardu
view post Posted on 25/12/2006, 09:26




12713° Ciclo V.I. (Due Giorni alla Luna Piena)

La maggioranza aveva deciso che la migliore strategia sarebbe stata quella di temporeggiare al castello del basilisco, quindi solo dopo undici giorni di attesa, poco dopo aver consumato la colazione, i cinque combattenti partirono a cavalcando i fuochi fatui in direzione della capitale del nuovo Impero. La raggiunsero in poche ore.
La città che si parò loro dinnanzi era molto differente dalle aspettative: alte e possenti mura era sormontate da sentinelle di guardia armate, ogni soldato portava unarmatura nera come la pece e le insegna dell'imperatore, per le vie nessun la desolazione e la tristezza regnavano sovrane, gli edifici erano scarni, barricati e i visitatori praticamente nulli.
Ma fu il cielo ad impressionare maggiormente i nuovi arrivati: costantemente cupo e carico di tempesta rendeva il mondo sottostante in uno stato di penombra perenne, e come si erano gia in parte resi conto nel resto dell'Impero, mai il sole tramontava e mai sorgeva. Come se non bastasse un imponente vortice maligno sormontava quello che altri non era che il palazzo imperiale, lunghi tentacoli demoniaci scendevano da quel cuneo nell'ombra come se si allungassero per afferrarre il suolo ancora libero al loro dominio.

La capitale imperiale altro non era che un luogo di pena eterna per ogni vivente.

(continua...)

Edited by Nardu - 26/12/2006, 16:51
 
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Nardu
view post Posted on 25/12/2006, 11:06




(...continua)

Il gruppo di stranieri ruscì ad attraversare le porte cittadine, non senza difficoltà dato che le guardie all'ingresso esaminavano attentamento quei pochi sventurati viaggiatori che affrontavano la capitale. Tra l'altro gli elfi, come i cinque compagni scoprirono in seguito, erano stati banditi secoli prima e l'accesso a La Curonne era loro negato.
Nonostante tutto trovarono il modo di entrare e si divisero per l'esplorazione.

Irish vagabondò a lungo per la città senza trovare nulla che potesse interessarlo perciò decise di cercare una taverna dove poter passare la notte. Le locande erano pochissime e decisamente poco ospitali ma l'aasimar trovò comunque un luogo apparentemente appropriato: anonimo e disponibile.
Ma si sbagliava.
Dopo una breve ma intensa discussione il paladino della tirannia fu costretto a prenotare una camera ad un prezzo elevatissimo senza alcuna possibilità di sottrarsi a quello spregiudicato furto. Ma nella mente del guerriero la vendetta stava prendendo forma.

L'elfo mago iniziò la sua perlustrazione della città morta. Non si aspettava di poter trovare nulla d'interessante e dopo poche ore di cammino errante le sue teorie furono confermate perciò si diresse verso la più vicina locanda.
Anche l'elfo ricevette, senza saperlo, un trattamento simile a quello del compagno aasimar ma la risposta fu completamente diversa.
Si stava dirigendo verso l'uscita quando un uomo di notevoli dimensioni gli si parò di fronte: non vi fu il tempo di reagire ed in un batter d'occhio una catena di fulmini scaturita dalla mistica bacchetta si stava abbattendo con violenza sui presenti nel locale.
Il contrattacco però non si fece attendere ma il mago, abile e sicuro di sè, non si fece cogliere impreparato e cantilenando una serie di incomprensibili parole agitò le mani lenvandole al cielo: un muro di fiamme incandescenti prese vita dal nulla circondando l'incantatore e sbarrando la strada a coloro che si erano avvicinati minacciosamente. Ma la difesa arcana non si limitò a questo.
Aramil senza indugio aprì con vigore il proprio libro degli incantesimi reggendolo con la mano sinistra mentre raccoglieva la destra a poca distanza dallo sterno e lesse con voce alta e profonda: l'arto libero iniziò ad ardere avvolto da fiamme luminescenti. Pronunciata l'ultima parola di potere il mago scagliò la sfera di fuoco oltre il muro eretto in precendenza: l'esplosione fu devastante e grida di dolore e morte si alzarono dal locale in preda alle fiamme.
Soddisfatto del proprio operato l'arcanista setenziò le ennesime formule mistiche e una seconda pelle ardente lo avvolse proteggendolo così dal calore crescente dell'ambiente. Abbandonò l'edificio con un sorriso di gioia dipinto sul volto.

