Giorno Ventesimo del Settimo mese.
Albeggiava da poco. Gli avventurieri erano carichi e pronti ad esplorare nuove terre, affrontando ogni imperversità.
Viaggiarono per un ora e poco più giungendo in un luogo tenebroso. La zona era pervasa da un'atmosfera stagnante, la nebbia avvolgeva ogni cosa e rendeva difficile orientarsi. Il paesagio mostrava i tipici segni di un campo di battaglia: resti di armi e armature infrante, spesso indossate da scheletri, comparivano un po ovunque, freccie conficcate nel terreno o resti di mezzi di trasporto o fortificazioni decoravano la piana.
Avanzarono lentamente; fortunatamente Osiride sorvolava il gruppo e con la sua acuta vista da falco notò il colle, punto di riferimento del loro viaggio. Sapevano infatti che sopra il colle il generale delle armate del caos, Magnus, aveva avuto il suo campo base: decisero di muoversi in direzione di quest'ultimo ma trovarono qualcosa che tentò d'impedire la loro avanzata.
Il gruppo si fermò ad osservare la scena inquitante: un gruppo di ex-soldati si alzò impugnando le loro logore armi e indossando le semi-distrutte armature, erano non-morti, un bel gruppetto, intenzionato ad attaccarli.
Il gruppo di soldati intrapese un'avanzata, lenta ma decisa, in formazione sparsa.
Durlach immediatamente prese la mira con il suo enorme arco e scoccò: uno dei non-morti fu colpito in pieno petto, barcollò, ma si riprese continuando l'avanzata insieme al resto del battaglione.
I mostri avanzavano e Murtagh intervenne richiamando a se l'energia in un dardo gelido, contemporaneamente Nardu imitava le sue azioni, ma entrambi si deconcentrarono, probabilmente colpa dell'ambiente malsano che rendeva difficile rimanere lucidi e dispersero il loro potere inultilmente.
Draugnim, senza timore, si tuffò in una cieca carica (ahah ke battuta
) contro i cadaveri dei soldati che gli si paravano difronte impugnando l'alabarda. La spinta iniziale fu incredibile e l'elfo corse ad una velocità inaudita verso il bersaglio che, anche non potendolo vedere, sapeva esattamente dove si trovava. Al momento dell'impatto frontale l'alabarda del guerriero-druido schiantò contro l'armatura oramai consumata del non-morto perforandola e penentrando in profondità. L'elfo tirò un calcio al corpo della creatura, che cadde a terre esanime, estrando la sua arma.
La maggior parte degli ex-soldati continuò l'avanzata verso il gruppo incurante di tutto, tranne che per un paio che decisero di aggredire l'avventato elfo che li aveva caricati.
Nel frattempo Drazius mormorò alcune parole, rivolgendosi alla propria divinità e chiedendo aiuto. "...dammi la forza..." Un paio di artigli attraversarono la pelle che ricopriva le nocche del druido sbucando all'esterno minacciosi e micidiali.
Durlach, sempre divertito da questo, incoccò un altra micidiale freccia mirando ad un altro soldato, prese attentamente la mira, si concentrò e scoccò. Il bersaglio fu colpito e la freccia gli recise la gola, cadde a terra con un gemito strozzato.
Nardu, dall'indole irraconda, decise che era il momento di tuffarsi in mischia e soccorrere l'elfo che lottava in inferiorità numerica: caricò con una furia assassina, armato del suo spadone e appena raggiunse il suo nemico colpì senza pieta e con violenza inaudita. Il non-morto si ritrovò diviso in due parti quasi di netto e cadde a terra senza emettere un suono.
In quel momento l'elfo ingaggiava lotta con altri due guerrieri deceduti già una volta molto tempo fa ma accorse a soccorerlo l'altro fratello, Durlach. L'arciere prese nuovamente la mira indisturbato e scoccò: il dardò sfiorò il capo dell'elfo e si piantò nella fronte di uno dei due ex-soldati proprio mentre il druido decapitava l'altro con un colpo netto della sua alabarda. I due non-morti caddero a terra agonizzando.
Contemporaneamnete i rimanenti mostri si avvicinavano minacciosi al mago e al druido, il quale attendeva con ansia di infilare i propri artigli nella carne degli avversari, ma fu preceduto.
Murtagh concentrò gran parte del suo enorme potere ad un unico pensiero: fuoco. Le sue mani inizarono ad ardere, le protese in avanti e pronunciò una singola parola. A quel comando un cono di fiamme aggredì le tre creature ancora in vita avvolgendole senza pietà. Una di esse cadde all'istante mentre le altre due riportarono gravi ferite ma incuranti del dolore continuarono la loro inarrestabile avanzata.
Il turno del druido giunse e questi si lanciò sul primo non-morto conficcandogli le sue micidiali armi nel petto e senza perdere molto tempo si diresse subito sul secondo, mentre ancora il corpo del primo precipitava senza vita. Con la prima serie di artigli colpì il volto del soldato laceradongli la carne e con la seconda lo sventrò; questi si accasciò al suolo spacciato.
Il gruppo ne era uscito praticamente incolume se non fosse stato per qualche lieve ferita riportata dall'elfo che aveva ingaggiato il combattimento più faticoso di tutti.
Continuarono l'avanzata
(continua...)
Edited by Nardu - 25/4/2006, 10:15