[Sine Requie - Templari] I Cavalieri del Tempio

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Nardu
view post Posted on 28/5/2012, 17:55




Fratello Lodovico da Firenze
Templare Adepto


Tarocco Dominante: Il Papa
Arcano del Passato: Il Diavolo

Età: 57

Carattere
Chi conosce Lodovico tende a chiamarlo Maestro, nonostante egli non ricopra la carica di Maestro all'interno dell'Ordine, ma in maniera di ringraziamento e rispetto verso il suo modo di fare disponibile e protettivo. Lodovico infatti si propone sempre di insegnare e guidare i fratelli più giovani in modo di tramandare la sua saggezza ed esperienza, oltre che cultura. E' un uomo pacato, a volte riservato e molto arguto, che adora far da insegnate ai più giovani e da guida spirituale e filosofica a chiunque lo ricerchi.
Anche se di indole è poco portato alla battaglia in prima linea, il suo animo impavido e la sua prestanza fisica lo hanno portato a rifiutare la carica di Maestro di una Rocca diverse volte, per continuare a servire l'Ordine Templare al fianco dei suoi confratelli con la Spada in una mano e la Bibbia nell'altra.
Il proprio dono, interpretato da Lodovico come un simbolo della misericordia divina, è stata un'ulteriore spinta per dedicarsi alla vita monastica e alla preghiera. I Cavalieri del Tempio non hanno mai osteggiato il suo potere e anzi lo hanno protetto dalle grinfie dell'Inquisizione, dimostrandogli fiducia e carità, che lui ora ripaga con la stessa moneta.

Storia
Lodovico deteneva una cattedra d'insegnate di Lettere e Filosofia a Firenze prima dello scoppio del Secondo Conflitto.
Il giorno prima di essere chiamato alle armi, ebbe una sorta di incubo ad occhi aperti in cui vide sé stesso arruolato, spedito al fronte, i caduti che si rialzavano dalle trincee per sbranare i compagni e lui stesso che veniva colpito al volto dalla deflagrazione di una granata per poi rialzarsi e cercare carne. Il tutto collegato in qualche strana maniera ai numeri 6 e 44.
A capo di qualche giorno Lodivico era al fronte spendendo sangue ed energie per servire il proprio paese, affranto per la situazione che non lo appagava e spaventato per la sua visione; passati un paio di anni però decise che la sua visione era stata frutto dell'immaginazione e dello stress.
La notte del 5 giugno del 1944 improvvisamente rivide i numeri 6 e 44 riuniti e senza riflettere disertò scappando il più lontano possibile dal fronte, ma fu mentre fuggiva che un'incursione notturna dei nemici gli fece volare una granata a poca distanza e la deflagrazione si portò via un occhio e gran parte del suo volto. Forse fu la sua visione a salvarlo, forse solo la buona sorte.
Lodovico fu dato per morto dall'Esercito e fu raccolto da dei contadini che lo aiutarono, lui ricambiò aiutandoli a proteggersi per i primi mesi dalla Fame dei morti.
Passò gli anni seguenti di caos sopravvivendo e cercando uno scopo nella propria vita. Unica cosa che lo affiancò fu la fede e la preghiera, dato che l'uomo aveva interpretato la visione come un messaggio divino.
Nel 49 entrò nel neo Ordine Templare ricreato divenendo uno dei membri più rispettati dai Gran Maestri, sia per il suo dono che più volte aiuto le cause dei Templari e sia per la sua fedeltà.

Pregi: Iniziazione Occulta, Non impressionabile
Difetti: Brutta cicatrice (ustioni volto), Mutilazione (occhio sinistro)

Equipaggiamento

Lodovico solitamente, se è costretto a combattere, ricorre alla spada che gli fu donata dall'Ordine. Una delle prime ad essere forgiata dai Benedettini che crearono tutte le spade dei primi Cavalieri Templari nel '49.

Spada Templare
Spada in acciaio con l'elsa raffigurante due cavalieri. Su un lato della lama è inciso il motto templare, mentre sull'altro vi è la Croce.

Se Lodovico è costretto a combattere con diversi Morti o le sorti della lotta sono veramente a rischio allora ricorre al dono di San Benedetto.

