[Ombre del Crepuscolo] La Guerra perduta dei Tre Condottieri (2)

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Nardu
view post Posted on 21/4/2006, 22:58




Giorno Diciannovesimo del Settimo mese.

All'alba finiva il suo turno di guardia Murtagh, che ne aveva approfittatto per approfondire i suoi studi.
Era ancora mattino presto e prima di partire avrebbero consumato il pasto, però per tentare di limitare il consumo delle scorte alimentari, Durlach, esperto cacciatore, decise che si sarebbe messo sulle traccie di qualche preda per poter sfamare il gruppo. Nardu, il fratello, si offrì di aiutarlo.
Drazius nel frattempo sarebbe andato alla ricerca di piante varie, poco distante dall'accampamento.
Draugnim decise di passare l'attesa allenandosi con la nuova alabarda mentre Murtagh oziava per il campo tenendo d'occhio i cavalli.

Ma mentre Drazius osservava attentamente, chino su un cespuglio, un ringhiare sommesso alle sue spalle si avicinava...
Contemporaneamente anche i due frtalli a caccia udirono lo stesso rumore, ma da molto distanti dall'accampamentoe e dal monaco...

(continua...)

Edited by Nardu - 24/4/2006, 13:04
 
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Nardu
view post Posted on 22/4/2006, 18:49




(...continua)

Drazius si girò; aveva difronte a sè un lupo rabbioso dall'aria minaccioso e sicuramente intenzionato ad attaccare e infatti prima che quest'ultimo potesse compiere alcuna azione l'animale gli saltò addosso azzannandolo ad un polpaccio. Fortunatamente Drazius era di costituzione robusta e ben addestrato nel combattimento senza armi: sferrò un paio dei suoi micidiali colpi stroncando l'esistenza del lupo aggressore, che si accasciò al suolo con un grugnito. Non riportò gravi ferite perciò raccolse le erbe che aveva trovato, tuberi a sufficienza per sfamare sei persone, e intrapese la strada del ritorno verso l'accampamento.

Contemporaneamente i fratelli a caccia, nella stessa situazione del druido, dovettero affrontare il loro lupo assetato di sangue; questi due furono molto più veloci di riflessi rispetto all'animale, anche s ele loro azioni furono di scarso effetto. Durlach per primo tese l'arco, puntò, ma il dardò sfiorò l'animale mancandolo, subito dopo Nardu entrò in azione richiamando l'energia magica dentro di sè incanalandola per creare una dardo di ghiaccio che scagliò verso il feroce animale colpendolo. L'animale colpito dal dardo freddo accusò il colpo, ma non ne risentì particolarmente tuffandosi alla carica e mordendo Durlach ad una caviglia, questi fulmineamente preparò un altra freccia e scroccò a distanza ravvicinata. Il dardò centro il lupo conficcandosi in piena fronte e abbattendo l'animale senza possibilità di scapo.

Nardu visto che era passato molto tempo mandò Osiride al capo ad avvertire che erano stati interrotti da animali selvaggi e che avrebbero proseguito la caccia.
Verso le otto del mattino, dopo due ore di caccia, i fratelli tornarono al campo a mani vuoti e molto delusi delle loro stesse prestazioni, per fortuna Drazius aveva provveduto a preparare il pasto per tutti.

Dopo mangiato ripresero il viaggio in direzione dell'antico campo di battaglia.

(continua...)

Edited by Nardu - 24/4/2006, 13:05
 
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Nardu
view post Posted on 22/4/2006, 19:07




(...continua)

Era passata da non molto l'ora in cui il sole è perpendicolare e il gruppo si trovava a poco più di un'ora di viaggio. Le scelte che avrebbero potuto intrapendere serebbero state due: proseguire e affrontare l'esporazione di quei luoghi in tardo pomeriggio con la minaccia delle tenebre incombenti o accamparsi e ripartire l'indomani di buon ora. Optarono per la seconda possibilità e si stabilirono accendendo un bivacco.

Drazius, come la volta precedente, si dedicò al suo hobbie di ricerca, studio e raccolta di erbe procurando così un pasto sicuro ai membri del gruppo.
Murtagh e Durlach concordarono che il modo miglioren per non fare nulla era l'ozio più assoluto o quasi e perciò non si dedicarono ad alcuna attività particolare.
I più attivi invece, Nardu e Draugnim, passarono le ore fino a cena a lottare, aumentando la loro abilità nell'uso dei loro stupendi spadoni a due mani.

Cenarono in tranquillità, pasti a base di tuberi, e dopo cena l'elfo iniziò a dare lezioni di sindarin all'umano curioso e volenteroso ad imparare, come era negli accordi, ma cosa che non si aspettava, fu l'aggregazione dell'intero gruppo alla sua lezione. Passarono così due ore allegre ad apprendere le prime basi di una lingua difficilissima ma stupenda.

Stabilirono i turni di guardia esattamente uguali a quelli della notte scorsa ed attesero il mattino.
 
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Nardu
view post Posted on 22/4/2006, 20:11




Giorno Ventesimo del Settimo mese.

Albeggiava da poco. Gli avventurieri erano carichi e pronti ad esplorare nuove terre, affrontando ogni imperversità.
Viaggiarono per un ora e poco più giungendo in un luogo tenebroso. La zona era pervasa da un'atmosfera stagnante, la nebbia avvolgeva ogni cosa e rendeva difficile orientarsi. Il paesagio mostrava i tipici segni di un campo di battaglia: resti di armi e armature infrante, spesso indossate da scheletri, comparivano un po ovunque, freccie conficcate nel terreno o resti di mezzi di trasporto o fortificazioni decoravano la piana.

Avanzarono lentamente; fortunatamente Osiride sorvolava il gruppo e con la sua acuta vista da falco notò il colle, punto di riferimento del loro viaggio. Sapevano infatti che sopra il colle il generale delle armate del caos, Magnus, aveva avuto il suo campo base: decisero di muoversi in direzione di quest'ultimo ma trovarono qualcosa che tentò d'impedire la loro avanzata.

