| Giorno decimo del Settimo mese. Anno Centotredici.
La Tana, La Couronne, Tramonto. Le Ombre del Crepuscolo organizzarono una gran cena ove, alla tavola finemente imbandita, otto persone festeggiarono l’ultimarsi dei lavori, piene di soddisfazione e gioia. Dopo quattro lunghi anni d’incessante cura e dispendiose opere avevano terminato la loro casa, la loro Tana.
L’edificio sorgeva tra la via che porta ad oriente e le mura, in un quartiere di case discrete e botteghe di un certo livello: non era un quartiere nobiliare, ma la gente viveva bene. Nel quartiere poi vi era, e vi erano da sempre state, anche sedi di altre gilde cittadine e non era bizzarro trovare edifici particolari, adattati a particolari esigenze.
La Tana occupava un terreno abbastanza ampio. Davanti all’edificio una staccionata delimitava l’inizio di un giardino, arricchito con delle piante, attraversabile tramite un sentiero di ciottoli. Non vi erano alberi particolarmente grandi, fatta eccezione per due querce ai lati del cancelletto in legno, ma alcuni abbastanza robusti da sostenere un’amaca e il peso di un uomo. Al fianco del cancello d’ingresso vi era un’insegna recante il titolo “Ombre del Crepuscolo” e l’invito a presentarsi a gran voce prima di suonare la campana posta lì di fianco.
La casa, non particolarmente lussuosa al vedersi, offriva al piano terra una sala d’ingresso particolarmente bella, ove in bacheche o appesi al muro, vi erano i trofei e le onorificenze ottenute dalla gilda; tra queste vi era anche la pergamena di riconoscimento firmata dal re e la statua, armata di spada, di uno degli antichi paladini guardiani del regno di Bretonnia e fedele servitore di Raziel, sir Reginald, famoso per audacia, coraggio e fermezza. Sempre al piano terra si presentava una spaziosa sala da pranzo, occupata da una tavolata in cedro tonda con dodici posti, al cui centro sorgeva una piccola statua dedicata a Bacco, dalla cui brocca fuoriusciva a richiesta vino a volontà, affiancata ad un’attrezzatissima cucina e da un caminetto particolarmente ben disegnato. Al fianco della cucina vi era una dispensa incantata che conteneva ad ogni pasto il necessario per preparare un pasto all’intera tavolata. Vi erano inoltre, sempre accessibili dalla sala d’ingresso, una piccola sala d’arme sulla destra, organizzata in modo da poter ospitare piccoli combattimenti, e una biblioteca sulla sinistra, con i libri ordinati in ordine alfabetico e con un Sigillo del Serpente imposto su ognuno, entrambe rifornite dai membri delle Ombre nel corso degli anni.
Tramite delle scale nella sala da pranzo era possibile raggiungere il piano superiore ove dieci camere da letto accoglievano i membri della gilda e gli eventuali ospiti. Ogni membro aveva diritto alla propria stanza, delimitata con una porta in ebano ove, con scrittura elegante in oro e porpora, vi era indicato il nome del proprietario. Esse portavano una particolare maniglia, che se bloccata con il piccolo meccanismo, riconosceva il tatto del proprietario e ne impediva l’apertura da altri. Le stanze delegate agli ospiti portavano la semplice scritta “Ospiti”, che però mutava quando qualcuno ne occupava il letto, assumendo il nome dell’ospite in questione. In ogni stanza un armadio spazioso, un comodino, un piccolo caminetto e un comodo letto a due piazze erano il minimo; poi ogni membro della gilda aveva personalizzato e arredato la propria stanza. Tramite una botola, munita di scala a scomparsa, posta al centro del corridoio che separava le camere da letto, si poteva accedere alla soffitta. Questa veniva utilizzata come magazzino per le cose meno utilizzate ed era caratterizzata dall’inspiegabile capacità di non riempirsi mai. Drazius, che evidentemente sapeva più di altri, sorrideva sottobaffi ogniqualvolta un’altra Ombra sollevasse la questione.
Nel retro della dispensa vi era un piccolo sgabuzzino, nascosto da un velo, che solitamente rimaneva vuoto. Solo i membri della gilda sapevano che la parete dello sgabuzzino, disegnata magicamente tramite un incanto Muro Illusorio, era attraversabile e permetteva di accedere alle scale per il sotterraneo. Qui torce perenni illuminava il cammino raggiungendo le sale più remote dell’edificio. Alcune stanze, attrezzate per scopi specifici erano arredate come occorreva, mentre altre restavano vuote e pronte ad utilizzi futuri. Nel complesso vi erano dieci ambienti. Tra questi dieci ambienti quelli organizzati erano sei.
Un laboratorio d’alchimia con pareti immuni ad ogni tipo d’energia o fuoriuscita, sia essa liquida o gassosa, in modo da lasciare a coloro che volevano dilettarsi con esperimenti, ogni tipo di libertà. Una cella, o stanza di detenzione, per oggetti o persone, provvista di un Campo Anti-Magia e di un a porta robusta in metallo, ben sigillabile con serrature particolari. Vi era la Sala del Tesoro, come adorava chiamarla Durlach, che altro non era che una stanza in cui le Ombre depositavano quanto di prezioso avessero e non utilizzassero. Anch’essa era protetta da una spessa porta di metallo, chiusa da una serratura, che oltre ad essere difficile da scassinare era cosparsa di veleni, efficaci sia al tatto che all’inalazione, ed apribile dai membri con parola di comando, la stessa che disattivava il Simbolo di Morte, inciso sulla porta stessa. Due aule erano dedicate ai templi di Wee Jas e Ner’zhul, in cui i fedeli potessero compiere i propri riti. A dire il vero non tutti sapeva dell’esistenza di questi due luoghi sacrileghi, che furono tenuti nascosti ai non adoratori per evitare discussioni teologiche inutili. Sulle porte in roccia scura erano stampate grezzamente delle rune nere, che come per magia eliminavano il desiderio di varcare la soglia a coloro di ideologia troppo distante a quella degli Dei Oscuri in questione. E infine vi era una stanza spoglia e priva di pavimento roccioso ma bensì esso era costituito da terreno soffice. Essa, suggerita da Lelild, soddisfava il quesito sollevato: “E se dovessimo seppellir qualcosa?” e portava il nome della Stanza della Terra.
