[Ombre del Crepuscolo] Il Cavaliere Misterioso (5)

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Nardu
view post Posted on 10/5/2006, 17:40




Giorno Ventottesimo del Settimo mese.

Il gruppo, che ormai costituisce la nuova gilda delle Ombre del Crepuscolo, si sveglia di buon ora dopo aver dormito nell'atrio della loro sede, per terra.

"Cosa facciamo?"
"C'è sempre la biblioteca da smantellare!"
"Ah, gia! Ben detto!"
"Cosa ne facciamo dei libri?"
"Potremmo venderli..."
"Ma sei pazzo? E se sono illegali come quello che ci hanno fatto recuperare? Meglio bruciarli!"
"Sì bruciamoli, molto meglio."

Detto questo i cinque compagni si misero a smantellare la vecchia biblioteca della gilda ormai estinta bruciando i libri, tutti i libri, nella fucina dell'armeria, adattato a mo' di caminetto.

Nonostante sembrasse di piccole dimensioni la biblioteca era molto ampia e raggruppava una quantità incredibile di volumi, perciò, nonostante il lavoro di gruppo, ci vollero molte ore per potersi sbarazzare di tutti i volumi, anche a causa delle dimensioni discrete delle fucina, di certo non adatta a questo tipo di utilizzi.

A sera il lavoro era stato compiuto, non restava che disfarsi dei vecchi scaffali in legno ormai vuoti.
"Posso provvedere io a questo" disse Drazius.
Poche parole divine e il legno degli scaffali iniziò a mutare forma abbandonando l'aspetto di semplici scaffali per acquisire quello di letti.
Dopo pochi minuti cinque letti, costituiti di sole assi di legno, occupavano la vecchia biblioteca. Il gruppo utilizzò i propri giacigli da viaggio come materassi e il dormitorio allestito fu più che soddisfacente.
 
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Nardu
view post Posted on 10/5/2006, 17:55




Giorno Ventinovesimo del Settimo mese.

I componenti della gilda delle Ombre del Crepuscolo si destarono nel loro dormitorio, allestito la notte precedente.

Se volevano lavoro avrebbero dovuto publicizzare la loro attività perciò si divisero in gruppi, che percorrendo la città avrebbero sparso la voce della nascita della nuova cabala.
Contemporaneamente Nardu e Durlach si rivolsero ad un'agenzia di stampe per far realizzare dei manifesti da diffondere per la città.
"Cinquanta monete d'argento a manifesto stampato..."
"Ma è esagerato!"
"Usiamo tecniche moderne di stampa noi, ottima qualità in poco tempo."
"In ogni caso è troppo costoso, arrivederci."
Visto l'esito negativo ottenuto con l'agenzia di stampe il fratello minore si incaricò di disegnare alcuni manifesti, non in gran numero purtroppo, da affiggere nelle locande più in vista della città in modo da rendere pubblicità alla loro nuova cabala.

I cinque compagni, senza nessun problema, convinsero gli oste delle taverne più frequentate a concedere il permesso per poter appendere alle pareti il loro manifesto e così prima di metà giornata almeno parte della città avrebbe avuto la possibilità di veniore a conoscenza dell'esistenza della gilda delle Ombre del Crepuscolo.

Per il resto del giorno i componenti della cabala rimasero nella loro sede ad allenarsi attendendo un'incarico fino a tarda sera.
 
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Nardu
view post Posted on 10/5/2006, 19:09




Giorno Trentesimo del Settimo mese.

Un frastuono proveniente dall'esterno destò gli appartenenti della gilda che dormivano sogni tranquilli nel dormitorio.

Dopo pochi attimi, necessari per vestirsi e rassestarsi, il gruppo era gia fuori dalla sede della gilda.
Una moltitudine di persone correva verso la piazza, non se ne sapeva il motivo, ma qualcosa stava accadendo.
Fermare dei passanti non servì a nulla perciò il gruppo si incamminò verso la piazza anch'esso.

Giunsero dove la gente si accalcava e videro una statua, uan di quelle monumentali che decorava la piazza, prendere vita e trasformarsi in un cavaliere dall'armatura splendente.