Il gruppo si fermò ad osservare la scena inquitante: un gruppo di ex-soldati si alzò impugnando le loro logore armi e indossando le semi-distrutte armature, erano non-morti, un bel gruppetto, intenzionato ad attaccarli.
Il gruppo di soldati intrapese un'avanzata, lenta ma decisa, in formazione sparsa.

Durlach immediatamente prese la mira con il suo enorme arco e scoccò: uno dei non-morti fu colpito in pieno petto, barcollò, ma si riprese continuando l'avanzata insieme al resto del battaglione.

I mostri avanzavano e Murtagh intervenne richiamando a se l'energia in un dardo gelido, contemporaneamente Nardu imitava le sue azioni, ma entrambi si deconcentrarono, probabilmente colpa dell'ambiente malsano che rendeva difficile rimanere lucidi e dispersero il loro potere inultilmente.

Draugnim, senza timore, si tuffò in una cieca carica (ahah ke battuta :P) contro i cadaveri dei soldati che gli si paravano difronte impugnando l'alabarda. La spinta iniziale fu incredibile e l'elfo corse ad una velocità inaudita verso il bersaglio che, anche non potendolo vedere, sapeva esattamente dove si trovava. Al momento dell'impatto frontale l'alabarda del guerriero-druido schiantò contro l'armatura oramai consumata del non-morto perforandola e penentrando in profondità. L'elfo tirò un calcio al corpo della creatura, che cadde a terre esanime, estrando la sua arma.

La maggior parte degli ex-soldati continuò l'avanzata verso il gruppo incurante di tutto, tranne che per un paio che decisero di aggredire l'avventato elfo che li aveva caricati.

Nel frattempo Drazius mormorò alcune parole, rivolgendosi alla propria divinità e chiedendo aiuto. "...dammi la forza..." Un paio di artigli attraversarono la pelle che ricopriva le nocche del druido sbucando all'esterno minacciosi e micidiali.

Durlach, sempre divertito da questo, incoccò un altra micidiale freccia mirando ad un altro soldato, prese attentamente la mira, si concentrò e scoccò. Il bersaglio fu colpito e la freccia gli recise la gola, cadde a terra con un gemito strozzato.

Nardu, dall'indole irraconda, decise che era il momento di tuffarsi in mischia e soccorrere l'elfo che lottava in inferiorità numerica: caricò con una furia assassina, armato del suo spadone e appena raggiunse il suo nemico colpì senza pieta e con violenza inaudita. Il non-morto si ritrovò diviso in due parti quasi di netto e cadde a terra senza emettere un suono.

In quel momento l'elfo ingaggiava lotta con altri due guerrieri deceduti già una volta molto tempo fa ma accorse a soccorerlo l'altro fratello, Durlach. L'arciere prese nuovamente la mira indisturbato e scoccò: il dardò sfiorò il capo dell'elfo e si piantò nella fronte di uno dei due ex-soldati proprio mentre il druido decapitava l'altro con un colpo netto della sua alabarda. I due non-morti caddero a terra agonizzando.

Contemporaneamnete i rimanenti mostri si avvicinavano minacciosi al mago e al druido, il quale attendeva con ansia di infilare i propri artigli nella carne degli avversari, ma fu preceduto.

Murtagh concentrò gran parte del suo enorme potere ad un unico pensiero: fuoco. Le sue mani inizarono ad ardere, le protese in avanti e pronunciò una singola parola. A quel comando un cono di fiamme aggredì le tre creature ancora in vita avvolgendole senza pietà. Una di esse cadde all'istante mentre le altre due riportarono gravi ferite ma incuranti del dolore continuarono la loro inarrestabile avanzata.

Il turno del druido giunse e questi si lanciò sul primo non-morto conficcandogli le sue micidiali armi nel petto e senza perdere molto tempo si diresse subito sul secondo, mentre ancora il corpo del primo precipitava senza vita. Con la prima serie di artigli colpì il volto del soldato laceradongli la carne e con la seconda lo sventrò; questi si accasciò al suolo spacciato.

Il gruppo ne era uscito praticamente incolume se non fosse stato per qualche lieve ferita riportata dall'elfo che aveva ingaggiato il combattimento più faticoso di tutti.

Continuarono l'avanzata

(continua...)

Edited by Nardu - 25/4/2006, 10:15
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 15:08




(...continua)

L'aspetto del luogo era tetro e buio, a mala pena i compagni riuscivano a distinguersi nelle tenebre. Nardu, perciò, invocò il suo potere per rendere la propria lama luminosa; lo imitarono Drazius e Murtagh che fecero risplendere mazza e bastone.

Prosenguendo l'aria si fece più malsana e i cavalli faticavano sempre più ad avanzare finchè gli avventurieri si resero conto di essere bloccati.
Ai piedi dei loro animali si estendeva una stranissima palude, composta da melma nerissima e maleodorante, densa che bloccava le zampe dei destrieri rendendo l'avanzata a cavallo impossibile.
Nardu decise di scendere da cavallo, così come Drazius, per controllare la situazione ma ci fu un inconveniente inaspettato.

Appena il guerriero mise i piedi a terra la mano di un non-morto sbucò dal suolo per afferrarlo d una caviglia e prima che l'uomo fece in tempo a rendersene conto si ritrovò sommerso fino alle gambe nella melma.
Nello stesso momento anche Drazius fu assalito da una mano sbucata dal sottosuolo e come Nardu il monaco non fece in tempo a rendersene conto che già lottava per la propria sopravvivenza cercando di non sprofondare.