Sempre nel sotterraneo un incantesimo Porta in Fase occultava un passaggio segreto sotterraneo che conduceva fin fuori dalle mura cittadine, sbucando in una grotta seminascosta. Era un passaggio utile per poter entrare ed uscire dalla città in qualsiasi momento.
La calce per edificare le pareti della Tana era stata amalgamata con acqua consacrata e la statua di sir Reginald, devota alla divinità dei cieli, proteggevano i piani in superficie della costruzione, rendendoli un luogo sacro. I piani sotterranei invece erano stati dissacrati con riti profani dedicati a Wee Jas e a Ner’zhul e gli altari nei piccoli templi fungevano da catalizzatore per l’energia negativa. In questo modo la casa aveva una buona protezione dalle forze malvagie e forniva anche un ambiente ove la necromanzia e le arti oscure fossero facilitate.
Il caro Lelild disse un dì “Non puoi rubare ad un ladro”. Seguendo questo proposito, sotto spinta di Nardu e Durlach, le Ombre del Crepuscolo organizzarono un sistema di protezione per l’intera casa, in modo da evitare furti e attacchi.
Innanzi tutto si decise di seguire il principio secondo cui gli affari della gilda devono restare tali, perciò sulla casa furono lanciati incantesimi come Schermo, Celare e Santuario Privato di Mordenkainen che provvedevano a occultare sia ad osservatori ed ascoltatori che a scrutatori magici la presenza di persone nella casa e le loro attività. Chiunque avesse osservato direttamente o meno la casa l’avrebbe vista sempre deserta e non avrebbe udito alcun rumore giungere dall’interno. Per evitare l’accesso da altri piani o a individui in grado di viaggiare grazie alla magia fu lanciato anche un incantesimo di Serratura Dimensionale. Inoltre per nascondere ogni tipo di aura magica e far sembrare l’edificio normalissimo anche sotto questo punto di vista fu organizzato un incanto Aura Magica di Mystul.
Molto importante fu poi il discorso di controllare chi entra e chi esce dall’edificio, perciò sulla serratura dell’unica porta d’accesso, l’ingresso principale, su lanciato l’incantesimo Serratura Arcana aggirabile unicamente dalle chiavi create appositamente. Ogni membro della gilda possedeva la propria chiave magica in grado di aprire la serratura altrimenti infrangibile. E per aumentare la sicurezza e dare anche un aspetto scenico ai possedimenti delle Ombre, le due querce in giardino furono animate da incantesimi del livello di Querciaviva, in modo che due Treant intimassero gli sconosciuti sull’uscio di presentarsi e tenessero lontani quanti si fossero dimostrati pericolosi.
Su suggerimento particolare di Nardu su ogni serratura, finestra, porta e meccanismo furono eseguiti incantamenti come Trappola di Leomud, che secondo l’elfo avrebbero rallentato ogni ladro che si fosse preso la briga di controllare le vie d’accesso grazie a trappole illusorie. Un piccolo accorgimento degno di un esperto di trappole.
Per concludere il tutto al calar del sole o quando non vi era nessun componente delle Ombre del Crepuscolo in casa un incantesimo di Allarme si attivava sull’edificio, suonando in caso d’incursioni sia nei dintorni che nel pensiero dei membri, e Glifi d’Interdizione Superiore si attivavano su porte e finestre, provocando esplosioni sonore sugli intrusi che osassero non solo varcare, ma anche solo forzare gli accessi. Tutti questi erano disattivabili unicamente pronunciando la parola di comando, che ad ogni attivazione, veniva magicamente trascritta su una pergamena esposta nell’ingresso e celata agli estranei con Scritto Illusorio.
Sparsi per la casa poi, Nardu e Durlach, piazzarono diversi dardi e aghi avvelenati che entravano in funzione ogniqualvolta venissero attivati, con parola di comando, i sistemi di difesa secondari della Tana. Questi meccanismi poi, s’intensificavano nel sotterraneo, con dardi multipli e numerose Frecce Acide di Melf ad attivazione sincronizzata. Per concludere il passaggio sotterraneo che conduceva fuori dalla città era protetto da una trappola a masso e il corridoio sotterraneo da una trappola ad Allucinazione Mortale e da una a Lamento della Banshee.
Nella sala dell’ingresso, su insistenza di Mek, la statua del paladino era stata investita dall’artificio Bocca Magica che le concedeva la possibilità d’avvertire gli intrusi con queste parole: “State violando la dimora delle Ombre del Crepuscolo. Fuggite sciocchi, o perirete.” Detto ciò la statua era in grado di attaccare gli intrusi con la propria spada se questi non avessero fatto dietrofront.
La Tana soddisfava a pieno le esigenze dei suoi abitanti e garantiva, oltre a comodità e spazio per le proprie attività, sicurezza e affidabilità. Nonostante le riserve auree delle giovane gilda fossero risultate quasi totalmente prosciugate a causa dei costi nessuno rimpianse una sola moneta d’oro.
Edited by Nardu - 14/7/2008, 19:47
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