Prendo atto che forse ho saltato alcuni passaggi nella descrizione del mio pensiero, che è pur sempre un opinione..
Definizione di Logica, tratta dal dizionario "Garzanti 2009":
-"Rigore ed esattezza di ragionamento, coerenza nel discorso; rispondenza delle azioni a validi ragionamenti".
Partiamo da questo punto...
Io fin dall'inizio quando parlavo di Logica con la "elle" maiuscola era proprio di questa Logica che parlavo.
I Figli della Logica di cui parlo nel mio breve pensiero non sono altro che gli uomini che con maggior fedeltà, sempre nelle loro possibilità intellettive, tentano di ricondurre ogni loro singolo pensiero o discorso entro i canoni della definizione appena trascritta.
La definizione di Logica rimane per me estranea alle possibilità di interpretazione personale, sia chiaro.
Passiamo alla questione "Verità assolute"/ "certezze".
Ovviamente non sono la stessa cosa!
Una certezza permane nell'ordine del personale come verità, ha una dimensione molto più ristretta, costituisce una convinzione che può essere dettata dall'esperienza, dal ragionamento logico o addirittura in alcuni casi dall'istinto..
Una Verità assoluta, beh è un qualcosa di inimmaginabile... Ha riscontro nella realtà perchè si da alla realtà attraverso la particolarità, non è costruita secondo parametri, è essa che da i parametri stessi della conoscenza del particolare, indagare una verità assoluta con i mezzi sopra elencati è come cercare di misurare la temperatura con un metro... Questo era il senso.
Lo sbigottimento...
Inizio cercando di spiegare il senso che ho tentato di dare al mio breve pensiero...
Innanzitutto non doveva essere chiaro, o meglio l'impatto della prima lettura doveva creare un attimo di focalizzazione del contesto.
Mi pare scontato che la mia era un'idealizzazione di uno scenario, era rappresentazione idealizzzata e generalizzata di idee.
Come ogni buon tentativo di aforisma bisogna leggere tra le righe.
Lo scontro di cui parlo è quello tra apparenti scuole di pensiero, generalizzate per l'appunto in modo da semplificare un esempio astratto di situazione.
Da una parte l'uomo logico che dal canto suo vive nelle certezze (leggi sopra) che la sua ragione giustifica e genera, sia per utilità sia per necessità della vita stessa...
Ho tentato di esasperare questo meccanismo comune e quasi universale proprio per rendere di più lo sbigottimento della scoperta.
Il termine scoperta è qui usato in senso ampissimo, indica non tanto il momento della scoperta in sè ma della consapevolezza che deriva da quest'ultima.
La scoperta che ciò che noi razionalmente e LOGICAMENTE riteniamo Vero e Coerente può essere Vero e Coerente in diverse accezioni, e allo stesso tempo può essere Sbagliato ed Incoerente per altri!
Ma come? Ma se un qualcosa E' Logico come può essere il contrario?
Se la logica è una, chi asserisce il contrario è in errore.
Ma l'altro non potrebbe asserire lo stesso?
Chi mi garantisce che il mio lavoro teso a costituire un ragionamento Logico-Razionale sia migliore dell'individuo che mi sta di fronte.
Per risolvere questo dilemma molte volte si ricorre ai più svariati metodi: la presunzione, l'ottusaggine, la testardaggine basata su una migliore dialettica, sono diversi di questi metodi.
Ma razionalmente parlando questio metodi sono validi? No.
Il relativismo è quella filosofia che non toglie spazio a nessun modo di ragionare, a nesun giudizio, genera unione nello scontro, tutto è vero, nulla lo è davvero.
Il suo paradossale fondamento è un qualcosa di geniale però, l'ironia infatti di questa asserzione apre strade totalmente nuove.
Infatti il Relativismo genera il Caos, necessario per elevare il pensiero e rimandarlo alla scoperta consapevole di una Verità assoluta che renda unitario il pensiero caotico.
Per questo il Relativismo può essere inteso come "mostro", perchè traccia una strada non indagabile(ricerca della Verità assoluta, leggi sopra), lasciandoci con la consapevolezza della non riuscita nonostante l'esistenza di ciò che abbiamo bisogno per rispondere alle nostre domande.
Tutto ciò può essere visto con connotazione molto triste da parte di uomini consapevoli, può essere giudicato come la mancanza di libertà nella libertà più totalmente riconosciuta...
Ma non finisce qui...
L'arrendevolezza non è la medicina, un modo ognuno di noi, in barba a questo meccanismo, lo possiede per elevare il proprio stato di incertezza di cui molte volte non siamo consapevoli...
Ma prima di illustrarvi ciò in cui credo io, se vi interessa, vorrei sapere se stavolta sono stato più chiaro.