La mano trascinava sempre più forte e Nardu non riusciva a opporle resistenza, sprofondando; Drazius, invece, anche se inizialmente in balia dell'aggressore nascosto, riuscì a colpirlo con un poderoso colpo del suo bastone. Si udì un forte ulro, in parte attuttito dalla melma, e la presa intorno alla gamba del druido si allentò consentendogli di liberarsi.
Purtroppo un altra creatura avventò le gambe del mezz'elfo prima che questo riuscì a rimontare a cavallo, impedendogli di andarsene.
Intanto Nardu tentò con la sua spada di colpire la creatura che lo trascinava, ma oramai era troppo immerso nella melma e i movimenti erano troppo difficili, perciò non vi riuscì ma continuò a sprofondare fino al collo.

Murtagh si sbilanciò per aiutare il monaco e evitato miracolosamente di farsi afferrare a sua volta riuscì a trascinare sul proprio cavallo l'amico; intanto Draugnim aveva cercato di liberare dalla trappola letale l'amico umano, ma non vi riuscì, anzi ottenne di essere lui stesso afferrato per il busto e trascinato verso il basso.
Nardu era immerso completamente, solo una mano ancora sbucava dal suolo a breve avrebbe cessato di vivere soffocato nella melma nera.
Mentre Durlach e Draugnim riuscivano ad avere la meglio su un non-morto Murtagh, compiendo uno sforzo immane riuscì a bloccare la discesa del guerriero-stregone in punto di morte e con uno sforzo congiunto ribaltarono la situazione liberando dalle grinfie della creatura nascosta nella melma l'umano stremato.
Tutti erano arroccati sui cavalli e lontani dalle grinfie delle creature che li avrebbero trascinati senza pietà verso una morte certa, ma non sapevano come avanzare.

Osiride, volando sopra la palude, aveva individuato un ponte non molto lontano dal gruppo, ma raggiungerlo non sarebbe stato facile.
Si ebbe un idea (suggerimento generoso del master :D) e Murtagh, sfruttando i suoi poteri lanciò un raggio freddo verso la melma che si solidificò rendendo agevole il passaggio degli avventurieri per pochi metri. L'operazione fu ripetuta, stavolta però fu congiunta con l'abilità del druido Drazius nel creare acqua ottenendo una spessa lastra molto lunga.
Dopo molti sforzi un passaggio sicuro fu creato fino al ponte, ma il costo dell'impresa fu l'abbandono dei cavalli ad una morte certa nella palude.

(continua...)

Edited by Nardu - 23/4/2006, 16:08
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 16:41




(...continua)

Il gruppo era stanco, ma coraggioso e intenzionato ad affrontare ogni avversità.
Camminavano lungo il ponte che, avvolto nella nebbia, sembrava interminabile.
Improvvisamente tre figure si pararono loro d'innanzi.

Tre non-morti erano comparsi improvvisamente alla vista degli avventurieri.
La creatura al centro delle altre due sussurrò alcune strane parole e subito un'aura rosso sangue avvolse i suoi due compagni che divennero più grandi.
I due esseri, sotto gli effetti benefici invocati su di loro dal compagno, si lanciarono in una sanguinosa carica.

Il primo, armato di alabarda, puntò dritto su Drazius che, colto alla sprovvista, non fece in tempo a reagire. Il monaco sentì una fitta di dolore acutissima al fianco destro dove l'arma micidiale del suo avversario aveva attraversato le scarse protezione penetrando in profondità nella carne. Il mezz'elfo barcollò, la vista gli si appannava, perdeva moltissimo sange dalla ferita che avrebbe ucciso facilmente quasi chiunque altro ma restò in piedi pronto a lottare.

Dall'altro lato del ponte, mentre la prima creatura aggrediva il monaco, la seconda creatura si avventò sul povero mago, che non era di certo abituato alla lotta in corpo a corpo, colpendolo con le sue due lame e provocandogli due lacerazioni sul petto. A Murtagh si strozzò il respiro ed ansimò: era gravemente ferito ma non cadde a terra.

Nardu, pronto con il suo fedelissimo spadone, si lanciò in una carica spietatissima verso la creatura al centro del ponte, la quale continuava a recitare riti incomprensibili. Abbassò la lama, puntantola in direzione della creatura e colpì in pieno petto. La spada traflisse il mostro da parte a parte ma questi incassò il colpo come se nulla fosse. Il guerriero estrasse la lama con forza e ingaggiò lotta con l'essere che si comportava come se gli attachi non lo ferissero continuando a recitare strane formule.

Durlach, che si trovava di fianco a Drazius quando questi fu attaccato, istintivamente corse indietro per acquistare distanza mentre estraeva l'arco e incoccava una freccia. Si volse in direzione della creatura che lottava con il mezz'elfo, il quale continuava a perdere sangue copiosamente dalla ferita, e puntò la freccia. Scoccò. La freccia volò ad una velocità impressionante purtroppo la mira non fu presa correttamente e mancò la creatura, ma il problema maggiore fu che andò invece a conficcarsi nella spalla di Drazius già gravemente ferito. Il druido sentì una fitta acutissima alla spalla, le gambe gli si piegarono, cadde in ginocchio e svenne.
Durlach notanto gli effetti devastanti del suo colpo esclamò "Mi occupava la vista, ora ho la zona libera!"

Draugnim decise di accorrere in aiuto del mago che gravemente ferito non sarebbe stato in grado di lottare ancora a lungo, perciò impugnando la sua spada lasciò cadere un fendente sull'orrida creatura che però fulminea si spostò e ingaggiò il combattimento con entrambi gli avversari senza difficoltà.

Murtagh, notando di essere in due contro uno, tentò di colpire la creatura con la sua mazza pesante e con sorpresa di tutti riuscì a eludere le difese del mostro scaraventando l'oggetto con tutta la forza possibile contro la sua gamba. La creatura barcollò per un istante ma ciò la rese solo più aggressiva.