Il cavaliere misterioso si incamminò seguito a breve distanza dalla folla dirigendosi verso il palazzo reale.
Giunto alle porte dell'edificio chiese di prendere udienza con il sovrano e gli fu concesso di oltrepassare i cancelli dell'edificio.

La folla vedendo la figura misteriosa entrare nel palazzo reale si disperse ma i componenti delle Ombre del Crepuscolo rimasero a raccogliere informazioni dai passanti, dalle guardie e dai negozianti, ma nessuno sapeva nulla.

Ormai rassegnati i componenti del gruppo decisero di tornare alla sede gilda quando un uomo uscì dal palazzo reale.

"Cerchiamo guerrieri che siano disposti a partecipare al torneo che si terrà domenica prossima!"
Subito Drazius e Draugnim raccolsero informazioni: il tornero serviva a stabilire il gruppo di eroi che avrebbero presoo parte ad una missione segreta e d'importanza vitale.

Decisero d'iscriversi e visto che era Martedì i componenti della gilda passarono i quattro giorni prima dell'evento ad allenarsi chiusi nel loro covo.
 
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Nardu
view post Posted on 11/5/2006, 18:03




Giorno Terzo dell'Ottavo mese.

Il gruppo di amici si svegliò dopo aver dormito tranquillamente tutta la notte di un sonno profondo e ristoratore. Era ormai mattino inoltrato, ma nessuno se ne rese conto. I combattenti si vestirono ed armarono di tutto punto pronti ad affrontare il grande torneo al quale si erano preparati per gli ultimi quattro giorni. Uscirono dalla sede della gilda e si accorsero di una cosa gravissima: il sole aveva passato da poco lo zenit, il torneo era ormai probabilmente finito.

Corsero verso il palazzo reale e quando arrivarono notarono una folla di persone che acclamava qualcuno, probabilmente i vincitori del torneo tenutosi durante il mattino.
Facendosi spazio tra la folla i membri della cabala delle Ombre del Crepuscolo riuscirono ad avvicinarsi ai "campioni" del torneo: era un gruppo di paladini, probabilmente si trattava della gilda degli eroi della capitale.

Nardu con fare alquanto spavaldo si avvicinò ad un paladino.
"Cosa è successo qui?"
L'individuo abbastanza infastidito dalla presenza del guerriero-stregone si presentò come il campione del torneo.
"Sfidate me e la gilda delle Ombre del Crepuscolo se siete così valorosi."
"Noi abbiamo vinto legalmente, non abbiamo bisogno di dimostrare altro."
"Codardi! Non avete il coraggio di affrontarci!"
Ferito nell'orgoglio il paladino accettò di combattere un duello contro Nardu.

Tutti i compagni paladini iniziarono a formulare numerosi incantesimi e una miriade di auree magiche avvolsero il capo della gilda degli eroi.
Allo stesso modo Draugnim, Drazius e Murtagh richiamarono tutti i loro poteri per donare a Nardu una forza e un'agilità inimmaginabili.

Lo scontro tra il paladino e il guerriero ebbe inizio.
Nardu agevolissimo nei movimenti e scattante si avventò sul paladino colpendolo in un affondo che lacerò del malcapitato e gli procurò una ferita sanguinante.
Il paladino in risposta tentò di colpire Nardu che però schivò agilmente.
Senza indugiare il guerriero sfregiato calò un fendente sulla spalla del paladino procurandogli un profondo taglio.
L'eroe in risposta passò la sua mano sulla spalla ferita e in un secondo ogni traccia dal danno era sparita.
Nardu, senza darsi per vinto, si lanciò in un ennesimo attacco che purtroppo fu facilmente eluso dall'avversario che ne approfittò per librarsi in aria. Un aura rosso fuoco avvolse il guerriero a mezz'aria dopo di che la sua lama divenne color carminio.
Per nulla impressionato lo sfregiato si lanciò all'attacco con una nuova furia ma nuovamente fallì nel suo intento.
Il paladino, ormai deciso a eliminare il suo avversario, scagliò una seria di colpi micidiali e precisi sul povero guerriero-stregone che indietreggiò ferito in più punti; ormai doveva giocarsi il tutto per tutto e perciò si lanciò in un affondo improvviso e avventato. La lama andò a a conficcarsi nel cranio del paladino (DOPPIO 20!!!) che cadde a terra privo di vita con un ultimo gemito.