Seizan, Elessin e Thrall trovarono rapidamente il modo di soddisfare la propria sete di violenza.
Si diressero in quella che all'apparenza era una normalissima bottega di tessuti e senza neppure tentare di raggirare la commessa l'aggredirono senza pietà. L'orco la scaraventò alla parete con una poderosa spinta, l'elfo la ferì gravente con la propria lama e il non-morto la finì a suon di pugni.
Rubarono alcuni mantelli e lasciarono l'edificio come se nulla fosse accaduto.

Verso sera, anche se non si notava differenza in cielo, il mago e i tre eroi del male si ritrovanono, a loro insaputa, alla stessa taverna dove Irish pernottava e vi si fermarono.

Edited by Nardu - 31/12/2006, 17:10
 
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Nardu
view post Posted on 25/12/2006, 11:28




12713° Ciclo V.I. (Un Giorno alla Luna Piena)

L'alba non giuse mai ma Seizan, che non dormiva mai, riuscì a tener il conto delle ore e dopo aver concesso un degno riposo ai propri compagni li destò.
Nessuno aveva la ben che minima intenzione di pagare il soggiorno tranne Elessin che si diresse al piano sottostante senza ripensamenti.
Irish chiamò uno dei fuochi fatui che li avevano accompagnati alla città e, uscendo dalla finestra della propria camera, si fece scortare fino al suolo, evitando così di pagare i locandieri che lo avevano costretto a passare la notte in quel maledetto posto.
Seizan saltò i metri che lo dividevano dal suolo senza alcun tipo di problema; anche Thrall lo imitò e riuscì ad atterrarre senza complicazioni.
L'elfo, meno prestante fisicamente, si gettò dalla finestra pronunciando poche concise parole di potere: la sua caduta si bloccò a mezz'aria e librò cautamente verso il suolo.

(continua...)

Edited by Nardu - 26/12/2006, 11:18
 
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Nardu
view post Posted on 26/12/2006, 12:26




(...continua)

"Devo penetrare nel palazzo imperiale, trovare la rosa e...parlare con l'imperatore..." stava annunciando Seizan.
"Come palrare con l'imperatore? Dobbiamo eliminarlo!" protestò Irish.
"E perchè mai dovremmo eliminarlo? Potrebbe essere un degno alleato. In fin dei conti la sua politica non mi dispiace." esplicitò Elessin intuendo i propositi del Lich.
"Mi piace questo punto di vista e potrei rendermi utile per farvi entrare nel palazzo...!" annnciò Thrall.
"Dubito riusciate ad entrare..." setenziò un misteriosa voce.
"Chi ha parlato?" chiese Thrall irritato ma nessuno rispose.
Iniziarono a guardarsi in torno.
"Io posso aiutarvi ad entrare nel palazzo..." proseguì la voce "...sono abile."
Seizan captò un piccolo fruscìo alla destra dell'orco e senza esitazione colpì con violenza.
Un elfo cadde a terra, paralizzato del colpo del monaco, dopo aver riportato gravi danni a causa dell'impatto contro la parete a cui era affiancato.
L'orco l'afferrò stringendolo con forza mentre l'aasimar vi si accostò per portarlo alla normalità: volevano interrogarlo.