Il guerriero-stregone continuava la sua accanita lotta con la creatura dagli strani poteri. Il non-morto tentò di richiamare un qualche grande potere, le sue mani si illuminarono della stessa luce che aveva avvolto prima le altre due ma Nardu gli scagliò un poderoso fendente all'altezza delle costole bloccandone gli sforzi.
L'umano resosi conto che i suoi attacchi con la spada non erano letali, o almeno non lo sembravano, decise di provare con un altra via. Schivò abilmente un colpo e, mentre con una mano reggeva lo spadone, l'altra la premette con forza sul busto del non-morto concentrandosi un istante. La mano prese ad ardere, ogni volta era come la prima volta, un gesto istintivo e naturale. Le fiamme si espanderono avvolgendo prima la mano e parte del braccio dell'uomo, ma anche il busto e gran parte del corpo del mostro. Nardu ritrasse velocemente il braccio, spegnendo le fiamme che l'avvolgevano e impugnò la spada con tutte e due le mani per scagliare un colpo mentre l'avversario agonizzava per il bruciore. Il bersaglio accussò gravi ferite dall'attacco congiunto ma non cadde.

Il mostro, incitato alla vista del sangue di Drazius che scorreva in abbondanza, si lanciò su Durlach, ma la sua furia non fu premiata dato che l'arciere dotato di una grandissima agilità schivò l'alabarda nemica e incoccò un altra freccia.
Senza allontanarsi di un passo, fulmineamente, il fratello minore puntò l'arco dritto in mezzo agli occhi dell'avversario e scoccò: la freccia si conficcò nel cranio del nemico, il quale urlò di dolore, ma continò a lottare ancora più ferocemente.
Durlach continuava a schivare i colpi senza fuggire. Preparò un altro dardo e puntò nuovamente al bersaglio da distanza ravvicinatissima. Il colpo traflisse da parte a parte il corpo del mostro che all'apice dell'ira si scagliò sull'umano colpendolo in pieno petto.
Durlach cadde a terra privo di sensi con una grave ferita che gli solcava il busto.

Mentre Draugnim cercava di tenere occupata la creatura, Murtagh resosi conto che i suoi attacchi erano del tutto ininfluenti decise di soccorrere Drazius che giaceva a terra ferito. Cercando di non farsi notare iniziò a correre verso il compagno a terra, purtroppo il non-morto notò gli spostamenti del mago e abilmente aggirò per un'istante il suo avversario e andò a calare un fendende con una delle due spade sulla schiena dell'ignaro. Subito il mostro si rimise in posizione per tener fronte ai violenti attacchi dell'elfo, ma il mago-stregone, gia ferito in precedenza, non resse l'ultimo colpo. Un taglio gli percorreva la schiena, sporcando si sangue le sue vesti. Cadde in ginocchio, guardò Drazius a terra e poi voltò lo sguardo verso Durlach che il quel momento veniva sopraffatto proprio un istante prima che la vista gli si annebbiasse e cadde tramortito.

Solo Nardu e Draugnim rimanevano ancora in grado di combattere mentre i non-morti erano ancora tre come all'inizio.

Nardu non sapeva che i suoi compagni stavano cadendo uno dopo l'altro perchè era troppo occupato nella lotta, ma aveva sentito le urla di alcuni di essi e perciò era intenzionato ad abbattere quell'aberrazione che gli si parava di fronte il più velocemente possibile.
Parò un micidiale colpo, poi un altro e si lanciò in un affondo ma la creatura, dotata di agilità eccezzionale, schivò. L'umano dovette difendersi da un altra scarica di colpi ma proprio mentre evitava l'ultimo che gli aveva provocato un grosso taglio sul braccio notò che il mostro si era sbilanciato troppo, abbassando le difese, e colpì senza pietà. La testa del non-morto stregone rotolò ai piedi del suo uccisore in un rivolo di sangue nero.
Dopo un istante il corpo della creatura esplose e aculei furono sparati in tutte le direzioni colpendo sia Nardu che Draugnim.

Draugnim, nonostante cieco, era un avversario temibile. Un potende fendente calò sulla testa del mostro che parò, ma l'elfo instancabile ne lanciò un altro e subito dopo un altro, seguito da un altro finchè una delle lame della creatura si spezzò sotto i suoi colpi, purtroppo proprio nel momento in cui il druido-guerriero stata per calare un altro fendente l'avversario utilizzò la lama rimastagli per colpirlo al ventre.
Il cieco combattente barcollò per un istante solo accusando il colpo, nonostante ciò non voleva cedere e spinse con forza la lama in un affondo. Il mostro si era inginocchiato per colpire l'avversario dal basso abbassando le difese, sicuro di neautralizzare la minaccia cn quel colpo, ma invece si ritrovò la lama del nemico che gli attraversava il cranio da parte a parte.
Draugnim estrasse la lama e la creatura, come la precedente espolse in una miriade di aculei che ferirono i due guerrieri.

L'ultimo mostro ancora in piedi, dopo aver messo al tappeto Durlach, si lanciò sull'elfo cieco, proprio mentre questi eliminava il suo avversario, cogliendolo di sorpresa. Un profondo taglio percorreva tutta la schiena del guerriero dalla pelle verde che cadde a terra in punto di morte.
Fortunatamente Nardu che aveva appena abbattuto l'altro mostro si avventò sull'ultimo superstite impedendogli di infierire sul druido morente e lo colpì con una tale violenza da farlo cadere senza vita a più di un metro di distanza dove esplose in aculei ma non ferì nessuno.

(continua...)

Edited by Nardu - 23/4/2006, 19:40
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 16:59




(...continua)

Nardu, l'unico rimasto in piedi, raccolse i corpi dei compagni e rammendò alla peggio le ferite più gravi.

Dopo qualche tempo iniziarono a rimprendere i sensi i feriti meno gravi della lotta, solo Draugnim non accennava miglioramenti.
Drazius perciò curò con i suoi poteri magici il compagno druido e si decise che avrebbero dovuto stabilire un accampamento lì per recuperare le forze.
In quei luoghi la differenza tra giorno e notte era prossochè nulla perciò decisero di riposare, con sentinelle a turno, fino a mezzanotte.
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 17:27




Giorno Ventunesimo del Settimo mese.