Miserere
Miserere, è un Expiator Minor che rappresenta il credo del Templare, predicatore e guida pittosto che uccisore.
Da un lato della lama è inciso il motto templare, con lo stemma dell'Ordine e una data tra due croci latine "X Aprilis MCMLI".
Dall'altro lato è raffigurato San Giuseppe da Cupertino (protettore dello studio) che fa un gesto di benevelenza e misericordia con la mano e vi è una citazione di Cicerone "Virtute duce comite fortuna" (Con la virtù come guida e la fortuna come compagna), vestigia del credo e della cultura del cavaliere.

Edited by Nardu - 29/5/2012, 11:47
 
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Nardu
view post Posted on 28/5/2012, 18:21




Fratello Bartolomeo da Torino
Templare Adepto


Tarocco Dominante: Il Carro
Arcano del Passato: La Forza

Età: 43

Carattere
Il modo di fare, spavaldo e talvolta spaccone, può essere mal interpretato da chi non conosce bene Bartolomeo. Egli si mette sempre al centro dell'attenzione accollandosi meriti, ma anche responsabilità, delle azioni sue e di coloro che stanno con lui,
Solitamente si dimostra un ottimo leader, dato che il suo carattere appariscente gli permettere d'infondere animo e forza di spirito ai fratelli, non si scoraggia mai ed è sempre il primo a prendere l'iniziativa. Se vi è qualcuno che, per timore o poca fiducia, tentenna ci pensa Bartolomeo a trascinarlo con spirito e irruenza. Quando vi è una disavventura o una sfortuna è Bartolomeo a riprendersi per primo ed ad incoraggiare gli altri fratelli.
Inoltre Bartolomeo è in fondo una persona buona che odia soprusi e chi opprime gli inerti, è per questo che nel vedere qualcuno in difficoltà e incapace di difendersi l'uomo si getta in suo aiuto senza, talvolta, valutare affatto le conseguenze. E' per questo che da molti è considerato un eroe ed è per questo che è un Templare, ma probabilmente sarà per questo che un giorno morirà.
Di per sé Bartolomeo non sarebbe stato un gran fedele e non lo era di certo prima del '44, ma vede nei Templari degli eroi e trova in loro i fratelli di cui ha sempre avuto bisogno. Dopo il Giorno del Giudizio negare l'esistenza di qualcosa che si può toccare solo con la fede è praticamente impossbile e Bartolomeo sa che i Templari seguono la retta via, qualsiasi cosa ci sia dopo.

Storia
Bartolomeo lavorava in bottega con suo padre in un piccolo paese poco fuori Torino, prima dello scoppio della guerra, ma dovette abbadonarla per lavorare in un'acciaieria in città durante il conflitto. Con l'arrivo del Giorno del Giudizio Bartolomeo divenne a capo di un piccolo gruppo di sopravvissuti che si difese strenuamente nel borgo in cui Bartolomeo aveva vissuto.
Furono il suo coraggio e la sua forza fisica, accompagnate a fortuna a farlo diventare uno dei fautori della ricostruzione di un piccolo villaggio tra i monti piemontesi dove si rifugiò con i sopravvissuti delle città nei dintorni. Lì riaprì la propria bottega e come fabbro creava utensili per la comunità.
Nel 51 si sente obbligato ad abbandonare la sua bottega per unirsi ai Templari occupati nella liberazione di Torino, facendo del suo meglio ed assisterà alla caduta del Gran Maestro Templare Luigi Matteo Acaia per mano dei Morti.
Liberata la città Bartolomeo chiese ufficialmente di entrare nelle fila di Cavalieri del Tempio, divenendo in poco tempo un membri fidato e ispiratore.

Pregi: Coraggioso, Scattante
Difetti: Impulsivo (persone in difficoltà, abusi)

Equipaggiamento

Bartolomeo porta sempre con sé la Spada Templare che gli fu donata il giorno dell'investitura a Cavaliere Templare, ma raramente la usa se non per spaventare, perchè sa che quanto vi è un pericolo bisogna affrontarlo con ardore e solo le armi forgiate dai Benedettini possono rendere allo scopo.