"Chi sei e cosa vuoi da noi?" chiese Irish con irruenza.
L'elfo senza molti complimenti sgusciò dalle braccia del barbaro dalla pelle verde e vi si gettò sulle spalle. Il colosso rispose ma rapidità, ma non sufficiente per afferrare il fuggevole danzatore, che evitò ogni suo tentativo di disarcionarlo.
Dopo pochi istanti il leggiadro avversario si stufò e con un acrobatico balzo atterò al fianco del lich, il quale non mosse un muscolo.
Thrall, adirato, estraette l'ascia e si tuffò alla carica dell'insolente ladro, ma fu bloccato da un calciò del monaco.
"Sei abile come divevi elfo, potresti essermi utile." sussurrò il non-morto.
Thrall, Elessin e Seizan mostrarono i loro tatuaggi sacri all'elfo, di nome Draugnim, che riconoscendoli giurò immediatamente di essere disposto a donare la propria vita pur di servirli.

L'escursione al palazzo imperiale avrebbe avuto inizio da lì a poche ore.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 26/12/2006, 13:26




(...continua)

Un enorme pilastro esagonale in massiccio ebano nero, alto diverse centinaia di piedi, si protendeva verso il vortice di luce rosso sangue e tentacoli. Non vi erano finestre, porte o aperture di alcun genere. Le sei pareti, esattamente identiche, si presentavano invulnerabili a qualsiasi tipo di attacco.
Il palazzo imperiale rappresentava una vera e propria fortezza che per diecimila anni di governo dell'attuale imperatore non era mai stata espugnata. L'impresa degli avventurieri non si dimostrava affatto facile.
Passarono diverse ore, tra tentativi falliti e frenetiche discussioni. Non riuscivano a trovare un modo per penetrare nell'edificio e si stavano rassegnado all'idea di dover attendere il ricevimento, che si sarebbe tenuto il giorno seguente, quando le porte del palazzo si fossero aperte.
Ma un'idea fulminò la mente del lich.

(continua...)

Edited by Nardu - 26/12/2006, 16:53
 
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Nardu
view post Posted on 26/12/2006, 15:58




(...continua)

L'elfo, sotto consiglio del non-morto, aprì una porta dimensionale che permise all'incantatore, accompagnato dagli altri due elfi e dal lich, di entrare in una delle stanze del palazzo imperiale senza aver trovato una materiale via d'accesso.
Il mago rimase di guardia nella spoglia stanza d'arrivo, mentre gli altri si diedero all'esplorazione: egli sarebbe stato l'unica via di fuga da quella prigione.

L'interno dell'edificio era infinite volte più terrificante di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Attraversarono diverse lunghissime stanze. L'odore di morte era insopportabile. Grida, lamenti di dolore e pianti disperati rieccheggivano tra quelle mura nere come la pece. Un numero impressionante di strumenti di tortura e prigioni orribili decorava paesaggio che si presentava a coloro che avanzavano in un susseguirsi di lunghi corridoi. Decine e decine d'individui supplicavano straziati o rinchiusi.

Dopo quella che sembrò un'eternità i tre raggiunsero il salone principale e si avvicinarono. In cima ad un'immensa scalinata l'Imperatore sedeva sul suo nero trono. Le sue numerose braccia frustavano con parsimonia un gruppo di fanciulli nudi mentre un notevole gruppo di servi e concubine attendeva in un silenzio reverenziale: tutti temevano quella misteriosa e minacciosa figura.
Elessin e Draugnim non riuscirono a controllare il proprio istinto di sopravvivenza e in preda ad un'incotrollata crisi di panico si dileguarono lungo i corridoi appena percorsi. Solo Seizan rimase al cospetto dell'Imperatore Nero e si avvicinò con cautela.