La compagnia raccolse le proprie cose e continuò l'attraversata del ponte.
Erano riposati e medicati, ma ancora riportavano vistosamente i segni della dura lotta: lividi, bende, armature e armi danneggiate, sguardi stanchi erano molto comuni tra i cinque compagni.

Sempre guidati dall'eccezionale guida di Osiride giunsero, dopo aver attraversato il ponte e una strada, ad un portone d'ebano di dimensioni gigantesche.
"Controlla la zona qui intorno, cosa vedi?" pensò Nardu comunicando con il suo falco.
"Siamo sulla cima della collina, qui intorno non c'e' nulla, penso che le scente siano entrare o tornare indietro..." non finì di dire Nardu ai suoi compagni quando un boato alle loro spalle li spaventò: il ponte era crollato in buona parte a causa di un'esplosione, i gas che salivano dalla gola avevano preso fuoco improvvisamente. "D'accordo...non ci resta che entrare..."
Estrasse la spada e iniziò a spingere il portone pesante provocando, a suo malgrado, un rumore infernale che avvertì ogni essere nel giro di molti mentri della loro presenza.

L'interno era completamente buoi, ma sentiva dei sogghigni. Fece scorrere la propria mano lungo la lama della spada che iniziò a illuminarsi e apparve alla sua vista un gruppo di coboldi.
Al fianco di Nardu c'era Draugnim sempre pronto a lottare.

I coboldi iniziarono la loro carica immediatamente ma erano distanti e Nardu ebbe il tempo di lanciarsi su uno di essi, lasciando libera l'entrata ad altri compagni.

L'umano caricò il coboldo con il suo spadone ma si sbilanciò troppo in avanti mancandolo di molto.

Nel frattempo Draugnim accoglieva con l'arma sguainata un altro coboldo a pochi metri dall'entrata. Il colpo micidiale andò a segno e provocò una ferita letale alla creatura sprovveduta che crollò al suolo in un lago formato dal suo stesso sangue.

Drazius irruppe nella stanza con una carica travolgente, forse troppo, e si diresse verso un coboldo che sopraggiungeva da destra, proprio vicino alla parete. Il colpo evidentemente sembrò troppo scontato perchè il pungo del monaco fu facilmente schivato e andò a colpire il muro frantumandolo, purtroppo per Drazius questo significò un acutissimo dolore che partiva dalle dita e arrivava fino al gomito.

Durlach entrò nella stanza con la freccia gia pronta a partire e la corda dell'arco gia tesa, il tempo di trovare un bersaglio e scoccò. La freccia attraversò parte della stanza in un volo preciso e micidiale colpendo il coboldo che, schivato l'attacco di Drazius, stava per colpirlo alle spalle.

Murtagh entrò nella stanza e vide una creatura che stava per aventarsi su di lui. Poche parole furono pronunciate che un dardo magico si materealizzò di fronte all'incantatore scagliandosi ad alta velocità contro il mostro, che gli stava saltando addosso, trafliggendola alla gola mentre era a mezz'aria.

Nardu ritentò di abbattere il suo avversario ma questi si abbassò all'ultimo momento, strinse forte la sua ascia bipenne e calò un fendente all'altezza della vita del guerriero; o almeno tentò di scagliare il fendente dato che una freccia gli si infilò nella gola proprio mentre alzava l'arma.

In pochi minuti il gruppo conquistò la stanza che si presentava scarsamente illuminata e con solo sue entrate: il portone d'ebano e un corridoio nascosto dalle tenebre.

(continua...)

Edited by Nardu - 25/4/2006, 10:14
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 18:11




(...continua)

Decisero di percorrere il corridoio.

Questo era buio e nonostante Nardu illiminasse il cammino con la sua lama non si riusciva a vedere ciò che avrebbero incontrato sul proprio cammino.

Incontrarono numerose biforcazioni e un po ad intuito, un po cercando di intuire cosa avrebbero trovato ascoltando l'ambiente, ma soprattutto lasciandosi guidare dall'intuito arrivarono all'entrata di una stanza.

Entrarono e si trovarono un oggetto stranissimo: un disco fluttuava a mezz'aria, senza nessun appoggio, magicamente.
Tutti coloro che avevano conoscenze del monco arcano e magico tentarono di intuire il funzionamento dell'oggetto, ma fu tutto inutile; nessuno aveva la più pallida idea di cosa potesse essere.
Si avvicinarono e notarono una cosa ancora più strana: man mano che ci si avvicinava il disco si abbassava.

Nardu arrivò a pochi centimetri di distanza dal disco e questo era giunto a toccare quasi terra.

Murtagh decise di salire sull'oggetto. Ci fu un attimo di silenzio generale dopo di che il disco si alzò di colpo buttando all'aria lo sventurato che si trovava sopra; questi cadde contro la parete e si fece molto male alla schiena e ad una gamba, nulla di rotto, ma fu costretto a zoppicare e sarebbe bastato poco o nulla a metterlo al tappeto.

Drazius decise anch'egli di salire sul disco che era tornato al suo posto ma la sorte non fu molto diversa dal precendente, solo che quest'ultimo nella caduta sbattè la testa e perse i sensi. Era gravemente ferito alle gambe e aveva delle costole fracassate. Erano necessarie delle cure.

Il gruppo si diresse nella stanza all'ingresso; Nardu portava in spalla Drazius. Si accamparono poche ore, il tempo per far recuperare le forze ai due sventurati e ripartirono all'esplorazione.

(continua...)

Edited by Nardu - 23/4/2006, 19:12
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 18:37




(...continua)

Imboccarono nuovamente il corridoio buio.

Stavolta tentarono un altra via e finirono all'entrata di un altra stanza.
Nardu entrò per primo, determinato e probabilmente troppo sicuro di sè.
Una volta dentro si presentò loro una figura che non si sarebbero aspettati: un leone corrotto dal caos dalle dimensioni colossali e con la netta intenzione di attaccarli. Aveva un manto nero corneo, con molte chiazze che sembravano morte; il volto era per metà lacerato orribilimente.