Ira Iesus
L'Expiator è la giusta rapprensetazione del furore e della cieca fede per gli ideali di giustizia che il templare segue.
L'arma su un lato della lama reca il simbolo dell'Ordine con l'incisione latina "In hoc signo vinces" (sotto questo simbolo vincerai), motto personale del Templare, e la Santa Croce.
Dall'altro lato vi è rappresentato San Giorgio, protettore dei Templari, che con sguardo fiero indica la punta dell'arma e quindi l'ipotetico avversario e vi sono incise le parole "Deus Ex Machina".
Sull'elsa dell'arma, in segno di fedeltà al Gran Maestro Templare Renato da Chianciano, vi è inciso "Ira Iesus" (Iesus è l'arma del Gran Maestro e molti Adepti hanno riportato il nome sulle proprie in segno di rispetto e devozione).

Edited by Nardu - 29/5/2012, 11:49
 
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Nardu
view post Posted on 29/5/2012, 10:53




Fratello Ambrogio da Venezia
Templare Errante


Tarocco Dominante: L'Innamorato
Arcano Passato: La Morte

Età: 34

Carattere
Ambrogio è una persona simpatica e di compagnia purchè non si offenda in alcuna maniera la sua spropositata e cieca fede nel Signore che lo ha cresciuto, salvato e gli ha indicato la via.
E' un appassionato di testi sacri e dedica molte ore alla preghiera, quasi fosse un'ossessione: deve assolutamente recitare un rosario al mattino e uno alla sera e un padre nostro ad ogni cambio dell'ora.
Se ha la possibilità porterà la parola del signore alle orecchie di chiunque sia ben disposto ad ascoltarle, ma non insisterà con chi finge orecchie da mercante, purchè non sfiori la blasfemia o l'eresia in maniera palese.
Di per sè è una persona coraggiosa e dall'indole buona perchè non s'intomorisce assistere un ferito in situazioni disperate con i rischi che incorrono nel periodo attuale. Crede fermamente che il Signore fermerà la piaga dei Morti e salverà i giusti e lui è convinto che i Templari, più dell'Inquisizione, stiano facendo ciò che dev'essere fatto in preparazione del ritorno di Cristo.

Storia
Ambrogio passò il secondo conflitto mondiale nel proprio monastero, ordinato come un francescano e non per falsa comodità o perchè fosse orfano fin dall'infanzia, cresciuto tra suore e preti che si prendevano cura di lui, ma per reale devozione e fede al Signore cristiano.
Per lui il Giorno del Giudizio fu l'avversarsi delle scritture, come disse il Papa, e l'avvicinarsi dell'Apocalisse: erano i Giorni Escatologici. Insieme ai suoi confratelli non stette a guardare con le mani in mano e si prodigò ad aiutare quanti venivano feriti dai Morti e dalle sventure che seguirono. Molti suoi confratelli morirono cercando di salvare qualcuno che era poi spirato sotto i suoi ferri o tra le sue braccia.
Un'esperienza simile era accaduta anche allo stesso Stefano che fu morso al collo da una ragazza, orribilmente mutilata da una mina, che lui stava cercando di rianimare. Rischiò di morire, ma riuscì miracolosamente a scamparla, sicuro che Dio non lo avesse acnora chiamato a sé. Da allora il collo gli da un'incredibile fastidio quando vi è un pericolo imminente, come un sesto senso.
Quando i Templari liberarono Venezia, nel '52, vedendo l'impegno compiuto in nome del signore da questi uomini di gran fede e coraggio e soprattutto vedendo la necessità di essere accuditi a seguito delle battaglie, fece domanda per l'Ordine e fu accolto a braccia aperte.
Tutt'ora Ambrigio non è un gran guerriero, ma sa che i Morti sono una piaga del Demonio e in nome del Signore userà ogni arma a sua disposizione per combattere le armate di Lucifero, siano essi Morti, Satanisti, pedofili e violenti, Tedeschi o Russi.

Pregi: Sesto Senso (dolore al collo)
Difetti: Abitudine Ossessiva (preghiera), Idealista (fanatico religioso)

Equipaggiamento
Ambrogio porta con sé uno scudo che gli fu dato al suo ingresso nell'Ordine che lo protegge e gli salva la vita in ogni scontro. Fu un Adepto, mentre svolgeva il tirocinio come scudiero, a suggerirgli quell'arma vista la sua indole poco aggressiva.