Un giovane donna dall'aspetto molto gradevole e dall'aria sensuale si avvicinò al lich. Indossava solo un cumulo di straccia che scarsamente le ricopriva le forme sinuose e provocanti. Tutto in lei stuzzicava i più primordiali appetiti maschili e qualsiasi uomo le si sarebbe gettato addosso in pochi secondi; chiunque tranne Seizan che da tempo non provava più alcuna emozione o desiderio comune tra i viventi.
"Cosa desiderate?" chiese la fanciulla con un tono inaspettatamente accondiscendente, ma non ricevette risposta alcuna.

Il non-morto si avvicinò scrupolosamente al trono imperiale e si accorse di essere del tutto ignorato, fatta eccezzione per la graziosa fanciulla semi-nuda.
"Salve, mio imperatore. Il mio nome è Seizan e sono stato mandato qui per uccidervi, ma..." annunciò il githzerai con poco tatto.
"Potete tentare ma non riuscire..."rispose la giovane alle spalle del monaco, ma per l'ennesima volta fu ignorata.
"...ma sono qui per offrire i miei servigi in cambio...in cambio della sua collaborazione mio signore." proseguì imperterrito l'individuo coperto dal mantello.
"I vostri servigi non sono rischiesti." rispose la giovane. Seizan si voltò si scatto adirato.
"Sto parlando all'imperatore! Taci!"
"Io sono l'Imperatore. Parlate a me e parlerete a Lui. Le mie parole sono le Sue parole." esplicò la ragazza.
"Posso dare importanti informazioni all'imperatore su chi mi ha mandato ad eliminarlo." si rassegnò a comunicare il lich.
"Il basilisco! Ha inviato molti, ma tutti hanno fallito. Inetti per lo più." con queste parole la giovane spiazzò il non-morto che però tentò di nascondere lo stupore mantenendo la calma.
"Sono qui per divenire un fedele e potente alleato del signore." rispose il monaco.
"Non abbiamo alcun bisogno dei vostri servigi. Potete andarvene." troncò l'interlocutrice.
"Preferite avermi come alleato o come nemico?" chiese minaccioso Seizan.
"E' indifferente..." fu la risposta.

In quel momento Elessin e Draugnim, recuperate le proprie facoltà dopo lo shock iniziale, giunsero al cospetto del sovrano. Al fianco del lich.
"L'imperatore non vuole collaborare. Non ci presta attenzione e ci ritiene degli incampaci!" illustrò Seizan decisamente fuori di sè per la rabbia e per l'offesa subita.
Nel giro di pochi attimi la situazione si movimentò. I bambini torturati furono eliminati senza pietà dagli ospiti per attirare l'attenzione. Numerosi attacchi partirtono in direzione dell'insopportabile fanciulla che però evitò ogni minaccia con maestria. Ma l'imperatore non mutò atteggiamento.

Nel frattempo Seizan utilizzò le capacità magiche delle carte donategli dal basilisco alcuni giorni prima. Leffetto che si otteneva era puramente dettato dal caso e stavolta il non-morto ebbe la possibilità di riceve risposta ad un quesito. La domanda fu "Dove si trova la rosa dell'Imperatore?"
Un attimo dopo il monaco stava gridando a gran voce ai compagni occupati a tentar di metter fuori combattimento l'inafferrabile fanciulla: "La rosa è sopra al trono! prendetela!"
Il susseguirsi d'eventi che seguì fu rapido in un modo inaudito.
La donna si lanciò a difesa del fiore mentre i tre compagni l'assediavano. Dopo numerosi scambi e mezze collutazzioni Seizan riuscì ad afferrare il fiore e ad allontanarsi dall'avversaria, ma l'Imperatore stesso fu più rapido e gli rubò il manufatto dalle mani.
Il lich non si diede per vinto e si lanciò repentinamente al contrattacco riuscendo a sottrare la rosa dalle grinfie del sovrano ed ad ingoiarla.

Mentre la masticava, la rosa veniva distrutta, il sovrano periva e tutto all'interno del castello svaniva.
Solo i tre compagni rimasero nell'edificio.

Edited by Nardu - 26/12/2006, 16:54
 
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