[D&D - Vampiri] Durotan Dagarkin

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RI4M I DELT4
view post Posted on 23/11/2009, 04:51




25 Marzo 542 Bastione Sud di Camarilla

Durotan Dagarkin, grande armatura pesante e un gigante scudo con intarsiato al centro il simbolo di Moradin suo credo e sua divinità. Era li, in piedi su una torre, che guardava l'estesa pianura che si stagliava innanzi a lui.
Il consiglio di guerra per la difesa della città era gia finito da qualche ora, ma il nano non andò a dormire, si voleva godere gli ultimi sospiri di pace, il suo sguardo era assorto mentre si sorseggiava un birra, e rimuginava su quanto volesse tornare a casa dai suoi cari. Ma un giuramento doveva essere portato a termine. Difendere il portatore di questo oggetto di sventura, chi mai al mondo poteva infondere tanta crudeltà in una collana, tanto da lacerare il cuore e l'animo di colui che se ne assume il fardello.
Tante domande vi erano nella testa di Durotan, e a nessuna di queste si poteva dare una risposta.
Poi gli venne in mente quali sarebbero stati i suoi compagni di viaggio, li aveva visti durante la firma del patto ma aveva ricevuto altri ordini che non gli permisero una fusione imminente nel loro gruppo.
Sembravano uomini fieri e dai saldi ideali, gli avrebbe fatto piacere viaggiare con loro anche se non vide nessun altro esponete del suo popolo, ma in fondo perche non dare anche ad altre razze la possibilità di dimostrare quanto valgano, tanto in combattimento quanto in rapporti di amicizia. Il suo popolo, la sua razza, non sono mai stati molto in buoni rapporti con le altre specie di viventi e vari erano i motivi di questa poca fiducia, ma il suo clan prima di lui, I Cuor D'Oro, ha provato la via della comunicazione senza scatenare un disastro.
Il suo clan erano molti anni che ormai aveva rapporti con gli uomini di Camarilla, ormai piu di tre generazioni... Anche perche essa era una città molto ricca e la ricchezza, fa gola a qualsiasi nano della terra...


2 Aprile 542 Cinta Muraria Sud-Ovest

L'esercito avanzava impetuoso, un mare sulla terra si estendeva a vista d'occhio, soldati e creature giganti marciavano impetuosamente e da lontano si sentivano gli echi dei loro passi. Affranto, nel cuore nobile del nano, mentre si voltava vide quella che una volta era una rigogliosa citta commerciale, era una fortezza barricata ovunque, armi da assedio su quasi ogni tetto e migliaia di soldati che dagli occhi riflettevano esclusivamente paura, paura di non poter salvaguardare la loro famiglia, i loro cari, la loro casa. Lo sguardo di chi si chiedeva cosa aveva fatto per dover fronteggiare un nemico fino ad allora sconosciuto, il quale unico scopo fosse distruggere la dimora altrui.
Durotan fece tutto il giorno a girovagare per la citta, dando una mano a chiunque potesse averne bisogno, finchè non incontrò Durantor, dopo una breve ma concisa chiaccherata, il nano scopri che un piccolo contingente era stato inviato da Orzammar.
Orzammar......... il nano rimase assorto qualche secondo nel ripensare alla sua bellissima dimora, cavità scavata nella roccia, solenni colonne in spazi cosi immensi da sembrare quasi innaturali per essere sotto la terra, all'interno delle montagne. Birra a fiumi e bellissime femmine, gioiosità e festa.
Nostalgia aveva nel cuore per aver lasciato la sua dimora, ma quella era la sua reale forza. Ogni vittoria avesse compiuto sarebbe stato un punto a favore della purezza con cui ricordava la sua casa, ogni sconfitta, un punto a favore al decadimento e alla distruzione che fin li sarebbero giunte.
Non poteva permettere questo. Non lo avrebbe permesso a nessun costo.



