[Sine Requie - Sanctum Imperium] Orazio Guarnieri, Sotium Inquisitore

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view post Posted on 4/1/2012, 18:00

Divinità Minore

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Il mio nome è Orazio Guarnieri, cittadino della provincia di Bergamo.
Le giornate scorrevano tranquille, in un ciclo che si ripeteva nello stesso modo in cui il sole si alzava la mattina da dietro la chiesa e scendeva la sera dietro il bosco di castagni che si vedeva in lontananza dal balcone di casa mia.
La mattina mi alzavo con mio padre, calzolaio del paese. Ora sarei dovuto essere al suo posto, a produrre nuove scarpe e a riparare le vecchie. Era quello che pensavo, almeno, fino al Giorno del Giudizio.
La Seconda Guerra Mondiale era ormai iniziata. Il Re aveva chiamato a raccolta le truppe, son dovuto partire per il fronte. Alla lesina ho dovuto sostituire il Beretta 1938.
La Guerra forgiò il mio carattere, ero arrivato in una realtà che non pensavo potesse essere tale. Tiravo avanti convinto che tutto sarebbe finito presto, con la vittoria degli italiani.. fino al Giorno del Giudizio.
In questo giorno, in cui le navi degli Alleati sbarcarono sulle coste della Normandia, accadde un evento che ancora oggi non è possibile spiegare. Ogni persona morta nella battaglia si rialzava da terra, vogliosa di una sola cosa: carne umana da mettere sotto i denti.
La gente non capiva, tanti fuggirono, abbandonando i ranghi, altri si chiusero dentro case, ritardando la loro morte. Noi stessi venimmo attaccati da un gruppo di questi morti, dai quali mi salvai solo grazie a una considerevole dose di fortuna. Può esser stata solo quella a salvarmi in quel momento..
Dopo il Giorno del Giudizio, qui in Italia il papa ha preso il potere, riportando all'ordine quella che stava diventando un'enorme anarchia.
Ha abolito l'uso di qualsiasi forma di tecnologia, se non sotto esplicito permesso della chiesa.
In quel momento, dopo aver saputo che il mio paese era stato consumato dai Morti (così sono state chiamate quelle creature rinate dai corpi delle persone uccise) pensai che l'unica cosa da fare fosse cogliere l'opportunità che mi si prospettava davanti: prendere i voti e unirmi al clero, in un convento di frati.
Ricominciai a studiare il latino da dove lo avevo lasciato a scuola, imparando per bene dogmi e preghiere. Non ero particolarmente interessato al Cristo, ma alla vita tranquilla che il seguirlo poteva darmi.
Dopo alcuni tempi, passò dal nostro monastero l'inquisitore Eraldo Pollice, il cui santo era Sant'Egidio, protettore di chi ha paura. Era qui perchè il Tribunale dell'Inquisizione aveva aperto un'indagine contro uno dei miei fratelli, fra Lorenzo, perchè si sospettava che prendesse parte a riti eretici.
Ebbi modo di vedere il rispetto col quale tutti trattavano l'Inquisitore, una cosa che mi creò una leggera invidia, tanto che chiesi il permesso al nostro fratello anziano, fra Giuliano, di poter seguire l'Inquisitore se questi lo avesse voluto.
Ottenuto il permesso, andai deciso dall'Inquisitore Pollice, sicuro che avrebbe accettato di avermi al suo seguito.
Mi interrogò, prima su fra Lorenzo e poi sul perchè del mio desiderio. Avevo imparato a rispondere adeguatamente però ed ero stato un bravo studente.
Assistetti all'esecuzione pubblica di fra Lorenzo, ritenuto colpevole di riti pagani. Il giorno dopo partii con le mie poche cose al seguito dell'Inquisitore.
 
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