| La vita a Edo scorreva tranquilla... anche troppo per Akira, il quale, figlio di commercianti benestanti, nulla aveva visto al di fuori della valle. Era istruito sia nel leggere, scrivere che nel far di conto come ogni borghese che si rispetti, e quindi ogni volta che leggeva uno dei suoi adorati libri di avventure, o dei manuali di tecnica di spada, si fermava a sognare tanto che spesso veniva sgridato per non essersi dato da fare. Dicevamo quindi che il villaggio stava stretto al ragazzo che decise quindi una notte di scappare di casa e cercare fortuna.
Pratico di caccia e di sopravvivenza all'aria aperta, riusci' a sopravvivere facilmente mentre, uscendo sempre di piu' dalla valle, arrivo' a un porto. La citta' attorno a esso era nient'altro che qualche ammasso di casupole fatiscenti con qualche villa a stagliare, di proprieta' degli armatori del cantiere navale annesso al porto. Li rimase qualche mese proponendosi come sguattero prima, e poi come guardia personale, una volta fatto pratica di spada. Ma anche li non riusciva a sentirsi bene, era come in gabbia. Cosi' un giorno, come pagamento, chiese di essere imbarcato come mozzo su una delle navi in partenza. Dove fosse diretta non lo chiese, gli importava vedere ancora il mondo. Da mozzo divenne guardia, membro dell'equipaggio a tutti gli effetti, grazie alla sveltezza delle sue spade, che ora governava, gemelle. Un giorno finalmente davanti agli occhi la destinazione: Camarilla! Ne rimase affascinato tanto da scendere e volersi stabilire li, in cerca diu sempre nuove avventure.
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