Il leone scattò fulmineo su Nardu che era l'unico a trovarsi all'interno della stanza; i suoi artigli lacerarono la carne del povero guerriero in più punti. Fiumi di sangue iniziarono a scendere, bagnando tutto il corpo dell'uomo che però impugnando saldamente la sua spada fece una capriola, schivando le fauci della bestia, spostandosi in modo da lasciare libero il tiro al fratello che si trovava dietro di lui e tentò di colpire. Mentre calava la lama una fitta incredibile avvolse il braccio ferito e la spada andò a colpire la gamba del povero guerriero gia ferito (in pratica ho fatto 1 con il lancio per colpire e mi sono fatto del male da solo -_-) provocandogli una brutta ferita. Cadde a terra in un lago di sangue.

Duralch assistette a tutta la scena e incollerito, ma soprattutto mosso dal desiderio di aiutare il fratello tese l'arco all'inverosimile e scoccò. La freccia, con una potenza spaventosa, colpì in un occhio il leone che, assetato di vendetta, gli si avventò addosso azzannadogli il ventre.

Murtagh vedendo il compagno tra le fauci della bestia e non scorgendo alcuna traccia di Nardu concentrò la sua energia in un dardo incantato che si materealizzò a pochi centimentri da lui. Una parola e il dardo perforò la carne dell'animale.
Il leone lasciò cadere il povero arciere: le viscere dell'uomo erano riversate sul pavimento e stava morendo.

L'animale era bloccato nella stanza: troppo grosso per passare attraverso la porta, anche se un buon raggio vicino all'ingresso era minacciato dalle sue zanne.

Drazius utilizzò tutti i suoi poteri di guarigione per riassestare alla menopeggio il povero umano. Non riuscì a curare completamente le sue ferite però evitò che il ladro-guerriero lasciasse questo mondo riversato su un pavimento.

Murtagh continuava a scagliare una dopo l'altra tutte le tecniche magiche che conosceva distraendo lo sguardo dell'animale da Draugnim che raccoglieva arco e freccie del caduto.

Dopo molti colpi un dardo di gelo provocò una bruttissima ferita alla bestia proprio vicino alla gola nello stesso istante in cui la freccia scagliata da Draugnim peforava la trachea dall'altro lato.

L'animale si trovò impossibilitato a respirare e con un ruggito feroce cadde al suolo.

Esplose scagliando per la stanza una montagna di monete d'oro che furono raccolte dai compagni ancora coscienti.

Si accamparono nella stanza per medicare i fratelli in condizioni gravissime e appena si ripresero vennero a sapere delle monete d'oro lasciate dal mostro. questo bastò a fargli esclamare "Beh allora ne è valsa la pena!". Il bottino fu diviso in quattro parti uguali, visto che Drazius adempiva al suo voto di poverta e non nutriva nessun desiderio nel possedere oro o oggetti di valore.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 19:07




(...continua)

L'esplorazione di quel luogo continuava. Gli avventurieri erano sempre più logori esteriormente e soprattutto interiormente dato che il pensiero che in pochi giorni avevano rischiato la vita un numero esagerato di volte abbatteva i loro animi. I loro equipaggiamenti andavano consumandosi e le scorte di viveri calavano velocemente.
Nonostante questi lati negativi il bottino ricco ricompensava le fatiche e sapere che tutte le volte che non si era morti era stato grazie al sostegno dei propri compagni rafforzava moltissimo i legami che univano il gruppo, perciò sostenuti uno dall'altro continuarono ad avanzare.

Giunsero alle porte di una stanza dalla quale proveniva un sibilo terrificante.

Nardu entrò nuovamente per primo, la scoperta che ci sarebbe potuto essere un bottino ricco lo convinceva a compiere qualsiasi impresa.

Il mostro all'interno era un serprente dalle dimensioni gigantesche, aveva denti lunghissimi e affilatissimi ma era lento negli spostamenti.

Finantanto che il serpente si avvicinò il gruppo riuscì ad irrompere al completo nella stanza e si scagliò sulla creatura.

Nardu conficcò una buona metà della lama della sua spada tra le squame del serpente con un affondo potentissimo.

Draugnim tentò di emulare l'impresa ma il colpo fu meno potente e non riuscì a scalfire la pella squamosa dura come l'acciaio della creatura.

Il mostro colse l'occasione per mordere l'elfo che si scansò, ma purtroppo non abbastanza: un dente del serpente lacerò la carne di una gamba del guerriero. Fortunatamente il veleno non aveva fatto in tempo a trapelare e il druido rimase incontaminato.

Durlach scagliò un potente dardo ke ferì un occhio della bestia, nello stesso istante Murtagh scagliava un dardo magico nell'altra orbita rendendo la creatura ceca e in balia degli attacchi dei due guerrieri.

Draugnim cercando vendetta per la ferita subita colpì violentemente il collo del serpente con la spada recidendogli la gola.

Il mostro cadde a terra, immerso nel suo stesso sangue. Il gruppo si avvicinò per osservare meglio e trovò che dal ventre della bestia una grande quantità di monete d'oro si riversavano sul pavimento.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 23/4/2006, 19:44




(...continua)

Il gruppo era sempre più stremato per i continui sforzi e ormai il pensiero che la pietra non esista serpeggiava tra gli avventurieri. "Secondo me è un inganno, ci ha mandato a morire!"disse uno ma fu risposto "Ma che vantaggio ne avrebbe secondo te?" si inserì un terzo "Non ne ho idea ma per me se vogliamo sopravvivere dobbiamo andare avanti."

Avanzarono per un lungo corridoio che curvava più volte fino a che persero completamente la cognizione di dove si trovavano però la via finiva difronte ad un grande portone socchiuso. Strani rumori giungevano dalla porta. Entrarono.

Di fronte a loro due creature del caos, di dimensioni gigantesche e dall'aria minacciosa affrontavano a duello due Arconti.
Gli Arconti avevano l'aspetto di semi-angeli senza ali, agguerriti ma avvolti da un aura benevola. Si vedeva dal loro aspetto, ma soprattutto da come si muovevano e da come richiamavano energie arcane di natura sconosciuta, che il loro potere era oltre la concezione che potevano avere gli avventurieri della compagnia.