Nardu aveva vinto.

(continua...)

Edited by Nardu - 11/5/2006, 22:13
 
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Nardu
view post Posted on 11/5/2006, 22:10




(...continua)

Un uomo dall'aspetto raffinato e con un modo di fare molti si curo e deciso si avvicinò al vincitore del duello.
"Complimenti! Hai sconfitto il più forte dei paladini della gilda degli eroi! Chi sei?"
"Il mio nome è Nardu Arsareg, membro della gilda delle Ombre del Crepuscolo, per servire..."
"Come hai fatto a sconfiggere un cos' potente guerriero? Da dove vieni? qual'è la tua storia?"
"Sono cresciuto impugnando la spada e questo ha segnato la mia vita; ma non è solo merito mio, devo molto ai miei compagni, ai membri della gilda delle Ombre del Crepuscolo."
"Chi sono costoro?"
Nardu indicò i suoi compagni, che lo avevano assistito e avevano mantenuto il fiato sospeso incitantolo per tutto il combattimento, mentre si avvicinavano.
Nessuno aveva riconosciuto la figura tranne Murtagh che appena scorse l'uomo da più vicino si inchinò "Mio Signore..."
Fulminato dal pensiero di avere di fronte il sovrano di Bretonnia Nardu si inchinò a sua volta, emulato dai compagni, prestando omaggio "Per servirla mio Sire..."

Il sovrano di Bretonnia si avvicinò al gruppo di combattenti, seguito da un servo, e rivolgendosi ad ognuno di loro diede dei doni.
"Ecco questi occhiali dai grandi poteri, potranno tornarti utili" disse rivolto a Murtagh.
"In questa boccetta è racchiuso il veleno di viverna, fanne buon uso" disse a Duralch.
"Questa pozione guarisce le più profonde ferite, usala con saggezza" sussurò parlando con Drazius.
"Prendi questo martello magico e battilo su un'arma per renderla letale" ordinò a Draugnim.
"E tu, eroe del momento, cosa desidereresti?"
"Mi piacerebbe ricevere una spada eccelsa..." e gurdando la lama al fianco del cadavere del paladino Nardu aggiunse "...come quella, affilatissima e leggerissima, ma non vorrei osare troppo."
"Prendila, te lo sei guadagnato!"

"Ricordate...domani mattiva vi attendo al mio palazzo, una grave missione vi attende, posso contare sul vostro valore?"
"Ci saremo, Sire."

Nardu si diresse subito da un abile fabbro dove, dopo aver venduto la sua vecchia spada, si fece affilare la nuova lama, partecipando egli stesso ai lavori, in modo da ottenere un arma affilatissima e letale.

Draugnim e Drazius si diressero alla gilda dove passarono buona parte del tempo ad allenarsi in vista della pericolosa missione che li attendeva.

Murtagh dopo aver girovagato per la città, visitando vari negozi di magia e d'abbigliamento, tornò alla casa a mani vuote alquanto deluso.

Durlach si diresse invece in una delle scuderie più grandi della città ove acquistò un cavallo dall'aspetto meraviglioso che sarebbe diventato il suo nuovo compagno.

A sera il gruppo festeggiò in una delle più sfarzose ostrerie della Couronne organizzando un maestoso banchetto.
Dopo i festeggiamenti il gruppo tornò alla sede della gilda per godersi il riposo prima di tuffarsi nella nuova misione.
 
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Nardu
view post Posted on 11/5/2006, 22:35




Giorno Quarto dell'Ottavo mese.

Al mattino i membri della cabala si alzarono di buon ora e si prepararono.