La Fede
Ambrogio chiama il proprio scudo La Fede, dicendo "Che La Fede mi protegga!" ed è un tipico scudo templare a goccia, bianco con un croce rossa. E' alto un metro protegge quasi interamente il templare che lo sua con maestria.

Il Cavaliere ha abbandonato da tempo la propria spada, persa durante uno scontro, e l'ha sostituita con una mazza templare forgiata dall'abile armaiolo della rocca templare di Venenzia.
L'ex-Francescano risulta alquanto temibile nel brandire la propria arma, nonostante vi ricorra alquanto di rado.

Mazza Templare
Citando Ambrogio "Tenete pure le vostre spade Fratelli, io preferisco frantumare qualche ossa piuttosto che due taglietti qua e là. E fidatevi che io di ferite me ne intendo."
 
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Nardu
view post Posted on 29/5/2012, 15:42




Fratello Stefano da Bologna
Templare Errante


Tarocco Dominante: Il Mondo
Arcano del Passato: L'Eremita

Età: 29

Carattere
Stefano è una persona riservata che non ama stare in gruppo, né parlare, d'altronde la maggior parte della gente è ben lieta di questa sua attitudine ad isolarsi dato che un individuo che la sua non curanza per la propria igiene personale non incentiva i rapporti interpersonali.
Se qualcuno chiede a Stefano di farsi un bagno egli risponde "Vuoi che mi prenda un malanno e muoia?" e non lo dice per pigrizia, ma per un reale terrore dell'acqua, simile a quello dei felini. E se la necessità può costringerlo ad attraversare un corso d'acqua nulla e nessuno lo convincerà a farsi un bagno.
Purtroppo per un ragazzino cresciuto in solitudine nel bosco per tanti anni, abituato a star da solo, mangiare e sopravvivere con standard molto bassi, è normale che la sua socialità sia crollata, oltre al buon costume e ad un normale equilibrio mentale e con il tempo ha anche quasi dimenticato a parlare, tanto che ora è affetto da una forte balbuzie.
L'unica persona che Stefano rispetta, segue come un fedele cagnolino e con cui si sforza di parlare più di quanto il suo solito mutismo non lo porti a fare è Bartolomeo. Tra l'altro i Fratelli che stanno con Stefano hanno imparato a capirlo e sanno che la sua appartente indifferenza è solo una particolarità del suo carattere dato che è ormai legato a quello che interpreta come il suo branco e non esiterebbe a mettere a repentaglio la propria sicurezza per gli altri.
La fede nel giovane è un elemento poco presente, ma nella sua reintroduzione alla società da parte dei Cavalieri del Tempio, la preghiera e la comunione con il Signore sono elementi che non sono mancati, perciò egli segue i Fratelli nelle funzioni religiose e rispetta i dogmi apprendendo man mano il significato.

Storia
Stefano aveva solo 16 anni quando venne il Giorno del Giudizio e lavorava con la madre nella bottega di famiglia in un paese nei pressi di Bologna. Il padre era al fronte e di lui non si avevano notizie da mesi e purtroppo già si pensava al peggio.
Quando i Morti arrivarono in città non ci fu la minima resistenza, nessuno si aspettava una cosa simile e ironia della sorte volle che Stefano si salvò solo per trovarsi solo, affamato e infreddolito, nei boschi della pianura emiliana e con i Morti in agguato in numero crescente.
Per sua fortuna o malezione il ragazzo era da sempre abituato ad adattarsi ad ogni situazione e con gran forza di volontà non si diede per vinto e trovò il modo di sopravvivere dandosi alla macchia, un'impresa pressochè impossbile, ma egli ce la fece.
Fu per questo che visse in maniera molto blanda gli avvenimenti che si svolgevano nel neo Sanctum Imperium di cui lui ignorava addirittura l'esistenza.
Nel '52 i Templari erano stanziati nei pressi di Bologna per liberare la città e fu allora che un neo cavaliere, Bartolomeo da Torino, al tempo Templare Errante salvò questo selvaggio ragazzo dalle grinfie di una Belva in cui si era accidentamente imbattuto e che stava per aver meglio su tanti anni di esperienza. Stefano riconoscente giurò che avrebbe servito il suo salvatore per il resto dei suoi giorni, memore dei racconti di coraggio e lealtà che la madre gli raccontava da piccolo sui Cavaliere medievali a cui Bartolomeo tanto assomiglaiva.
Con il benestare di Lodovico, all'epoca Templare Adepto e guida di Bartolomeo, il ragazzo fu accolto nell'Ordine, istruito e preso sotto l'ala protettrice dell'anziano in modo che potesse rimanere al fianco del suo eroe e salvatore.

