[MdT - Lycan] Marco Lucchese

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Mekx
view post Posted on 7/7/2009, 12:17




Era una settimana che pioveva ininterrotamente e anche se non migliorava le condizioni di vita, di certo aumentava la possibilità di non fallire. Con la pioggia infatti le guardie si allontanavano di meno dal loro campo e erano poco attente perchè volevano rientrare al più presto per stare all'asciutto. Questo gli avrebbe permesso di avvicinarsi di molto al suo obbiettivo con maggior tranquillità. Il problema però veniva dopo. Con tutta la base in allarme sarebbe stato difficile andarsene senza essere notati.

Marco si avvicino lentamente al suo obbiettivo. La sua posizione rialzata, sul pendio della collina, gli permetteva di tenere sott'occhio l'intera base nemica, compresa la stanza del suo obbiettivo. Ora si trovava a meno di un chilometro di distanza, l'idea per colpire e poi scappare.

Tre giorni di attesa, tanto ci volle perchè avvisto per la prima volta il suo obbiettivo. Tre giorni d'inferno, coperto di foglie dalla testa ai piedi per essere invisibile, e aveva funzionato visto che una guardia era passata a soli tre metri da lui ma l'aveva ignorato. Ma ora era il suo momento. Posizionò a terra il suo fucile, regolò il mirino e aspetto. Alcuni minuti dopo l'obbiettivo usci dalla tenda. Marco trattenne il respiro e premette il grilletto. Il volo del proiettile durò un secondo, un secondo che sembrò interminabile, un secondo alla file del quale vide la testa della sagoma di cartone staccarsi nettamente dal busto.

Marco si liberà della copertura, rotolò fino all'albero, attivò il segnalatore radio, che avrebbe avvisto l'elicottero, e cominciò a correre fino al punto di randevu. Se tutto fosse stato reale fallire avrebbe significato morire, mentre ora, nell'esercitazione, avrebbe significato la non ammissione dai corpi scelti della Legione Straniera, cosa che non si poteva permettere. Con questo pensiero fisso salì il pendio della collina approfittando della copertura degli alberi e degli arbusti, consapevole che aveva solo un chilometro di distanza dai suoi inseguitori e che loro non dovevano portarsi un PSG-1 sulle spalle.

dopo oltre mezz'ora di corsa arrivà in cima alla collina dove lo stava aspettando l'elicotterò. Salto sopra e senti la potenza dei motori aumentare per portarlo via dalla zona rossa.

"Bravo ragazzo" disse il Tenente incaricato dell'addestramento.

A Marco sembrava che fosse passato un anno da quando si era paracadutato durante un volo notturno per completare l'ultima missione dell'addestramento e invece erano passate meno di due settimane. Il suo addestramento in Canada era finito, ora sarebbe potuto tornare in Francia.
 
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Mekx
view post Posted on 7/7/2009, 15:01




La Legione Straniera gli aveva dato una nuova vita, senza chiedergli nulla se non la fedeltà alla Legione e alla Francia, fedeltà che lui aveva giurato e che aveva concesso in cambio di una nuova identità.

Si ricordava ancora quando era arrivato li, una notte di quattro anni prima gli era stato chiesto se aveva un documento ed egli aveva fatto cenno di no con il capo. E loro avevano capito. La Legione è l'unico luogo in cui puoi stare senza dichiarare la tua identità. Gli era stato dato un nome fittizzio e una stanza dove stare. Marco, dopo tre anni, non aveva ancora legalizzato la sua posizione. Nella legione era ancora conosciuto come Antonio Mazzini.

Se i clan siciliani avessero infatti scoperto dove si trovava avrebbero sicuramente cercato di ucciderlo. Forse dopo tanto tempo passato avevano rinunciato, ma preferiva attendere. Lui non aveva fretta, la Legione Straniera nemmeno.

Questi erano i pensieri di Marco mentre con l'elicottero sorvolava i boschi del Canada diretto alla basa

"Legio patria nostra" mormorò a bassa voce mentre toccava la granata a sette fiamme attaccata al suo colletto.
 
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1 replies since 7/7/2009, 12:17   97 views
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