Dopo colazione si diressero al palazzo del re dove il sovrano stesso li accolse.
"Sapevo che sareste venuti"
"Può dirci cosa dovremmo fare?"
"Certo. Ad Est, nelle paludi, si dice sia risorto un paldino del caos che semina distruzione e morte attaccando i nostri confini, bisogna eliminarlo."
"Cosa può dirci della statua che l'altro giorno è venuta qui a palazzo?"
"Era un messaggero che ci ha avvertito del pericolo, dopo di che si è polverizzato"
"D'accordo, elimineremo questo paladino del caos, può fornirci dell'equipaggiamento e dei cavalli?"
"Certamente, parlate al con il mio ciambellano di corte"

(continua...)
 
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Nardu
view post Posted on 16/5/2006, 18:39




(…continua)

Un uomo dall’aspetto socievole, di costituzione robusta e con un sorriso rassicurante si avvicinò. Fece strada parlando con tono affabile “Da questa parte signori…”
Il ciambellano iniziò a percorrere il palazzo reale conducendo gli avventurieri lungo un corridoio ivi si trovava l’armeria personale del sovrano.

“Messere…” disse rivolto a Durlach “…come posso aiutarla?” ma notando subito l’arma dell’uomo aggiunse “Un arciere! Bene bene, vada per quella porta…”
Durlach seguì il consiglio della loro guida e si divise dal gruppo che proseguì lungo il corridoio.

“Signor elfo di mezzo-sangue…” quasi sussurrò il ciambellano con un tono meno gentile rispetto a prima “…può attraversare quella porta, troverà ciò che le serve.”
Drazius eseguì senza obbiettare.

“Lei signore che porta il cappuccio…” disse a Draugnim senza guardarlo “...di cosa ha bisogno?”
“Sono un guerriero, qualsiasi cosa possiate offrirmi sarà ben accetta.”
“Bene allora attraversi la prossima porta a destra, troverà ciò di cui ha bisogno.”
Draugnim senza farselo ripetere varcò la soglia designata.

“Per lei signor…?” disse rivolgendosi direttamente al mago che rispose “Murtagh, il mio nome è Murtagh.”
“Bene signor Murtagh, vada in quella stanza là, troverà la nostra sartoria e molto altro.” accentuò le ultime parole con un tono bizzarro.
Il mago-stregone, avido di ricevere la sua parte, si precipitò nella stanza.

“Eccoci soli, mio eroe! L’ho vista lottare l’altro giorno: emozionante. Mi segua, ho una cosa particolare per Lei, sperando sia di suo gradimento.”

Durlach entrò in una stanza molto grande, alle pareti numerosi archi e balestre, faretre pien di dardi, pugnali e coltelli, armature leggerissime e mantelli erano sistemati su scaffali, o agganciati alle pareti oppure depositate sugli appositi sostegni.
In fondo alla stanza un uomo lo stava aspettando guardandolo; Durlach vi si avvicinò.
“Ho ciò che fa per lei…” disse immediatamente l’individuo, prima che l’arciere ebbe il tempo di fiatare, e si voltò dirigendosi verso un angolo della stanza.
L’armiere raccolse un arco, che era appoggiato su un piedistallo, e lo porse a Durlach che lo ammirò stupefatto sfiorandolo con le mani. L’uomo si accorse che l’arma era leggerissima quando la prese in mano. Era di legno, molto flessibile e resistente, color verde smeraldo, inciso e decorato in modo da formare forme impercettibili nel dettaglio, ma eccelse nel complesso. La corda era di metallo, resistente ed elastica. Tendere quell’arco non era un’impresa alla portata di chiunque ma la gittata dell’arma era spaventosa.
“E’ un arco elfico, spero possa soddisfarti.”
Durlach era entusiasta del dono ricevuto e si stupì non poco nel vedere l’armiere che gli porgeva un’armatura dicendo “Ecco indossa questa…”
Durlach la prese e la indossò facilmente, gli aderiva completamente al corpo. Leggerissima l’armatura era di color nero come la notte con alcune decorazioni rosso fiamma; alle spalle due alette davano un aspetto inquietante all’ombra di colui che la indossava. L’arciere equipaggiato del suon nuovo arco e con indosso l’armatura splendente era pronto ad affrontare ogni avventura.