I due Esterni si liberarono delle bestie del caos senza molta difficoltà e si mossero in direzione del gruppo dei cinque.
"Chi siete?cosa fate in questo luogo?" chiese uno di essi.
Parlò Nardu "Siamo un gruppo di avventurieri in cerca di fortuna e tesori."
"In realtà stiamo cercando la pietra di Magnus che ci è stato detto che si trova qui." aggiunse Draugnim.
"Quella pietra è di nostra proprietà, non potete averla." quasi urlò un Arconte.
"Mi perdoni, ma io non conosco nemmeno la natura di questo manufatto, potrebbe spiegarla a me e ai miei compagni?" chiese Nardu.
"La gemma è appertunata ad un demone, rivale del nostro Padrone, noi siamo stati incaricati di recuperarla e per questo siamo qui." disse un Esterno.
"Potete darci una mano nella nostra impresa e tenere per voi ogni tesoro, tranne la pietra oppure opporvi a noi." aggiunse l'altro.
Il gruppo senza un minimo di esitazione dopo aver visto le capacità dei due esseri rispose "Vi aiuteremo volentieri."

Ad un gesto di un Arconte tutte le ferite e gli ammacchi, la stanchezza e la fatica sparirono dai corpi del gruppo di avventurieri.
Ad un gesto dell'altro Arconte l'energia magica e divina degli avventurieri aumentò.
Il gruppo fu pervaso da una sensazione di benessere e i loro corpi e le loro menti ne ottennero beneficio (il +1 ad una stat concesso dal master :P).

"Non temete ciò che vedrete e lottate senza risparmiarvi." ordinò un Arconte.
"Lo faremo!".

I due essere compirono un gesto simultaneo e il gruppo fu portato difronte ad un portone enorme d'ebano che ad un altro gesto degli Esterni si spalancò mostrando una cosa terrificante e al tempo stesso meravigliosa.

(continua...)

Edited by Nardu - 25/4/2006, 10:29
 
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Nardu
view post Posted on 24/4/2006, 12:03




(...continua)

Una creatuta maestosa, di dimensioni enormi, pericolossissima e assetata di sangue si mostrava a loro in tutto il suo potere. Era una Viverna.

I due Arconti in un istante si materealizzarono alle spalle della creatura e iniziarono ad attaccarla con mosse spettaccolari e fulminee.

Draugnim per primo impugnò saldamente il suo micidiale spadone e si lanciò alla carica frontale verso la creatura. Levò la lama e colpì. La pelle durissima del mostro attutì colpetamente il colpo senza subire alcun danno.

Durlach, senza avvicinarsi, incoccò la freccia, tese l'arco e scagliò il dardo ad una velocità impressionante verso una spalla del mostro. Colpì attraversando la dura pelle, ma la creatura sembrò non notare nemmeno il dardo.

Murtagh continuava a recitare tutte le formule magiche che gli venivano alla mente, ma i risultati sembravano alquanto inconsistenti.

Nardu emulò l'azione dell'elfo caricando senza pietà. La spada colpì con violenza la base di una zampa della Viverna attraversandone la carne. Sangue scuro iniziò a scendere dal taglio che però evidentemente non aveva danneggiato di molto l'animale che lo ignorò.

Drazius richiamò a sè i suoi poteri tentando di stordire la bestia, ma l'impresa si rivelò al di sopra delle sue capacità e fallì.

Il colossale rivale spalancò le fauci e emanò un terrificante grido di morte. Il terreno tremò, le orechie degli avventurieri iniziarono a perdere sangue, le loro armature si frantumarono in più punti, il soffitto tremò rischinado di cedere. Il colpo era stato durissimo per i guerrieri: il suono propagatosi per tutta la collina aveva causato un'onda d'urto spaventosa.

Uno dei due Arconti iniziò un canto soave. Un aura celestiale lo pervase e si diffuse tra il gruppo di avventurieri. I guerrieri che accompagnavano i due Esterni ebbero curate le ferite e il loro vigore tornò ai livelli massimi.

I due Esseri continuarono a colpire la Viverna alle spalle provocandole brutte ferite.
Il gruppo di avventurieri non si arrese ma persistette nella sua spaventosa lotta.

Draugnim colpiva con forza, accompagnato da Nardu. Molti colpi andavano a segno e provocavano tagli sanguinanti; altrettanti venivano respinti dalla dura pelle che fungeva da corazza per la creaura.

Murtagh tempestava di dardi, gelati o incantati, il mostro che non gli opponeva resistenza.

Drazius aveva inizitato a scaravantare i suoi minacciosi colpi contro il corpo del mostro e nonostante ogni mossa avrebbe potuto abbattere un leone o sfondare una parete la viverna incassava senza dargli molto peso.

Duralch tempestava di freccie la bestia provocando molte ferite ma nessuna letale.

La viverna continuava a emettere grida devastanti o con le ali possenti provocava correnti d'aria che facevano volare contro le parete gli avventurieri.

Tempestivamente gli Arconti riattoppavano magicamente le ferite del gruppo e continuavano ad attaccare senza pietà.

Improvisamente la viverna ruotò su sè stessa dando le spalle al gruppo di guerrieri; questi schivarono miracolosamente la sua possente coda e si tuffarono all'attacco, avvantaggiati della posizione sfavorevole del mostro.

La creatura guardando intensamente un Arconte pronunciò alcune parole arcane dal potere inimmaginabile. L'esterno si accasciò a terra con un lamento spaventoso e spirò.

Contemporaneamente il gruppo di avventurieri dava il meglio di sè per abbattere il mostro che stava iniziando a perdere una quantità incredibile di sangue dalle numerosissime ferite.

