[D&D - Ricordi dal Passato] Eronor

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Eronor
view post Posted on 5/7/2008, 17:13




Eronor, guerriero nato un piccolo villaggio nel nord del paese, in giovane eta' decide di perfezionare la sua arte della guerra, entra in sintonia con la propria arma e allena il suo corpo .
Nell'esercitarsi nella propria 'arte' pero', si rese conto che la sua vita, chiuso in quel piccolo villaggio, non era quello che realmente voleva, ma non sapeva ancora cosa realmente volesse.
Quindi viaggio', dal piccolo paese sperduto, ando' a sud, verso la citta' piu' grande nelle vicinanze. Fu allora che, nel viaggio, si trovo' costretto a passare su un ponte, l'unico nel raggio di chilometri.
Trovo' pero' due persone a sbarrare la strada:
"Vuoi passare su questo ponte?" disse la prima guardia
"Si, sussisterebbe qualche problema se lo facessi?" rispose il giovane
"Assolutamente no, basta che tu ci dia tutto l'oro che porti appresso" disse la seconda guardia, con un sorriso beffardo accennato sul volto
"Illusi, per prendere il mio oro dovrete uccidermi" disse Eronor, estraendo l'arma dalla fodera
Due contro uno, il combattimento si sarebbe rivelato disastroso, se non fosse per il duro allenamento a cui si era sottoposto il combattente.
La prima guardia estratte l'arma e con una, che sembro' al giovane, goffa corsa, tento' un colpo all'altezza del collo. Per Eronor era tutto prevedibile, con la spada paro' il colpo, lasciando di stucco l'aggressore,
e costrinse l'avversario a indietreggiare, aprendo la sua difesa e affondando la lama nella carne. Mentre l'avversario moriva, lo guardo' negli occhi e percepi' la sua sofferenza, e questo lo rese particolarmente felice.
Nel frattempo il secondo bandito aveva estratto anch'esso la propria arma e provo' ad appofittare del momento, ma per sua fortuna Eronor aveva allenato tutti i sensi, senti' i passi del nemico sopraggiungere da destra, guardo' con la coda dell'occhio, "Banale....." penso' il giovane, "un altro attacco diretto al mio collo, non sanno veramente fare di meglio". Schivo' il colpo con facilita' e vide un apertura sul fianco sinistro del brigante. Approfitto' dell'occasione e vibro' un colpo. La lama si infilo' appena sotto le costole del nemico, spezzandogli il fiato. Guardo' anche questo nemico negli occhi e gioģ della sua agonia. Quando anche il secondo brigante lascio' questo mondo, estrasse la spada dal corpo e se ne ando' in direzione della grande citta', senza preoccuparsi di chi l'avesse visto combattere.
Quel viaggio gli aveva aperto la mente, lui DESIDERAVA uccidere, DESIDERAVA percepire l'agonia di tutto quello che la sua lama abbateva.
Ma a differenza di un banale assassino, voleva combattere, voleva vedere la propria vittima lasciare questo mondo, per dimostrare di essere il MIGLIORE.
Durante il viaggio passo' in un villaggio, molto piccolo, e con, affacciato alla piazza, una locanda. Il sole non era ancora calato ma decise di fermarsi li, la prossima fermata era la grande citta' e quello era l'ultimo posto dove poteva riposare.
Era passata qualche ora quando la locanda si agito'. Infastidito dalla confusione fini' di bere e sali' nella propria stanza. Si sdraio' sul letto e provo' a dormire ma la confusione nella sala da pranzo lo rendeva impossibile, quindi decise di scendere e vedere cosa stava succedendo. Mentre scese le scale, il tranbusto si tranquillizzo. Arrivato nel grande salone lo colpi' un umano, abbastanza anziano, con una lunga pergamena che si procinse a leggere. Si sedette quindi ad un tavolo e inizio ad ascoltare.
Quella che stava leggendo era una poesia, e non una poesia qualsiasi, quella poesia parlava di un uomo che uccise due briganti. Si, certo, quella poesia parlava di lui!
Si guardo' intorno e vide tutti gli osservatori ammirare non tanto il vecchio bardo, ma lui, il soggetto della storia!
Penso' ai suoi sogni di gloria, tutti DOVEVANO sapere il nome del MIGLIORE nella arte della spada, tutti, nessuno escluso.
Nel frattempo il vecchio bardo lesse un altra composizione, ma non ci fece caso, penso' infatti a come rendere consapevoli tutti della propria gloria. Ad un certo punto l'illumunazione, certo, la soluzione l'aveva davanti ai propri occhi! Doveva imparare a raccontare storie, a convincere la gente.
Aspetto' la fine delle composizioni e, mentre saliva le scale, lo fermo'.
"Vi prego, INSEGNATEMI!" disse il giovane
"Scusate, baldo giovane, insegnarvi a fare cosa?" rispose il vecchio
"Insegnatemi a rendere le mia gesta cosi' GLORIOSE!"
Il vecchio trasali' e rievoco' nella mente il viso del guerriero che sconfisse i due briganti , non c'era dubbio, quel giovane era proprio lui!.
"Di solito non e' mia consuetudine avere allievi, ma visto che mi avete liberato il passaggio da quei due briganti, penso che sia un mio dovere." rispose quindi.
Passarono un paio di mesi, durante i quali Eronor apprese tutto quello che pote' dal vecchio, viaggiando attraverso la grande citta' fino alla capitale.
"Ormai sono vecchio e non c'e piu' nulla che io possa insegnarti, la mia dimora e' qui e qui intendo passare i miei ultimi giorni, quello che abbiamo fatto insieme e' stato il mio ultimo viaggio, quindi non solo ti comprenderei se decidessi di continuare a viaggiare, ma ti esorto a farlo. La tua vita e' all'inizio e non buttarla con un vecchio come me, hai talento, sia come spadaccino, sia come cantastorie, non buttarla con un relitto come me" Disse il vecchio a Eronor, pochi giorni dopo essere entrato nella capitale.
Non ne era dispiaciuto, aveva compreso che ormai non potesse attingere piu' nulla dal vecchio e, anche se ormai era affezzionato al proprio maestro, decise di seguire alla lettera le sue volonta'.




{lasciate stare eventuali errori grammaticali/tempi dei verbi/frasi senza senso}

Edited by Eronor - 6/7/2008, 22:55
 
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