Drazius entrò in una stanza molto semplice, di non grandi dimensioni e scarsamente decorata. Alle pareti numerosi abiti, tuniche, qualche cotta di maglia erano sistemati su scaffali. Si trovavano anche numerosi sferrapugni, bastoni e altre armi semplici.
Seduto su una sedia di fronte ad un tavolo, dando le spalle alla porta d’ingresso e al mezz’elfo, un uomo attendeva con pazienza.
Drazius, dopo essersi avvicinato, salutò educatamente “Saluti signore”
“Eccola sir, la stavo aspettando, prenda.” e senza voltarsi raccolse dal tavolo che aveva di fronte una cotta di maglia e la porse al monaco.
Drazius la indossò sotto la tunica: era più leggera di un vestito ma più resistente dell’acciaio. Le maglie fittissime risplendevano come l’argento e una croce greca decorata posta sul petto ornava l’indumento.
“Onorato da questo dono…”
“E’ una cotta di maglia elfica, che ti protegga in caso di bisogno!”
Dopo di che prese un paio di guanti scuri, molto soffici internamente e resistenti esternamente e li porse al mezz’elfo “Il mio sesto senso mi dice che le saranno molto utili.”
Drazius ringraziò onorato.

Draugnim si diresse verso la porta indicatagli ed entrò: la stanza era abbastanza grande ma quasi del tutto spoglia. L’elfo avanzò con passo incerto ascoltando con orecchio attento la descrizione che il suo compagno animale, Iside, gli forniva: numerose pelli e squame occupavano alcuni banchi da lavoro lungo le pareti, qualche armatura dagli strani colori e dalle strane forme era appoggiata su appositi sostegni. Il guerriero-druido continuava ad avanzare, sotto indicazione del suo compagno, in direzione dell’unico individuo presente nella stanza.
L’uomo, un abile acconciatore di fama, accolse Draugnim con un sorriso “ho proprio qualcosa per lei, signore!” e gli porse una fantastica armatura in pelle, leggerissima, ma dall’aspetto molto diverso da una normale armatura in pelle.
Il druido la prese in mano e la indossò sotto il mantello, aderiva ottimamente al suo corpo e non dava alcun peso ne ne impediva i movimenti in alcun modo; apparentemente resistente come l’acciaio portava sul dorso e lungo i fianchi alcuni simboli arcani che solo lo stesso Draugnim avrebbe potuto riconoscere, se avesse avuto il dono della vista.
“E’ di fattura elfica, per quanto io mi impegni quella razza è sempre la migliore in questo genere di cose, spero le possa essere utile…” disse l’uomo ignaro di parlare ad un vero e proprio elfo.
Draugnim ringraziò e si congedò, entusiasta del suo dono.


Murtagh attraversò una porta in ciliegio di ottima fattura e si trovò immerso in un altro mondo. La stanza dove lo stregone era entrato era piccola e stipata, un deposito stracolmo e disordinato di oggetti dalle forme e dai colori stranissimi. Il mago si fece largo a fatica tra le centinaia di oggetti, armature, bacchette, sfere di cristallo, pozioni e tuniche e raggiunse un individuo dall’aria bizzarra. Costui indossava uno stranissimo cappello a punta, una tunica lunghissima blu superata in lunghezza solo dalla sua barba bianca, tra le mani impugnava un lungo bastone di legno non lavorato che però emanava uno stranissimo potere che si diffondeva nell’aria.
“Eccola messere…” subito si volse e raccolse una veste bellissima.
La tunica era di un verde smeraldo, poco intenso, con delle iscrizioni runiche in oro e i finimenti decorati sempre in oro, molto leggera e Murtagh la indossò con avidità, anche se un po’ deluso: dopo aver visto tutte quelle meraviglie in quella stanza la sua tunica sembrava ben poca cosa.
“E’ una tunica elfica di gran potere, siate onorato di averla!” sussurrò l’individuo misterioso come se leggesse nel pensiero.
Subito dopo gli porse un piccolo scudo in legno grezzo; il mago-stregone lo prese indossandolo con aria incerta.
Subito l’uomo dalla lunga barba pronunziò alcune arcane formule e sul retro dello scudo di Murtagh comparvero le parole che permettevano di lanciare un grande incantesimo.
“Scudo dell’Incantatore è il suo nome, può racchiudere in sé l’energia per lanciare un qualsiasi incantesimo, fatene buon uso.”
Armato di scudo, l’uomo se ne andò.