Pregi: Orientamento Ottimo, Sopravvivenza
Difetti Balbuziente, Infestato da parassiti (pulci), Puzzolente

Equipaggiamento

Stefano era già in grado di sopravvivere quando iniziò il proprio addestramento alle armi come scudiero presso la neo rocca di Bologna, seguito da Lodovico, perciò ignorò quasi completamente gli insegnamenti che riceveva.
Lodovico, di vedute aperte, al posto di tentare d'imbrigliare il giovane, incanalò le sue capacità isegnandoli ad usare armi più efficiaci di quelle grezze che Stefano era abituato ad usare.

Arco Ricurvo
L'arco ricurvo è un'arma molto utilizzata dai templari perchè risulta sileziosa ed efficace al pari delle armi delle moderne armi da fuoco se utilizzata da mani esperte, con munizioni falici da reperire e modificare.
Stefano, data la sua esperienza nella caccia, è in grado di crearsi da solo dardi di varie forme e materiali per risultare adatta in ogni situazione.

Nominato Cavaliere, Stefano ricevette la propria Spata Templare, con la tunica bianca e la Bibbia. Quest'arma andò a sostituire il bastone che aveva usato nella foresta per sopravvivere ai morti e alle bestie.
Gli servì poco addestramento per padroneggiarla, grazie al fisico atletico e coordinato, ed ora lo considera un dono molto prezioso.

Spada Templare
Una spada in acciatio con un'elsa a croce molto spartana e l'impugnatura ricoperta di pelle color nero. Su un lato della lama vi è inciso il motto templare, come su tutte le spade dell'Ordine, e sull'altra vi è la Croce di Cristo riportante l'incisione INRI.
 
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Nardu
view post Posted on 29/5/2012, 16:58




Fratello Gabriel da Avignone
Templare Errante


Tarocco Dominante: La Forza
Arcano del Passato: Il Sole

Età: 27

Carattere
Gabriel è il tipico gigante buono e pacifico che per indole non farebbe male ad una mosca. Gli è stata sbattuta in faccia la vita con tutta la sua crudeltà e lui l'ha affrontata con stoicismo, spirito di sacrificio e serenetà. Una serenità dovuta solo ad una cosa: una fede ferrea.
Gabriele, com'è chiamato dai Templari più anziani, porta il nome dell'Arcangelo del Fuoco, il cui nome significa la "forza di Dio" e il giovane è convinto davvero di essere una delle tante braccia del Signore, sopravvissuto al Giorno del Giudizio per far del bene con la propria possenza.
I più giovani templari lo chiamano "Orso Francese" a causa della sua prestanza fisica e del suo ruggito; infatti il neo templare ha un sonno tanto profondo da sembrare un letargo e tanto rumoroso da sembrare un treno.
E' alquanto taciturno e di poche parole, ma non disprezza di certo la compagnia altrui, anche se spesso è ripagata con soli silenzi e lunghi sorrisi, quasi ebeti. Il giovane, che a guardarlo sembra molto più anziano, non è di certo uno sciocco, però è un ingenuo che si fa raggirare facilmente, non riuscendo a concepire le sottigliezze dell'inganno dell'uomo, egli infatti è assolutamente incapace di mentire.
Altruista e bonario Gabriel non dice mai di no e non si tira mai indietro di fronte a qualsiasi compito o situazione purchè il fine giusto sia palese ai suoi occhi.