4 Aprile Porto di Camarilla

La battaglia imperversava sulle mura ma Durotan venne mandato al porto dove avrebbe incontrato finalmente i suoi compagni di viaggio, i Rendir. Giunse al porto, un immensa flotta aveva invaso il golfo della città, e nelle acque vide muoversi rovinosamente un Kraken, immondo mostro marino evocato da qualche mago dell'esercito dell'impero. La creatura immonda aveva lunghi tentacoli con i quali distruggeva qualsiasi cosa si trovasse alla sua portata. Stava dando una mano ai suoi fratelli addetti alle armi d'assedio quando gli balzò all'occhio Fen, capitano che con lui aveva firmato il patto dei Rendir, insieme ad un gruppo misto di persone. Si avvicinò ad esso che gli disse essere loro le Ombre del Crepuscolo, i portatori della collana, i Rendir... Avevano facce molto scosse, varie ferite riportate nei violenti scontri che dovevano aver affrontato, e in quel momento il nano si senti particolarmente affranto per non essergli stato vicino quando avrebbero potuto avere bisogno di lui.
Dopo averli conosciuti brevemente, anche perchè il tempo stringeva notò una buona organizzazione del gruppo, basato su saldi ideali, compagni che avrebbero dato la vita per la causa che stavano seguendo. Si senti molto sollevato ad aver trovato esseri cosi. La sua stima verso il gruppo venne subito fondata, e rafforzata nel vedere loro organizzare un piano che poi è risultato essere fatale per il mostro. Finito al porto capì il motivo di tutte le loro ferite, non fecero neanche in tempo a riposare un attimo che vennero mandati a difendere i bastioni che generavano la cupola scudo dagli attacchi aerei e di armi d'assedio. Morirono diversi compagni e vidi la tristezza negli occhi di ognuno di loro per ogni perdita subita, non erano un gruppo di mercenari, erano una famiglia. La difesa non fu delle migliori, ma riuscirono comunque tutti insieme a fare tutto cio che era nelle loro possibilità. la giornata continuò e si rivelò essere molto lunga tra un drago ed esseri malvagi generati dalla sofferenza delle povere persone, finche non ripiegarono al centro della città, l'unica vera roccaforte ormai rimasta a Camarilla. Calò la notte e il paesaggio era spettrale, finchè il silenzio glaciale non venne spezzato da onde di non morti che invasero completamente la città. Quei bastardi avevano riportato in vita i cadaveri di tutti i caduti della guerra. Durante la battaglia, Durotan vide suo zio, Durantor, solo per pochi secondi prima che l'immonda ondata di non morti lo travolgesse nell'oscurità. La rabbia nel cuore del nano. La battaglia era cruenta e ormai le forze incominciavano a mancargli, finche non vide la fine, un enorme essere si scaglio su di lui con forza inimmaginabile, prima dell'impatto Durotan, chiuse gli occhi, sapeva che era il traguardo per lui, gli si rifletterono i momenti piu importanti della sua vita, gli anni ad addestrarsi alla guerra, e i successivi anni che visse nel nome di Moradin come suo paladino. I motivi che lo spinsero a diventare una guardia scelta del suo popolo, abbandonando, anche se non del tutto, la parte ecclesiastica del suo cammino e intrapendendo quella militare.
Troppe erano le scuse che voleva fare per la mancanza che ha dimostrato, ma il tempo non gliele concesse, venne colpito violentemente e il suo corpo cadde a terra senza vita....
 
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RI4M I DELT4
view post Posted on 4/6/2010, 16:15




15 Aprile 10° anno della V era: Tomba degli eroi caduti.

Era da molto tempo che Durotan non si faceva trasportare dai ricordi, che non si fermava con se stesso a pensare. La vita li aveva appena abbandonati durante il viaggio spirituale di Isuke a celestia. Ma a gran sorpresa, invece che il buio piu totale, Durotan vide l’essenza piu importante per lui, Moradin… Il suo dio.
Grande fu lo stupore negli occhi del nano alla visione di colui che lo guidava da sempre e ancora più grande fu lo stupore alla richiesta che gli venne fatta: Abbandonare la sua bontà d’animo per il giusto compimento della missione.
Ma non vi erano segni di cedimento nello sguardo del nano. Avrebbe fatto qualsiasi cosi che gli fosse stata richiesta dal suo unico dio.
Quando rinvenì Durotan vide innanzi a se una stanza completamente in roccia, spoglia e i suoi averi accantonati in un angolo. Si alzo dal letto in pietra su cui giaceva e si rivesti con fierezza, pronto a portare a termine il suo compito. Tutto d’un tratto senti il fragoroso rumore di armi provenienti da quelle che potevano sembrare stanze adiacenti, riconoscendo le voci dei vecchi compagni di viaggio.
Incominciò anche lui a sbattere forte la sua ascia contro quella che sembrava essere una porta indistruttibile.
Dopo qualche minuto la porta scivolo via come se fosse stata aperta dalla magia e davanti a se trovò tutti i suoi vecchi compagni che stavano uscendo anch’essi da porte di simile fattura.
Isuke invece era appeso e incatenato al centro di questa camera circolare.
I compagni ritrovati non fecero in tempo a finire i saluti che entrò un essere strano, incomincio a parlare in una lingua a loro sconosciuta prima di avventarsi attaccandoli.
Lo scontro fini in modo sanguinoso ma gli eroi ebbero la meglio. Si addentrarono in questa prigione a lungo fino a trovare una stanza piena di celle con un uomo che li intrattenne in una sorta di discussione senza un apparente scopo.
Finita la discussione aiutarono i superstiti a fuggire da quel posto maledetto. E una volta fuori i nostri eroi si ritrovarono con dei compagni in più. Compagni che sembravano voler aiutare questa crociata, pur non sapendone nulla, ma evidentemente spinti dalla ricerca di avventure o di una scopo per la loro esistenza.
Il viaggio continuo a lungo verso la torre dei maghi, che con vari intoppi riuscimmo tutti a raggiungere. Piu passavano i giorni e piu si fondava una sorta di lealtà anche verso alcuni dei nuovi avventurieri.