La viverna si voltò verso l'altro Arconte, proprio mentre questi emanava il suo potere guaritivo verso il gruppo di avventurieri, e pronunziò complicatissime formule magiche. L'Esterno, come il compagno prima, cadde a terra tra urla strazianti prima di morire.

Il gruppo di avventurieri era solo ma non si diede per vinto continò a infierire sul mostro il più violentemente possibile.

La bestia si voltò nuovamente verso gli avventurieri. Si alzò sulle zampe posteriori, aiutandosi con il battito d'ali, e poi si lasciò cadere sbattendo gli arti anteriori a terra. L'impatto fu durissimo, il pavimento si frantumò in più punti e i poveri compagni furono gettati all'aria con violenza.

Tutti si rialzarono immediatamente, anche se feriti in molti punti e stremati per lo sforzo, ma ormai era questione di poco: o sarebbero riusciti ad abbattere la creatura o sarebbero periti.

Nardu e Draugnim con un attacco congiunto colpirono violentemente la zona tra il ventre e il collo provocando un taglio profondissimo da cui fiumi di sangue colavano sul pavimento.

Durlach corse lungo il fianco della bestia scagliando numerose freccie in movimento che andarono a ferire il più punti il ventre robustissimo provocando brutte lacerazioni.

Drazius colpì con tutta la sua forza, con una sequenza di tecniche, un arto del mostro; un sonoro rumore di ossa che si spezzano fu udito per la stanza e le mani e le gambe del monaco non erano contusionate.

Murtagh partecipò a quest'azione congiunta lanciando un dardo magico in pieno volto alla creatura, penetrando nel cranio.

La viverna lanciò un grido fortissimo, un grido di dolore. Uno spaventoso tonfo accompagnò la caduta del corpo senza vita del mostro.

(continua...)

Edited by Nardu - 25/4/2006, 10:31
 
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Nardu
view post Posted on 25/4/2006, 10:20




(...continua)

I cinque compagni erano felicissimi di essere riusciti nell'impresa e pieni di soddisfazioni controllarono la stanza il cerca della gemma.
"Porco Beor!" imprecò Nardu.
Nella stanza non c'era traccia della gemma; l'unica cosa, oltre ai cadaveri dei due arconti e a quello della viverna, era l'ingresso ad un corridoio scarsamente illuminato.

Nonostante Draugnim avesse proposto di riposare e curare le ferite prima di proseguire, il gruppo, che si sentiva vicinissimo alla meta, imboccò il buio corridoio.
Era molto lungo e non molto largo. Avanzando le tenebre si diradavano con la comparsa di alcune torce accesse inserite negli appositi sostegni alle pareti.

Entrarono in una stanza, dove le obra facevano brutti scherzi a causa dell'illuminazione delle poche torce che non riusciva a contastare completamente le tenebre.
L'ambiente era molto grande, percorso da due file di colonne; dalla parte opposta rispetto al corridoio c'era un altare.
Grazie all'abile vista di Osiride, Nardu riferì ai compagni che in fondo alla stanza, sopra un altare, si trovava una pietre rosso sangue, probabilmente la pietra di Magnus; purtroppo tra loro e la pietra una figura molto grande, nasconsta dall'ombra, faceva da guardiano.

La creatura vedendoli estrasse un enorme spadone e iniziò ad avanzare verso di loro. Passando attraverso il cono di luce di una torcia rivelò il suo volto: aveva l'aspetto di un umano, ferito e mutilato.

Quando si fu avvicinato abbastanza emanò un fortissimo grido che travolse il gruppo di avventurieri.
Durlach e Murtagh che gia avevano subito duri colpi nel combattimento contro la viverna caddero a terra privi di sensi.

Nardu e Draugnim si avventarono sul mostro cercando di abbatterlo.

Nel frattempo Drazius impiegò le sue ultime energie magiche per rimettere in piedi Durlach che tra i due feriti era quello in condizioni migliori.

Dopo alcuni minuti di dura lotta, durante i quali i due guerrieri avevano ferito pesantemente il mostro, che continuava a fuggire per la stanza, Durlach riprese i sensi ma era ancora debole ed aveva bisogno di alcuni minuti di assestamento per potersi unire al combattimento. Drazius comunque si lanciò nella lotta per sostenere i compagni.

Il mostro riuscì a prendere le distanze ed emanò un altro grido potentissimo. Durlach che si stava ancora riprendendo fu scaraventato al muro e svenne nuovamente. Gli altri tre accusarono il colpo ma persistettero nella lotta.

L'inseguimento durò ancora molti minuti, durante i quali i tre amici continuavano a ferire la creatura, dopo di che un ennesimo grido li travolse in pieno e anche Draugnim cadde a terra sopraffatto.

Drazius e Nardu non volevano cedere e colpivano senza privazioni, purtroppo al quarto grido anche all'umano si annebbiò la vista e cadde in ginocchio.

Solo Drazius continuava nella sua lotta ma era intenzionato a non farsi sopraffare.

Il mostro lanciò un ultimo grido potentissimo ma il monaco oppose resistenza e restò in piedi, un attimo prima di tuffarsi con una scarica di pugni micidiali sulla creatura.

L'essere mostruoso cadde a terra con un lamento e spirò.

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 25/4/2006, 10:47




(...continua)

Drazius dove aver abbattutto la creatura si diresse verso l'altare con la gemma. Con fare molto circospetto la raccolse, senza toccarla direttamente, e la mise in uno zaino.

Raccolse i corpi dei compagni feriti, liberandoli dalle armature e occupandosi delle loro ferite.

Si stabilirono perciò intorno ad un bivacco per diverse ore, anche perchè la creatura aveva sbarratto con una lastra di pietra l'entrata alla stanza e non si vedevano uscite da quel luogo.

Dormirono a lungo, concedendosi un meritato riposo e quando si risvegliarono si sentirono più forti che mai e pronti ad ogni avversità.

Consumarono il pasto in silenzio, ognuno avvolto nei propri pensieri.
 
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17 replies since 21/4/2006, 22:58   206 views
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