Storia
A 14 anni Gabriel aveva vissuto più esperienze cruente di quante un adulto normalmente non sperimenta in una vita, in una Francia distrutta dalla Guerra e dal dominio Nazista.
Cercava di sopravvivere coltivando e zappando la terra del tuo campo e accudendo gli animali della sua fattoria, come facevano i suoi vicini nelle campagne meridionali della Francia.
Si alzava ogni giorno prima dell'alba e andava a letto a notte fonda, lottando con la natura, i Nazisti e gli opportunisti per cercare di farsi calpestare. Tutto a 14 anni per mantenere il fratello minore di 4 anni e la madre stravolta dalle sventure che la vita le aveva gettato addosso. Il padre era defunto, disperso o semplicemente fuggito e nessuno ne aveva saputo più nulla.
A 14 Gabriel era un uomo a tutti gli effetti e quando vennero i Morti fece quello che ogni uomo avrebbe fatto: protesse la sua famiglia con le sue forze. L'aratro che fino al giorno prima era stato uno strumento per crescere la vita divenne un'arma di morte. Fu la forza fisica, la sua fede in un Dio che si era nascosto in attesa e la sua dedizione per la famiglia ad evitare a Gabriel di cadere tra le fauci dell'inferno.
Nel settembre del '55, dopo 11 anni dal Giorno del Giudizio, quando i Templari e la Sacra Militia entrarono ad Avignone Gabriel era lì, tra i pochi sopravvissuti della città, ad aspettare con fede che Dio lo aiutasse: aveva perso la madre, ma aveva ancora un fratello di cui occuparsi.
Quando il neo eletto Maestro di Avignone, Ugo Torris, seppe la storia del giovane lo invitò a entrare nella grande famiglia dei Templari, usando queste parole "Se accetterai non avrai un fratello da proteggere a costo della tua stessa vita, ma molti fratelli. E questi stessi fratelli morirebbero per salvare la tua, giovane Gabriel."
Il giovane uomo accettò senza ripensamenti la proposta del Maestro.

Pregi: Resistenza al dolore fisico, Resistenza al dolore psicologico
Difetti: Sonno Pensante, Sonno Rumoroso, Troppo Sincero

Equipaggiamento

Gabriel aveva imparato a lottare con armi improvvisate, utensili e quando aveva in fattoria, basandosi principalmente sulla sua forza fisica e sulla sua tenacia piuttosto che su un vero stile di combattimento.
Alla rocca invece un Adepto gli insegnò ad indossare un'armatura e gli diede un'arma per incanalare la sua prestanza fisica in maniera efficace.
Quando fu nominato Errante il suo maestro si congedò con le parole "San Benedetto non aspetta altro che potertidonare l'arma adeguata alle tue braccia. Affrettati a dimostrare la tua valenza, Gabriele."

Ascia Templare
La grande ascia con una lama tanto possente da dover essere brandita a due mani a causa del peso è un'arma minacciosa quanto letale.
Sulla lama, in entrabe le facce è riportato il simbolo dell'Ordine e lungo il bastone legno, riforzato dal metallo, vi è inciso il motto cavalleresco.
Gabriel ha preferito che non vi fossero altri segni distintivi sulla sua arma, ma solo i segni dell'Ordine dei suoi fratelli che lo hanno accolto.
 
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Nardu
view post Posted on 29/5/2012, 17:19




Fratello Duval da Avignone
Templare Errante


Tarocco Dominante: La Ruota della Fortuna
Arcano del Passato: La Temperanza

Età: 17

Carattere
Fratello Duval è un ragazzo che ha appena concluso una particolare adolescenza ma che non ha perso la voglia di vivere e il sorriso, che riserva a chiunque incontri. Di indole buona, come il fratello del resto, ha sempre una parola cortese per tutti, vivendo il mondo in maniera alquanto ingenua e fidandosi del bene che secondo lui c'è in tutte le persone.
E' un ragazzo di compagnia, con una bella parlata, di aspetto attraente che fatica poco a familiarizzare. E' l'animatore dei fratelli, tra battute e giochi e nei momenti di maggior serietà allieta i templari con la musica del proprio flauto, da cui mai si separa. Passa il suo tempo libero a comporre musica, sacra e talvolta meno sacra, per poi suonarla intorno al fuoco.
Odia quando i fratelli più anziani, soprattutto suo fratello Gabriel, lo incalzano con il soprannome Petit (dal francese, piccolo), considerandosi un uomo maturo, anche se in realtà si tratta solo di un ragazino cresciuto troppo in fretta senza in realtà capire come gira realmente il mondo.
Duval nasconde un grave segreto, lui ha accettato agli occhi di tutti il voto di castità, ma questo non ha di certo fatto calare il suo desiderio nei riguardi delle donne e cerca disperatamente l'occasione per poter perdere la sua virtù, in modo che possa soddisfare quel desiderio che la guerra e i Morti non gli han permesso di placare.