24 aprile 10° anno della V era: L’accampamento dei Custodi Bruni.

Tuttavia il rapporto che si stava instaurando non era abbastanza fondato per portare coloro che erano ancora ritenuti “sconosciuti”, ad udire il messaggio che Raziel aveva lasciato per Isuke. Non fu un atto di cattiveria lasciare ai confini del territorio i nostri compagni per attenderci, ma sentivamo che solo chi poteva esser ritenuto un fratello avrebbe dovuto seguirci, e cosi seguimmo il barbaro che ci condusse all’interno del territorio dei Custodi Bruni.
Abbiamo avuto modo di conoscere la guerra che da anni infesta il mondo tra loro e i Signori delle Tenebre e siamo venuti a conoscenza della vera natura della collana e dei suoi pezzi mancanti. In poche ore avevano dato piu risposte di quelle che abbiamo trovato noi in anni di campagna.
Dopo pochi giorni per rimetterci in sesto,si avvicino il momento di partire per il regno dei nani che stava sulle montagne piu a nord. Il cuore di Durotan fremeva dalla voglia di poter rivisitare una parte della storia della sua razza. Pur sapendo che ciò che avrebbe trovato sarebbe stato semplicemente, desolazione e morte.
Partirono all’alba del 28 aprile. Andarono a recuperare i compagni di viaggio.
Ma quando arrivarono al grande albero dove li avevano lasciati, l’immagine che gli si propose davanti agli occhi era terrificante, tracce di sangue e vestiti a brandelli ovunque.
Appeso alla quercia il corpo del mago Seyzan, uno di coloro che piu ci aveva dimostrato fedeltà fino a quel momento. Il suo stato era mostruoso, gli mancavano arti e occhi. Non facemmo in tempo a provare a curarlo che esplose per colpa di un glifo magico, lasciatogli in ricordo dai loro assalitori. La rabbia nel cuore degli eroi che videro questa scena. Ma non erano i primi compagni che venivano persi in questi lunghi anni e dopo una degna sepoltura ripresero il loro viaggio.


10 maggio 10°anno della V era: Regno dei Signori di Cristallo.

Viaggiammo per quasi 2 settimane per le montagne guidati da Rugni, nano superstite della strage che aveva afflitto quei luoghi, al quale avevano bloccato la memoria per non poter accedere a nessuno dei ricordi di cosa successe.
Trovammo l’entrata e ci mettemmo qualche ora per aprirla.
Durotan nell’attesa si mise a riposare in un angolo in disparte di quei luoghi sperduti. E in un attimo gli affiorarono molti dei ricordi che aveva provato a rimuovere più e più volte dalla sua mente. Gli torno in mente suo fratello Duromir e la sua scelta di tradire e dichiarare guerra alla sua stessa famiglia, e di come si fossero perse le tracce. Erano molti anni che ormai non se ne sapeva piu nulla, e gli stessi Custodi Bruni non seppero dargli una risposta ai suoi quesiti.
Era sparito, e il solo pensiero che avrebbe potuto rincontrarlo qui gli lasciava una sorta di brivido per tutta la lunghezza del corpo.
Una sensazione di rabbia lo assaliva mentre pensava a lui, sporco traditore e infame del clan dei Cuor d’Oro, Mai lo avrebbe perdonato per ciò che aveva fatto.
I pensieri svanirono quando trovarono un modo per aprire la porta.
Si inoltrarono nei meandri della montagna, affrontando creature che erano li da molto prima della loro nascita…
I ricordi nella mente di Durotan erano offuscati dai mille pensieri che aveva in testa, ma ultimo tra essi fu la figura di un drago che scese su di loro inondandoli con una nube elettrica.
Era successo di nuovo, non era stato in grado di portare a termine il suo compito.
Aveva deluso i suoi fratelli, il suo dio, le sue promesse.
Calò di nuovo la tenebra su di lui.

 
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