Nardu seguì il ciambellano fino all’entrata di una stanza chiusa a chiave; l’uomo aprì la porta ed attese che il guerriero oltrepassasse la soglia per richiuderla subito dopo.
La guida iniziò a percorrere la stanza seguita del suo ospite. Lungo quello che sembrava un corridoio infinito comparivano manichini con indosso armature spettacolari: completi nanici più resistenti delle squame di drago e tute elfiche più leggere di una foglia, armature e scudi colore nero o rosso fuoco e cotte di maglia d’argento e oro. Ogni manichino era equipaggiato con le migliori armature che Nardu avesse mai sognato.
Il ciambellano non si fermava, anche se rallentava il passo ogni volta che lo stregone-guerriero rimaneva ammagliato nell’osservazione di quelle meraviglie, aspettandolo.
Dopo una lunga sfilata di meraviglie dell’arte elfica, nanica, umana e di chissà quale altra razza il ciambellano si fermò indicando al suo compagno un manichino.
“Le piace mio signore?”
L’armatura era d’argento con i finimenti in oro, un’aura quasi impercettibile bianco-azzurro l’avvolgeva dando l’impressione che il manichino fosse un essere soprannaturale.
“E’ bellissima…” sussurrò Nardu.
“Bene, faccia alcuni passi avanti allora, la prego.”
L’umano dal volto sfregiato fece un paio di passi avanti ed una luce bianca lo avvolse. Svanito il bagliore Nardu vide che il manichino ora era spoglio, ma lui stesso indossava l’armatura.
Era leggerissima, non impediva in alcun modo i movimenti e nonostante ciò era di una robustezza impressionante. Aderiva completamente al corpo i tutte le sue forme e poteva essere tranquillamente indossata sotto i vestiti da viaggio senza essere notata.
“E’ un armatura angelica…” disse il ciambellano.
Nardu con in mano lo spadone color carminio e indosso l’armatura angelica assumeva l’aspetto di un vero vendicatore divino sceso in terra per mietere vittime.

(continua…)

Edited by Nardu - 16/5/2006, 21:15
 
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Nardu
view post Posted on 16/5/2006, 18:50




(continua...)

Il gruppo di guerrieri ringraziò di cuore il sovrano che li fornì di cavalli e li salutò prima della loro partenza in direzione delle grandi paludi ad est.

Viaggiarono a gran velocità e farmandosi il meno possibile giungendo a destinazione tre giorni dopo.
 
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Nardu
view post Posted on 16/5/2006, 18:53




Giorno Settimo dell'Ottavo mese.

I componenti della gilda delle Ombre del Crepuscolo raggiunsero la grande palude e subito si misero sulle tracce del paladino del caos o della Caverna dell'Incarnato in cui si sarebbe potuto nascondere.

La zona era una grande palude dall'aspetto inquietante e poco invitante. La vegetazione era scarsissima e non c'era nessuna traccia di esseri viventi o non.
Una coltre di nebbia oscurava in parte il sole dando un aspetto molto spettrale al luogo che però non intimoriva il gruppo di esploratori che perseverava nelle ricerche.
In molti punti il terreno diventava molle, cedevole e inconsistente creando delle trappole mortali; fortunatamente tutti i membri del gruppo prestarono grande attenzione evitanto pericoli inutili.

Tutto il giorno venne trascorso in quel luogo malsano abitato solo da insetti e la ricerca non portò a nessun frutto.
Nessuna traccia di grotte, caverne, guerrieri del caos, paladini corrotti o di minaccie in genere.

A sera il gruppo gestì i turni di guardia e si accampò nella palude.

Edited by Nardu - 16/5/2006, 19:55
 
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Nardu
view post Posted on 16/5/2006, 19:03




Giorno Ottavo dell'Ottavo mese.