Storia
Duval, fratello minore di Gabriel, aveva 4 anni quando venne il Giorno del Giudizio perciò non ha ricordi di un mondo dove i Morti non aggrediscono i vivi. Lui ricorda tutti disperati e tesi da sempre, senza che ne capisse il motivo.
La madre continuava a ripertergli che tutto sarebbe andato per il meglio e che non gli sarebbe successo nulla, il fratello maggiore usava le medesime parole. Tutto sommato a Duval non accadde effettivamente nulla, rispetto a quanto affrontarono la maggior parte dei Sopravvissuti. Per questo egli si convinse che il destino, che suo fratello chiamava volontà divina, lo avrebbe protetto e salvato perchè aveva un copito da svolgere e tutto sarebbe andato sempre per il meglio.
Fin da piccolo Duval fu accudito con un amore morboso dalla madre, di origini italiane, che gli raccontava storie dell'Italia come un paese fantastico rispetto alla Francia, abitato da veri uomini e non effemminati come il padre che li avevi abbandonati. Diceva sempre "Tuo fratello è un vero uomo perchè nelle sue vene scorre sangue italiano".
Quando i Templari di Roma arrivarono ad Avignone, Duval li identificò come degli uomini valorosi e di fiducia da seguire senza esitazione. Quando l'Ordine accetto Gabriel tra le proprie fila egli chiese che fosse ammesso anche il fratello minore, che purtroppo era ancora troppo giovane per diventare uno scudiero e che quindi iniziò a servire ufficialmente l'Ordine un anno dopo il fratello maggiore.
Il primo anno quindi, senza avere voti monastici o veri doveri, Duval servì la rocca di Avignone prima di iniziare il proprio apprendistato come scudiero ed essere nominato Errante. Il giovane si affiancò al fratello e diede massima disponibilità ai Cavalieri fiducioso che il buon Dio (o la fortuna) lo avrebbero sempre assistito.

Pregi: Ambidestro, Genio Artistico, Parlantina, Simpatico
Difetti: Allocco, Segreto Minaccioso

Equipaggiamento
Duval ha ricevuto un breve addestramento alla rocca di Avignone, ma subito è stata notata la sua grande rapidità di mano e la sua coordinazione eccezionale, per questo motivo lo hanno addestrato all'uso di un'arma solitamente poco usata come arma principale da parte dei Cavalieri, ma che può essere devastante se sfruttata nel momento opportuno.

Pugnali Templari
La coppia di pugnali templari gemelli che Duval ha ricevuto alla propria investitura da Errante, sono di ottima fattura, ben bilanciati, pensati ma resistenti. Hanno un pomo tondo, al termine dell'elsa, in cui è incisa la croce templare.
Sue entrambe le lame è inciso l'inizio del famoso motto templare "Non Nobis Domine".
 
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Nardu
view post Posted on 30/5/2012, 08:57




Organizzazione ed equilibri del gruppo.

Bartolomeo stima e rispetta moltissimo Lodovico, che è stato il suo maestro e che vede tutt'ora come una guida, anche se ricoprono lo stesso grado ed è a Bartolomeo che solitamente viene affidato il comando. Non contraddirebbe mai la parola dell'anziano.
Bartolomeo vede come proprio allievo prediletto Gabriel, che è sempre il primo a seguirlo in ogni impresa ed ad appoggiarlo in ogni scelta. Vi è molta affinità ed è sicuro che il giovane dimostrerà presto di poter diventare un ottimo Adepto.