La notte era trascorsa nella tranquillità più assoluta che una palude può offrire; nessuna traccia di qualsiasi minaccia.

Nardu perciò dopo colazione estrasse la mappa e la stese tra i suoi compagni.
"Non c'è nulla qui cosa possiamo fare?"
"Attraversiamo il fiume e andiamo di la."
"Ma senza imbarcazioni e senza guadi è difficile..."
"Esatto! Ed inoltre la corrente è molto forte e il fiume molto largo."
"Hai ragione..."
"Gurdate qui sulla mappa, a sud c'e' un forte reale!"
"Potremmo andare là e chiedere informazioni sul paladino del caos."
"E magari farci rifornire di razioni di cibo dato che lavoriamo per conto del Re e ormai le nostre riserve sono quasi del tutto esaurite."
"D'accordo, andiamo al forte allora..."

Il gruppo si incamminò, ma ci impiegò molto più tempo per giungere a destinazioe rispetto a quanto avrebbero immaginato.
Infatti dovettero spendere molto tempo per procurarsi cibo con la caccia e la raccolta e la strada inizialmente molto agevelo si presentò sempre più impervia man mano che ci si alzava di quota dato che il forte si trovava a cavallo di una catena montuosa.
 
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Nardu
view post Posted on 16/5/2006, 19:14




Giorno Undicesimo dell'Ottavo mese.

Giunsero al forte dopo tre giorni di viaggio.

Le porte massicce della grande fortezza si aprirono di fronte loro ed accoglierli trovarono lo stesso capo dei paladini del luogo.

"Salve viaggiatori, cosa vi porta a questa fortezza?"
"Siamo agli ordini del Gran Re, siamo stati inviati per difendere i confini dalla minaccia del Paladino corrotto."
"Che paladino? Che minaccia? Noi non ne sappiamo nulla. Qui è tutto tranquillo."
"Nessune esrcito del caos minaccia i confini delle paludi?"
"Mi spiace messeri ma qui non è giunta alcuna notizia, noi controlliamo i confini da sud e non da est, non saprei come aiutarvi..."
"D'accordo, non si preoccupi."
"Scusi, può indicarci dove di trova la Caverna dell'Incarnato qui sulla nostra mappa?"
"La Caverna dell'Incarnato? Ma è solo una leggenda..."
"E cosa dicono le leggende? Ormai sono la nostra unica speranza..."
"Secondo la leggenda...Fatemi ricordare...Secondo la leggenda la Caverna dell'Incarnato sorge al largo del Mare dell'Artiglio qui a Nord..."
"Nessuno qui al forte è abile nella navigazione? Avete per caso delle imbarcazioni?"
"Avete intenzione di seguire la leggenda? Per me siete dei folli! In ogni caso siamo in alta montagna, nessuno ha imbarcazioni qui e sa navigare, dovreste dirigervi nelle terre dell'Impero."
"Grazie infinite per le informazioni, gliene siamo grati!"
"Ah scusi, un ultima cosa: siamo ormai a corto di cibo, non potrebbe riempire i nostri zaini con delle razioni da viaggio?"
"Nessun problema per questo" e chiamò un paladino che offrì loro tutte le razioni che riuscirono a caricare nei loro zaini.
 
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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 12:17




Giorno Dodicesimo dell'Ottavo mese.

"I drudi, una stirpe di Difensori dai poteri inimmaginabili, grazie alle loro capacità e alla loro simbiosi con il mondo naturale riescono ad affrontare situazioni impossibili con facilità" disse tempo fa un vecchio capo druidico.
In questo giorno Drazius dimostrò come questo vecchio detto sia veritiero.

Il gruppo era tornato al fiume in mezzo alla palude, volevano attraversarlo per potersi dirigere nelle terre dell'impero e poter quindi cercare un'imbarcazione.
Il fiume era molto ampio, troppo, e la corrente decisamente forte, quindi attraversarlo a nuoto sarebbe stato impossibile. Non c'erano punti di guado o ponti per molti chilometri.