Stefano considera Bartolomeo il proprio salvatore, guida ed eroe e farebbe qualsiasi cosa per compiacerlo e renderlo fiero. Quasi vede in lui la figura paterna che ha dimenticato.
Al contempo Stefano ammira Duval e la sua spenseratezza e vorrebbe assomigliargli; dal canto suo Duval non fugge la compagnia di Stefano in alcuna maniera e spesso scherza sul suo odore in maniera simpatica.

Duval ammira e segue ovunque il fratello maggiore Gabriel che rimane il suo esempio da seguire, nonostante non gli assomigli granché. Non contraddirebbe mai il fratello in sua presenza.
Duval è convinto che Lodovico debba imparare qualcosa da lui perché troppo serio e pacato. Spesso cerca d'insegnargli l'importanza della musica e dello svago al posto della unica preghiera e l'anziano, purché accetti di buon grado i suggerimenti, non li mette mai in pratica.

Gabriel vede in Bartolomeo la proprie guida e un esempio ispiratore: è un uomo gusto, timorato da dio, che incanala forze ed energie per giuste cause. Lo seguirebbe in capo al mondo sicuro di seguire la volontà del Signore.
Contemporaneamente Gabriel accudisce il fratelli minore e si cura che segua le sue orme e quindi quelle di Bartolomeo in un percorso di rettitudine, fede e carità.

Ambrogio vede in Bartolomeo un esempio ispiratore per la sua enorme carità e il duo altruismo, sempre pronto a lanciarsi in aiuto di coloro che sono in difficoltà. Per Ambrogio, Bartolomeo è il Cavaliere del Signore ed è sicuro che seguirlo è il suo compito in rispetto della volontà divina.
Ambrogio ha molto ammirato la storia del povero Stefano, costretto ad affrontare una situazione troppo dura e sa che il Signore lo ha aiutato affinché arrivasse a lui e gl'insegnasse la preghiera. Per questo l'uomo quando può si occupa del ragazzo e della sua formazione in modo molto protettivo.

Lodovico è particolarmente ispirato dalla figura di Ambrogio, fonte insaziabile di fede e dedizione agli ideali cattolici. Tutti dovrebbero prendere esempio dall'ex frate, la chiesa stessa. Per questo passa ore a discutere di teologia con il fratello e ne ammira le scelte di vita.
Inoltre Lodovico, nonostante lo ritenga maturo ed responsabile, si sente ancora in dovere di far da maestro al suo vecchio allievo che continua a cercare in lui un gesto di approvazione nelle sue scelte. L'anziano sa che Bartolomeo è un uomo giusto, ma non ha ancora capito il grande disegno divino del Creatore che lo mette come protagonista.
 
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Ner'zhul
view post Posted on 6/6/2012, 18:20




Modifiche al Fratello Templare Adepto Bartolomeo da Torino

Nome: Caio Sisto da Torino

Particolarità dell'Expiator IRA IESUS: L'enorme arma a motore è contenuta in una custodia rigida, rivestita di cuoio nero lavorato sulla quale sono incisi passi salienti della Sacra Biabbia in particolare Ezechiele 25,17, passo scritto in maniera centrale sulla custodia stessa essendo il verso che più rappresenta il Templare; la custodia è a forma di croce cristiana e contiene oltre all'arma lo spazio per due taniche da 5lt di combustibile per l'Expiator.
La custodia è trasportata dal Templare sulla schiena che, grazie a delle cinghie in cuoio, la indossa a mo di zaino, il getso vuole imitare Gesù Cristo nostro Signore durante la via Crucis.

Particolarità: La biabbia donatagli al momento dell'investitura a Cavaliere del Tempio pende da un lato del monaco guarriero legata con da una catena alla cintura; il rosario pende dal suo collo e altri due dai polsi a mo di braccialetti.

Aspetto fisico: Moro con occhi scuri il Templare porta in viso il peso della sua età relativamente anziana per i tempi in cui vive; ha totalmente rasato la sua nuca lasciando però crescere una folta e lunga barba alla quale si è divertito fare treccine e code acconciando il tutto con perline in legno incisi con simboli cristiani.
 
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7 replies since 28/5/2012, 17:55   1085 views
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