Drazius perciò ebbe un'idea: "Allontanatevi..."
Il druido si avvicinò all'acqua con il capo chino e, quando fu giunto quasi a toccare con i piedi la superficie bagnata del corso, si tolse il cappuccio.
Mormorando parole in una lingua, che probabilmente solo Draugnim capì, Drazius iniziò a levare le mani verso il cielo, molto lentamente.
Le onde iniziaron oa cambaire direzione, partivano dal monaco e si propagavano verso la sponda opposta, sempre più intensamente.
Improvvisamente il druido lanciò un grido intenso stendendo le braccia in uno scatto e all'istante un'enorme onda prese forma esattamente di fronte a Drazius per poi calare sulla sponda opposta.

Non era acqua normale: era solida e il gruppo la utilizzò per attraversare il grande fiume in pochi minuti.

(continua...)


Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:42
 
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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 12:45




(...continua)

Nell'altra sponda il paesagio era nuovamente paludoso.
Il gruppo di aventurieri avanzò fino ad uscire dalla palude e poi si accampò mandando in esplorazione Osiride e Iside.
"Torneranno quando troveranno una città"

Mentre Durlach e Drazius rimasero intenti alla ricerca di cibo per il aumentare le scorte Draugnim e Nardu lottarono per allenamento.
Murtagh trascorse il tempo ad allenare i propri poteri magici.

Dopo cena proseguirono le lezioni di elfico tenute da Draugnim che si prolungarono fino a tarda notte dopo di che vennero stabiliti i turni di guardia.
Il primo turno lo avrebbero fatto Drazius e Murtagh, mentre il secondo Nardu e Durlach. Draugnim non veniva contato dato che il suo falco era in esplorazione e lui da cieco avrebbe potuto essere ben poco utile.

Passarono al massimo un paio d'ore: Durlach e Nardu riposavano attendendo il loro turno di veglia, Draugnim dormiva tranquillo e le due sentinelle, Murtagh e Drazius, fallirono nel loro compito abbandonandosi al sonno.

Dopo quattro ore di sonno Draugnim si svegliò dal suo riposo, purtroppo essendo cieco non notò ciò che era successo all'accampamento.
 
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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 12:47




Giorno Tredicesimo dell'Ottavo mese.

Nardu si destò poco prima delle dieci del mattino, nessuno lo aveva chiamato a svolgere il suo ruolo di sentinella.
Appena i suoi occhi si abituarono alla luce notò che il suo zaino non era più al suo posto. Controllò meglio l'accampamento ma oltre a non trovare il suo notò che anche gli altri zaini erano spariti.
Chiamò subito i suo compagni svegliandoli e si accorse che le sue sentinelle avevano dormito al posto di fare la guardia e per colpa loro erano stati derubati.
"Il mio libro degli incantesimi!" urlò Murtagh "Era dentro alla mia borsa!"

Pochi minuti dopo tornarono i due falchi a riferire che a tre giorni di viaggio distava la città più vicina, in direzione nord-est.

Durlach, esperto cacciatore e ladro, si mise a cercare eventuali tracce lasciate dai loro rapinatori e fortunatamente ne trovò; subito Osiride fu mandata all'inseguimento dei rapinatori che avevavo molte ore di vantaggio su di loro.

Il gruppo salì in sella e iniziò il viaggio: la traccie andavano in direzione della città di cui prima avevano riferito i due falchi.

Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:42
 
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Nardu
view post Posted on 21/5/2006, 13:18




Giorno Quindicesimo dell'Ottavo mese.

Il gruppo dopo due giorni di marcia forzata dovette riposare. Erano nei pressi della città dove, secondo le tracce, i rapinatori si erano nascosti.
Osiride era tornata all'accampamento per riposare.
Il lupo di Drazius fu messo a fare la guardia alle due porte della città per un controllo almeno parziale.

Tutti contribuirono in modo da procurare più cibo possibile per il gruppo che era senza scorte.

L'indomani si sarebbero diretti nella città per cercare traccie dei rapinatori e vendicarsi, oltre che recuperare i propri averi.

Edited by Nardu - 5/8/2006, 17:42
 
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